ALLA SCUOLA DELLA GOSPA
CUORI PURI E UMILI - LA "CONDITIO SINE QUA NON"
PER OGNI VERO APOSTOLO DELLA REGINA DELLA PACE
“Venite a me, voi tutti che siete
stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e
imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la
vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero” (Mt 11, 28-30)
Tutti coloro che hanno
risposto “SI” alla chiamata della Regina della Pace a diventare suoi Apostoli,
devono avere la consapevolezza che senza un cuore puro e umile non possono
essere d’aiuto alla realizzazione del piano del Signore che conduce al trionfo
del Cuore Immacolato di Maria. La Madonna è stata chiara:
“Cari figli, per
poter essere miei Apostoli e per poter aiutare tutti coloro che sono nella
tenebra a conoscere la luce dell’Amore di mio Figlio, dovete avere cuori puri
ed umili. Non potete essere d’aiuto
affinché mio Figlio nasca e regni nei cuori di coloro che non lo conoscono, se
Egli non regna, se non è il Re nel vostro cuore”. (2 gennaio 2014).
La Madonna sta insistendo da parecchio
tempo nel chiederci cuori puri e umili. Non solo, ma Lei ha aggiunto nel tempo
anche altre qualità: gli Apostoli devono essere “piccoli”, “miti”, “modesti”, “ricolmi d’amore”, “nascosti e
santi”.
Perché è qui che si gioca il successo
della grande e finale battaglia tra bene e male, tra la superbia e l’umiltà.
Gli eserciti sono schierati, e la
battaglia è già iniziata. Se la “superbia sta regnando”, allora occorre
rispondere con l’arma dell’umiltà: “Figli
miei, la superbia sta regnando. Io vi indico l’umiltà” (2 febbraio 2012). Se Satana si serve di “coloro che non
conoscono l’Amore di Dio”, Maria e Gesù si servono di coloro che conoscono
l’Amore di Dio.
Mentre la Madonna ci fa da maestra, nello
stesso tempo lancia messaggi trasversali aiutandoci a capire il tempo che
stiamo vivendo e come l’opera degli apostoli si inserisce in una fase
realizzativa di alcune profezie bibliche:
“Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima
infatti dovrà avvenire l'apostasia e dovrà esser rivelato l'uomo iniquo, il
figlio della perdizione, colui che
si contrappone e s'innalza sopra ogni essere che viene detto Dio o è oggetto di
culto, fino a sedere nel tempio di Dio, additando se stesso come Dio.
Non ricordate che, quando ancora ero tra voi, venivo dicendo queste cose? E ora sapete ciò che impedisce la sua manifestazione, che avverrà nella sua ora. Il mistero dell'iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene. Solo allora sarà rivelato l'empio e il Signore Gesù lo distruggerà con il soffio della sua bocca e lo annienterà all'apparire della sua venuta, l’iniquo, la cui venuta avverrà nella potenza di satana, con ogni specie di portenti, di segni e prodigi menzogneri, e con ogni sorta di empio inganno per quelli che vanno in rovina perché non hanno accolto l'Amore della Verità per essere salvi. E per questo Dio invia loro una potenza d'inganno perché essi credano alla menzogna e così siano condannati tutti quelli che non hanno creduto alla Verità, ma hanno acconsentito all'iniquità” (2Tessalonicesi 2,3-12).
Non ricordate che, quando ancora ero tra voi, venivo dicendo queste cose? E ora sapete ciò che impedisce la sua manifestazione, che avverrà nella sua ora. Il mistero dell'iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene. Solo allora sarà rivelato l'empio e il Signore Gesù lo distruggerà con il soffio della sua bocca e lo annienterà all'apparire della sua venuta, l’iniquo, la cui venuta avverrà nella potenza di satana, con ogni specie di portenti, di segni e prodigi menzogneri, e con ogni sorta di empio inganno per quelli che vanno in rovina perché non hanno accolto l'Amore della Verità per essere salvi. E per questo Dio invia loro una potenza d'inganno perché essi credano alla menzogna e così siano condannati tutti quelli che non hanno creduto alla Verità, ma hanno acconsentito all'iniquità” (2Tessalonicesi 2,3-12).
“Alla bestia fu data una bocca per
proferire parole d'orgoglio e bestemmie, con il potere di agire per quarantadue
mesi” (Apocalisse 13,5).
Se, dopo Gesù, c’è una maestra di umiltà questa è Maria,
Colei che si oppone al Superbo per eccellenza:
“L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio
salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua
serva”. […]
l’Onnipotente
“ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha
disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha
rovesciato i potenti dai troni,
ha
innalzato gli umili” (Lc 1, 46-48.
51-52).
Volendo approfondire la richiesta di Maria
insieme a Lei, la prima cosa che salta agli occhi è che nei messaggi dati a
Mirjana la purezza quasi sempre precede l’umiltà (“Solo i cuori puri sono umili”,
2 ottobre 2014). E infatti, nei
messaggi, quando troviamo l’espressione “cuori puri ed umili”, puri precede sempre umili.
La Madonna vuole
che siamo come Lei. “Cari figli, con
molto amore e pazienza, cerco di rendere i vostri cuori simili al mio Cuore.
Cerco di insegnarvi, col mio esempio, l'umiltà, la sapienza e l'amore, perché
ho bisogno di voi, non posso senza di voi, figli miei. Secondo la volontà di
Dio vi scelgo, secondo la sua forza vi rinvigorisco” (2 gennaio 2013).
La Gospa non
dice: rendere i vostri cuori uguali
al mio, ma simili.
Infatti, Maria è
umile per natura, perché è Immacolata fin dal concepimento. L’umiltà in lei è
connaturata, conseguenza della purezza totale acquisita per grazia.
Noi, a
differenza di Lei, invece, dobbiamo prima cercare la purezza, per ottenere
l’umiltà.
Vediamo come
questo è possibile.
****
“Cuore”, nei messaggi agli Apostoli, è inteso
in senso biblico, non in senso sentimentale o peggio ancora fisico. Cuore è il
centro unificatore della realtà spirituale, psicologica e fisica dell’uomo, è
ciò che rappresenta tutta la persona nel modo più nobile possibile.
Il cuore è il luogo in cui risiede la
santissima Trinità, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Ed è il Padre che
per mezzo dello Spirito Santo opera tale purificazione secondo la promessa:
“Vi
aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le
vostre impurità e da tutti i vostri idoli, vi darò un cuore nuovo, metterò
dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò
un cuore di carne. Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo
le mie leggi e vi farò osservare e mettere in pratica le mie norme” (Ez 36,
25 – 27).
Nei messaggi che la beata Vergine Maria sta
dando attraverso Mirjana, sembrerebbe che l’umiltà prima di essere una virtù, sia
un dono. E anzi, che questo dono sia più importante della virtù: “Ho bisogno di Apostoli dal cuore puro.
Prego, ma pregate anche voi, che lo Spirito Santo vi renda capaci e vi guidi,
che vi illumini e vi riempia di amore e di umiltà” (2 ottobre 2012).
Nel messaggio del
2 luglio 2007, ad esempio, l’umiltà nasce come dono, insieme alla mitezza e
all’amore, in seguito alla purificazione ottenuta nel sacramento della
confessione.
Se la
confessione è profondamente sincera, ben fatta, se c’è il “riconoscimento completo dei peccati” (2 luglio 2011), allora avviene
come uno svuotamento che viene riempito dalla grazia. Il primo e principale
passo che occorre fare da parte nostra è la rinuncia all’orgoglio. Poi è Dio
che interviene svuotandoci dal peccato attraverso la confessione.
Insomma,
l’umiltà nasce da una collaborazione tra Dio e l’uomo: è un lavoro di simbiosi
in cui la parte preponderante è fatta dalla grazia di Dio attraverso lo Spirito
Santo, mentre all’uomo spetta di lasciargli spazio.
Il cammino verso
l’umiltà inizia quando prendiamo coscienza del fatto che “non abbiamo niente e non possiamo niente” e che “l’unica cosa nostra e quello che possediamo
è il peccato” (2 luglio 2007).
Come il figliol
prodigo, la cui salvezza ha avuto inizio nel momento in cui ha preso coscienza
che l’unica cosa che gli era rimasta era la condizione di peccato in cui
viveva: “rientrato in sé, disse: «Quanti servi di mio padre hanno pane in
abbondanza e io qui muoio di fame! Io mi alzerò e andrò da mio padre, e gli
dirò: Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te: non sono più degno di
essere chiamato tuo figlio; trattami come uno dei tuoi servi»” (Luca 15, 17-19).
Dopodiché,
avendo nella confessione ricevuto l’abbraccio del Padre, con la purificazione ci
viene ridonato il cuore mite e umile di Gesù. È quello il momento in cui
possiamo vivere Gesù (“vivere mio Figlio”), come ha detto in due messaggi la
Vergine Maria (2 dicembre 2014 e 2 luglio 2017).
A noi tocca solo
accettare il dono. La Madonna infatti dice: “accettate la mitezza e l’umiltà”, appunto perché le riceviamo in
dono. Nel messaggio in questione, Maria ci dà anche la motivazione, mostrandoci
suo Figlio, Dio fatto uomo, che rinuncia a vincere con la forza, e invece sceglie
di vincere con la mitezza, l’umiltà e l’amore:
«Cari figli! Nel grande amore di Dio oggi vengo a voi per condurvi SULLA VIA DELL'UMILTÀ E DELLA MITEZZA. Prima stazione su questa via, figli miei, è la confessione. Rinunciate al vostro orgoglio e inginocchiatevi davanti al mio Figlio. Comprendete, figli miei, che non avete niente e non potete niente. L'unica cosa vostra e quello che possedete è il peccato. PURIFICATEVI E ACCETTATE LA MITEZZA E L'UMILTÀ. Mio Figlio avrebbe potuto vincere con la forza, ma ha scelto la MITEZZA, L'UMILTÀ e L'AMORE. Seguite mio Figlio e datemi le vostre mani, affinché insieme saliamo sul monte e vinciamo. Vi ringrazio» (2 luglio 2007).
Il dono accettato si
trasforma a poco a poco in frutto (i famosi frutti dello Spirito Santo[1])
o in virtù in seguito alla nostra collaborazione, ma il punto di partenza è
sempre la vita secondo lo Spirito, cioè tutto quel lavorio interiore enunciato
in precedenza che nasce dalla confessione e che ci riporta ad aderire
intimamente allo Spirito di Gesù.
(continua)
Franco diacono Sofia
[1] “Il
frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza,
bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c'è Legge.
Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la
carne con le sue passioni e i suoi desideri. Perciò se viviamo dello Spirito,
camminiamo anche secondo lo Spirito”. (Gal 5, 22-25).
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