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mercoledì 30 dicembre 2020

LA TERRIBILE VERITÀ CHE LA MADONNA TENTA DI SCONGIURARE CON LE SUE APPARIZIONI - Seconda Parte

 

LA TERRIBILE VERITÀ

CHE LA MADONNA TENTA DI SCONGIURARE CON LE SUE APPARIZIONI

(Seconda Parte)



Al tremendo destino che attende coloro che non credono, e che non coincide con la sola perdita della vita umana a motivo di eventi catastrofici, ma con la perdizione eterna, accenna un messaggio del 25 ottobre 1985:

“Soffro molto per i non credenti. Anche loro sono figli miei! Non sanno quale tremendo destino li aspetta! Tutto quello che vi ho confidato si realizzerà. Anche gli ammonimenti al mondo si verificheranno. Però non dovete pensare per questo che Dio abbia un cuore duro. Guardatevi attorno e vi renderete conto di quanto siano immersi nel peccato gli uomini di oggi. E così non direte più che Dio ha un cuore duro. Piuttosto, voi dovreste pregare di più per i non credenti e per i peccatori”.

Mirjana nel suo diario scrive: “Il messaggio della Madonna è chiaro: tutti siamo destinati all’eternità. Il comportamento che avremo avuto su questa terra, però, determinerà il come sarà la nostra vita eterna. La Madonna mi ha mostrato solo un accenno di quello che sarà riservato a coloro che rifiutano l’Amore di Dio, e anche il poco che ho visto mi è sufficiente ad essere immensamente dispiaciuta per ogni anima ribelle[1]. La conferma da un messaggio:

“Figli miei, si salveranno solo coloro che con amore e fede camminano verso il Padre Celeste.” (2 ottobre 2013).

La Madonna ha espresso più volte il desiderio di Dio, e il Suo, di salvarci:

“Cari figli, con amore materno io vi prego: datemi le vostre mani, permettete che io vi guidi. Io, come Madre, desidero salvarvi dall’inquietudine, dalla disperazione e dall’esilio eterno. Mio Figlio, con la sua morte in croce, ha mostrato quanto vi ama, ha sacrificato se stesso per voi e per i vostri peccati. Non rifiutate il suo Sacrificio e non rinnovate le sue sofferenze con i vostri peccati. Non chiudete a voi stessi la porta del Paradiso. Figli miei, non perdete tempo. Niente è più importante dell’unità in mio Figlio.” (2 maggio 2012).  

Dopo quello di Dio, grande, inimmaginabile è il dolore di Maria. Quando Lei diede il decimo segreto a Mirjana, accennò a “cose terribili” contenute nei segreti, e poi cercando di consolare la veggente, a motivo del peso che avrebbe dovuto portare, le disse: “Pensa a queste lacrime che anch’io verso”.

“Mirjana, io ti ho scelta e ti ho detto quanto era necessario. Ti ho anche rivelato molte cose terribili che dovrai portare con te. Pensa a queste lacrime che anch’io verso. Dovrai essere sempre coraggiosa. Hai compreso rapidamente i miei messaggi e quindi ora devi anche comprendere che io devo andare. Sii coraggiosa.” (25 dicembre 1982).

Più il pianeta viene coperto dalle tenebre, più anime andranno perdute”, ha scritto alla conclusione del suo diario Mirjana,[2] la quale non si è mai abituata a quelle lacrime, come la Madonna non si è mai abituata alla perdita delle anime. “Ho visto diverse donne sofferenti sulla terra, ma niente è paragonabile al dolore sul volto della Madonna”.[3]Se la vedeste piangere anche una sola volta, – conclude Mirjana – sono certa che dedichereste tutta la vita a pregare per le sue intenzioni”.[4]

 La Madonna però non si dà per vinta, non può; e per questo cercherà estremi rimedi. In un messaggio, dato sempre a Mirjana, rivolta a “coloro che non conoscono l’Amore di Dio”, circonlocuzione per definire quelli a Fatima erano chiamati “peccatori”, esclama:

 “Non sapete quanto il mio Cuore soffre e quanto prego mio Figlio per voi”. E aggiunge: “Lo prego di guarire le vostre anime, perché Egli può farlo. Lo prego di illuminarvi con un prodigio dello Spirito Santo, affinché smettiate di tradirlo, bestemmiarlo e ferirlo sempre di nuovo.” (2 settembre 2014).

Nella sua strategia materna arriva a invocare un estremo “prodigio dello Spirito Santo”, pur di salvare il maggior numero di anime. Questo ricorda un po’ ciò che troviamo nella profezia che la Madonna ha consegnato a Bruno Cornacchiola il 12 aprile 1947 alle Tre Fontane. In essa la Vergine fa riferimento appunto a “potenti manifestazioni divine”, in risposta delle preghiere dei giusti: 

“Nel finale, molti saranno convertiti per le molte preghiere e per il ritorno all’amore di tutti, e per potenti manifestazioni divine.[5]

Dio non può dare partita vinta a Satana. Ad un certo punto, mentre gli avvenimenti decisivi incalzeranno, Dio interverrà in modo miracoloso.

Se voi non temete e testimoniate con coraggio, la Verità trionferà miracolosamente” (2 giugno 2015), ha detto una volta la Madonna ai suoi Apostoli. Questi interventi miracolosi saranno di appoggio alle “molte preghiere”, ai molti digiuni e ai molti sacrifici degli Apostoli della Regina della Pace e di tutti i giusti sparsi per il mondo; e condurranno molti a convertirsi e, quindi, a salvarsi.

 

Dio ha perciò in serbo un grande piano, per il quale ha delegato la Regina del Cielo e della Terra.

(continua)

 

Franco Sofia 

 

(Per approfondire: Franco Sofia, Medjugorje. Apostoli della Regina della Pace. Ultima chiamata, ed. Pime, 2020)



[1] Mirjana Soldo, Il mio Cuore trionferà, pp. 154 – 155.

[2] Mirjana Soldo, Il mio Cuore trionferà, p. 377. Il padre Agostino Fuentes, postulatore della causa di beatificazione di Giacinta e Francesco, in una conferenza che tenne in Messico nell’aprile 1959, dopo un incontro avuto con suor Lucia (il 26 dicembre 1957), riferì le parole preoccupate di suor Lucia. Tra le altre cose riferì queste parole: “Il diavolo brama impossessarsi delle anime consacrate. Cerca in ogni modo di corromperle, per addormentare le anime dei laici e condurle alla peggiore impenitenza… È per questo motivo che la mia missione non è quella di indicare al mondo il castigo materiale che certamente lo attende se non si converte per tempo alla preghiera e alla penitenza. No! La mia missione è di ricordare a ciascuno il pericolo imminente di perdere le nostre anime per l’eternità, se ci ostineremo nel peccato”. (Saverio Gaeta, Fatima, Tutta la verità, La storia, i segreti, la consacrazione, San Paolo, 2017, pp. 117-118).   

[3] Ivi, p. 374

[4] Ivi, p. 215. In una intervista (29 luglio 2012) Mirjana ha spiegato ancora più dettagliatamente questa realtà delle lacrime di Maria: «Sai, - dice Mirjana al suo interlocutore - le apparizioni del 2 del mese sono per quelli che non hanno ancora conosciuto l’Amore di Dio... Come Mamma, ha un grande dolore per i suoi figli» Ma piange anche Lei? «Le lacrime negli occhi le ho viste tante volte... Lei vuole i suoi figli nella strada giusta e come mamma soffre quando vede i nostri cuori duri... Parlare della sofferenza della Madonna ho dei problemi. Anche adesso mi vengono subito lacrime» e con lei, - commenta l’intervistatore - ci siamo commossi tutti nel sentirla descrivere quei momenti. «Ho visto tante donne soffrire... ma il dolore della nostra Madre si vede sul suo viso. Ogni muscolo trema dal dolore... questo per me è molto difficile da vedere (da sopportare, ndr)... e quando mi giro dopo l’apparizione, vedere che ancora non hanno capito (le persone presenti, ndr). Pensano ad altre cose ma non a quello che è importante: senza gamba o una mano, si può andare in paradiso, ma senza anima non si può. Quando capiremo questo, sarà molto diverso.» In http://www.guardacon.me/?A=Blog&p=567 

[5] S. Gaeta, Il veggente, p. 85).

sabato 26 dicembre 2020

LA TERRIBILE VERITÀ CHE LA MADONNA TENTA DI SCONGIURARE CON LE SUE APPARIZIONI - PRIMA PARTE

                                           LA TERRIBILE VERITÀ

CHE LA MADONNA TENTA DI SCONGIURARE CON LE SUE APPARIZIONI
PRIMA PARTE

[articolo rivisto e aggiornato]


Per avere un’idea delle dimensioni del grande ed epocale evento, al cui centro stanno le apparizioni di Medjugorje, occorre risalire un attimo a Fatima.

Nonostante conoscessi le memorie di Lucia di Fatima, c’era un particolare a cui non avevo posto attenzione adeguata. Mentre ero in preghiera mi si è presenta davanti l’agghiacciante verità in tutta la sua portata.

 Riguarda Giacinta. Racconta Lucia nelle sue “Memorie”:

Un giorno andai a casa di Giacinta per stare un po’ con lei. La trovai seduta sul letto, molto pensierosa. – Giacinta! A cosa stai pensando? – Alla guerra che deve venire. Dovrà morire tanta gente! E quasi tutta andrà all’inferno. Saranno rase al suolo molte case, e ammazzati molti preti. Senti: io vado in Cielo; e tu quando vedrai di notte quella luce che la Signora disse che deve venir prima, fuggi in Cielo anche tu!  – Non vedi che non si può fuggire in Cielo? – È vero! Non puoi. Ma non aver paura! lo, in Cielo, pregherò tanto per te, per il Santo Padre, per il Portogallo, perché la guerra non arrivi fin qui e per tutti i sacerdoti” (Lucia di Fatima, Memorie).

 Ciò che mi si è parato davanti in modo pauroso, è questo: Giacinta sta facendo riferimento al contenuto del segreto di Fatima, e in particolare alla seconda parte, quella in cui la Madonna annuncia che ci sarà una Seconda Guerra Mondiale. Giacinta afferma che morirà tanta gente e che “quasi tutta andrà all'inferno”.

Ora, se stiamo alle stime degli storici e dei documenti, i morti della seconda guerra mondiale si aggirano intorno a 71 milioni tra civili e militari.

Questa la cifra delle persone (“quasi tutte”) che secondo Giacinta è andata all’inferno. 

Come si può immaginare allora il dolore di Dio, per i suoi figli perduti?

 Se adesso consideriamo la portata delle apparizioni a Fatima in funzione del male che cercava di prevenire, allora è lecito chiedersi cosa effettivamente il Signore, inviando Maria, sta cercando di impedire che accada nel nostro tempo. Una purificazione che sicuramente ci sarà, e tale che rimangano solo gli eletti in un mondo con 7 miliardi di persone, significa qualcosa di infinitamente più spaventoso di quello che è successo con la Seconda Guerra.

  Suor Lucia ha una visione, non sappiamo se collegata al resto del Segreto di Fatima, ma che deve farci riflettere. Infatti,

«Fra le cose che potrebbero essere contenute nel Segreto di Fatima c’è proprio una terrificante visione profetica sul mondo di suor Lucia, questa sicuramente autentica perché pubblicata dalle stesse sue consorelle di Coimbra in un volume del 2014 che attinge alle lettere della veggente e al suo diario inedito.

È un’agghiacciante visione legata proprio al Terzo Segreto.

Suor Lucia scrive:

“ho sentito lo spirito inondato da un mistero di luce che è Dio e in Lui ho visto e udito: la punta della lancia come fiamma che si stacca, tocca l’asse della terra ed essa trema: montagne, città, paesi e villaggi con i loro abitanti sono sepolti. Il mare, i fiumi e le nubi escono dai limiti, traboccano, inondano e trascinano con sé in un turbine, case e persone in un numero che non si può contare, è la purificazione del mondo dal peccato nel quale sta immerso. L’odio, l’ambizione, provocano la guerra distruttrice. Dopo ho sentito nel palpitare accelerato del cuore e nel mio spirito una voce leggera che diceva: ‘nel tempo, una sola fede, un solo battesimo, una sola Chiesa, Santa, Cattolica, Apostolica. Nell’eternità il Cielo!’. Questa parola ‘Cielo’ riempì il mio cuore di pace e felicità”[1]».

  Ma ciò che preoccupa di più Dio, e di conseguenza la nostra Madre Addolorata, non è tanto l’arrivo di terribili eventi con la morte di un numero mai visto di persone, quanto la perdita delle anime, adombrata più volte nei messaggi, quella che la Gospa ha definito in diversi modi, uno dei quali tra i più drammatici è “perdizione eterna[2]:

"Cari figli, il mio Cuore materno soffre grandemente mentre guardo i miei figli che ostinatamente mettono ciò che è umano davanti a ciò che è Divino, i miei figli che, nonostante tutto ciò che li circonda e nonostante tutti i segni che vengono loro inviati, pensano di poter camminare senza mio Figlio. Non possono! Camminano verso la perdizione eterna. (2 marzo 2011).

Così pure nel messaggio del 2 luglio 2017 la Gospa invoca dai suoi Apostoli l’attenzione a ciò che veramente conta nei fratelli che non conoscono Gesù, cioè l’anima, e per questo chiede loro di amarli pregando affinché “le loro anime si salvino e abbiano la vita eterna”.

Franco Sofia

(Per approfondire: Franco Sofia, Medjugorje. Apostoli della Regina della Pace. Ultima chiamata, ed. Pime, 2020)



[1] Antonio Socci, da “Libero”, 22 marzo 2017. Commenta Socci: “Questo è un testo sicuramente autentico, è relativo al Terzo Segreto di Fatima e dovrebbe far riflettere molto seriamente”.

[2] Su questo vedere Capitolo II, “Coloro che non conoscono l’Amore di Dio” di Franco Sofia, Medjugorje. Apostoli della Regina della Pace. Ultima chiamata, ed. Pime, 2020).





martedì 22 dicembre 2020

Lettera ad un amico, un vero Apostolo della Gospa, che soffre tanto

 

LA BANCA DELLA SOFFERENZA

Lettera ad un amico, un vero Apostolo della Gospa, che soffre tanto

 



Carissimo amico mio,

seguo da tempo il tuo caso con una stretta al cuore. In questo tempo che ci viene dato dalla Provvidenza, nulla deve essere sprecato. Come Apostolo della Regina della Pace hai parecchio materiale da consegnare alla Gospa.

Anche a me capita che le persone chiedano come stia, perché si vede che sto male; rispondo che ho tanto materiale per la Gospa.

Io mi servirò di voi”, ha detto Lei tempo fa (2 gennaio 2015 e 2 giugno 2015), e io mi accorgo quanto questo sia vero.  Da tempo penso a una “Banca della Sofferenza”. Quanto oro nel mondo che viene sprecato sotto forma di sofferenza!

Non è dato a tutti di comprenderlo, ma le sofferenze sono doni preziosi che non vanno sprecati.

Nella parabola dei talenti, Gesù rimprovera il servo malvagio che non ha fatto fruttare il talento consegnatogli e che invece l’ha sotterrato, rimproverandolo: “Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l'avrei riscosso con gli interessi” (Lc 19, 22-23).

Questa Banca, carissimo, è Maria. Consegniamo a Lei le nostre sofferenze perché ne ha bisogno più di quello che possiamo immaginare, e Lei le farà fruttare, appunto come la banca della parabola dei talenti:

“Mio Figlio – ha detto in un messaggio la Vergine Maria – mi ha promesso che il male non vincerà mai, perché qui ci siete voi, anime dei giusti: voi, che cercate di dire le vostre preghiere col cuore; voi, che offrite i vostri dolori e sofferenze a mio Figlio; voi, che comprendete che la vita è soltanto un battito di ciglia; voi, che anelate al Regno dei Cieli. Tutto ciò vi rende miei Apostoli e vi conduce al trionfo del mio Cuore” (Messaggio del 2 novembre 2014).

Anche questo messaggio mi torna in mente spesso, durante le mie sofferenze, allo stesso modo immagino che possa aiutarti:

 “Cari figli, io sono sempre con voi, perché mio Figlio vi ha affidato a me. E voi, figli miei, voi avete bisogno di me, mi cercate, venite a me e fate gioire il mio Cuore materno. Io ho ed avrò sempre amore per voi, per voi che soffrite e che offrite i vostri dolori e le vostre sofferenze a mio Figlio e a me. Il mio amore cerca l’amore di tutti i miei figli ed i miei figli cercano il mio amore. Per mezzo dell’amore, Gesù cerca la comunione tra il Cielo e la terra, tra il Padre Celeste e voi, miei figli, la sua Chiesa. Perciò bisogna pregare molto, pregare ed amare la Chiesa a cui appartenete. Ora la Chiesa soffre ed ha bisogno di Apostoli che, amando la comunione, testimoniando e dando, mostrino le vie di Dio. Ha bisogno di Apostoli che, vivendo l’Eucaristia col cuore, compiano opere grandi. Ha bisogno di voi, miei Apostoli dell’amore. Figli miei, la Chiesa è stata perseguitata e tradita fin dai suoi inizi, ma è cresciuta di giorno in giorno. È indistruttibile, perché mio Figlio le ha dato un cuore: l’Eucaristia. La luce della sua risurrezione ha brillato e brillerà su di lei. Perciò non abbiate paura! Pregate per i vostri pastori, affinché abbiano la forza e l’amore per essere dei ponti di salvezza. Vi ringrazio!” (Messaggio del 2 dicembre 2015).

Un abbraccio e una benedizione, Franco diacono Sofia

domenica 20 dicembre 2020

ADESSO È IL TEMPO DEGLI APOSTOLI

 


La rivelazione progressiva degli Apostoli della Regina della Pace


 

18 marzo 2017 - La folla durante l'apparizione annuale a Mirjana

Ci siamo lasciati con una ipotetica domanda di Massimiliano, ma in verità si tratta di una mia provocazione:

 

che succede alla missione degli Apostoli, se, come ha detto una volta la Madonna, c’è un tempo per la conversione, e dopo il terzo segreto, per coloro che non conoscono l’Amore di Dio, non ci sarà più tempo?

E cosa faranno per tutto il tempo dei segreti gli Apostoli? “.

 Ecco, questa domanda è la scusa per parlare dei compiti che la Gospa ha affidato ai suoi Apostoli.

Nel fare quella domanda ipotetica, Massimiliano probabilmente ricorda il messaggio seguente:

“Tutti i segreti che ho confidato si realizzeranno e anche il segno visibile si manifesterà. Ma non aspettate questo segno per soddisfare la vostra curiosità. Questo, prima del segno visibile, è un tempo di grazia per i credenti. Perciò convertitevi e approfondite la vostra fede! Quando verrà il segno visibile, per molti sarà già troppo tardi. (23 dicembre 1982).
Questo messaggio riguarda i credenti. “Questo è un tempo di grazia è un tempo di grazia per i credenti”, dice la Madonna. Può sembrare strano, ma proprio ad essi ella chiede la conversione. Intendendo per credenti tutti coloro che all’anagrafe sono segnati come tali.

  Di per sé c’era stato un altro messaggio precedente, più vecchio solo di tre mesi, in cui appare l’affermazione “troppo tardi”:

Affrettatevi a convertirvi! Quando si manifesterà sulla collina il segno promesso sarà troppo tardi. Questo tempo di grazia costituisce per voi una grande possibilità per convertirvi e approfondire la vostra fede.(2 settembre 1982).

 Ma anche in questo è evidente che l’invito è fatto ai credenti.

 La frase: “Quando si manifesterà sulla collina il segno promesso sarà troppo tardi” (2 settembre 1982)  e  Quando verrà il segno visibile, per molti sarà già troppo tardi.” (23 dicembre 1982), potrebbe avere quest’altro significato: che molti moriranno prima del segno, e, avendolo atteso per anni solo per curiosità, nel frattempo avranno perso la grazia che la Madonna ci ha ottenuto attraverso le sue apparizioni. Ed è quello che è successo. Se io guardo gli elenchi di coloro che in tutti questi anni, senza giudicare nessuno, sono venuti con me a Medjugorje, scopro che tanti sono già in Paradiso.

 Può significare anche che coloro che non si sono convertiti in tempo durante questi anni di apparizioni, di fronte all’eccezionalità del Segno, vorranno tornare indietro per recuperare il tempo perduto, ma scopriranno che ormai è tardi.  

 Poi ci sono quelli che nonostante il Segno continueranno a non credere:

Anche quando sulla collina lascerò il segno che vi ho promesso, molti non crederanno. Verranno sulla collina, si inginocchieranno, ma non crederanno. È ora il tempo di convertirsi e fare penitenza! (19 luglio 1981).
Ma questo indica anche la difficoltà che queste persone incontreranno dinanzi all’accavallarsi tumultuoso dei segreti.

 Nel 1985 Vicka riguardo al Segno, aveva dato questa risposta a padre Janko Bubalo:

Padre mio, chi non crede senza questo [cioè, senza il segno], non crederà neppure allora. Però ti dico anche questo: guai a chi aspetterà il Segno per convertirsi! Mi sembra di avertelo detto una volta: che molti verranno, può darsi che si inchineranno davanti al Segno, ma malgrado tutto non crederanno. Sii felice di non essere tra di loro. (Janko Bubalo, Mille incontri con la Madonna, Edizioni Messaggero, 1985, cap. 54).

 


Ma col Segno sulla collina delle apparizioni, si conclude anche il tempo di grazia per i non credenti?

 No di certo, anche se nei primi anni delle apparizioni circolava qualche messaggio in cui si affermava questo in modo erroneo.

 Ma allora perché questo “troppo tardi” su cui hanno rivangato in tanti?

 In una intervista con p. Livio (2/1/2008), Vicka ha detto che “La Madonna non ha spiegato perché sarà troppo tardi, ed io non l’ho chiesto, ha detto solo che stiamo vivendo in un tempo di grazia” … “non so cosa potrebbe essere, ma ‘troppo tardi’ mi sembra giusto”.

 Il segno viene lasciato in forma permanente proprio per i non credenti, ma anche per rafforzare la fede dei credenti, e come prova della autenticità delle apparizioni per la Chiesa.

 Queste tre realtà le ha ricordate Vicka in quella stessa intervista.

(Radio Maria, 016 Intervista a Vicka – 02/01/2008 - Data di pubblicazione: 6 Marzo 2017 Di: Padre Livio Fanzaga, https://radiomaria.it/puntata/016-intervista-a-vicka-02-01-2008/).

La stessa dinamica dei segreti ci ricorda che Dio dà ancora del tempo per la conversione. D’altra parte la grandiosità del progetto legato all’esito di queste apparizioni, riguarda la salvezza di più anime possibile. I segreti sono mirati alla conversione degli uomini. Quel “troppo tardi” da questo punto di vista potrebbe essere rivolto a tutti coloro che non vogliono convertirsi.

 In questo tempo che precede il Segno e in quello che segue, come si svilupperà la missione degli Apostoli?

 Ho già detto che la missione degli Apostoli è a termine, essendo finalizzata al raggiungimento del Trionfo del Cuore Immacolato di Maria e all’instaurarsi del nuovo tempo di pace o di primavera, come l’ha chiamato la Madonna. Quindi ha un traguardo temporale che si pone dopo la conclusione dell’ultimo segreto. Come si realizzerà prima e dopo il terzo segreto, è un altro discorso.

 Una cosa è sicuramente finita: la presenza della Madonna nelle apparizioni del 2 del mese. Ed è finito il tempo della preghiera per coloro che non conoscono l’Amore di Dio, che caratterizzava quei 4 o 5 minuti in cui Lei era presente e pregava insieme a Mirjana e insieme ai suoi Apostoli raccolti attorno alla Croce Blu e sparsi nel mondo.

 Attenzione però: questa preghiera, che costituisce l’anima della missione degli Apostoli, non finisce perché sono finite le apparizioni del 2 del mese, ma anzi è destinata a intensificarsi. Dovunque essi si trovino, rimangono radunati attorno alla loro Regina, ma in una condizione diversa. Non ha promesso loro la Madonna, e numerose volte: “Io sono con voi!”, e soprattutto “Io sarò con voi!”?

O anche: “io mi servirò di voi?” (2 gennaio 2015).

 Inoltre, durante i segreti la missione degli Apostoli convergerà con quella di Mirjana. Essi saranno di supporto a Mirjana nella rivelazione dei segreti. Non ha detto una volta la Madonna:

“… invito voi, miei figli, a osservare bene i segni dei tempi, a “raccogliere le croci frantumate” e ad essere Apostoli della Rivelazione.”? (2 maggio 2016).

 “Qui per la prima volta è apparsa la definizione “Apostoli della Rivelazione”. Apostoli di quegli eventi che ci prepariamo a vivere?

 “Come infatti c’è stata una rivelazione progressiva di Mirjana a cui corrisponde un avvicinamento alla rivelazione ormai imminente dei segreti, allo stesso modo ci sarà una progressiva rivelazione degli Apostoli. E come per Mirjana arriverà il tempo della rivelazione dei segreti, così per gli Apostoli della Regina della Pace arriverà il tempo di dare il loro contributo a questa rivelazione.

La storia delle apparizioni di Medjugorje è legata alla rivelazione dei segreti. Questi vengono rivelati ai veggenti, i quali a loro volta li riveleranno a suo tempo, anche se la rivelazione pubblica è appannaggio di Mirjana. Non c’è dubbio perciò che gli Apostoli, per le prerogative che sono loro proprie, abbiano un posto non secondario anche come appoggio a quest’altra missione di Mirjana.” (da Franco Sofia, Medjugorje. Apostoli della Regina della Pace, Ultima chiamata, Mimep, 2020, Capitolo Settimo).

Ma la Madonna ha assegnato ai suoi Apostoli diversi compiti, la maggior parte dei quali ho riassunto così:

·         Pregare per coloro che non conoscono l’Amore di Dio

·         Digiunare e offrire sacrifici, e anche sacrificarsi per loro

·         Pregare, digiunare, offrire sacrifici per i pastori della Chiesa, e custodirli

·         Osservare bene i segni dei tempi e parlarne

·         Raccogliere le croci frantumate

·         Essere Apostoli della Rivelazione

·         Rinnovare la Chiesa

·         Diffondere l’amore di Gesù, la Verità, il Vangelo

 

(Cfr. ivi, Capitolo sulla missione)

 

Come si vede la missione ha vari aspetti, e tanti di questi sono necessari per il tempo dei segreti.

Ricordiamoci che la Madonna ha detto più di una volta ai suoi Apostoli:

 “mi servirò di voi” (2 gennaio 2015). E un’altra volta: “ è giunto il tempo delle opere di Verità, di mio Figlio. Il mio amore opererà in voi, mi servirò di voi.” (2 giugno 2015).

Ed ha anche detto che Gesù si servirà di essi: “Egli si servirà di voi per prendersi cura delle anime ferite e convertire quelle perdute.” (2 dicembre 2016).

 E perciò come può non servirsi dei suoi Apostoli, soprattutto in un tempo così drammatico come quello dei segreti?

 

 SPETTA A VOI

Cari figli, Apostoli del mio amore, spetta a voi diffondere l’Amore di mio Figlio a tutti coloro che non l’hanno conosciuto. A voi, piccole luci del mondo, che io istruisco con materno amore perché splendano chiaramente di uno splendore pieno.

La preghiera vi aiuterà, perché la preghiera salva voi, la preghiera salva il mondo.

Perciò, figli miei, pregate con le parole, con i sentimenti, con l’amore misericordioso e col sacrificio. Mio Figlio vi ha mostrato la via: lui, che si è incarnato ed ha fatto di me il primo calice; lui, che col suo sublime sacrificio vi ha mostrato come bisogna amare.

Perciò, figli miei, non abbiate paura di dire la verità. Non abbiate paura di cambiare voi stessi ed il mondo diffondendo l’Amore, facendo in modo che mio Figlio sia conosciuto ed amato, amando gli altri in Lui.

Io, come Madre, sono sempre con voi. Prego mio Figlio che vi aiuti affinché nella vostra vita regni l’Amore: l’Amore che vive, l’Amore che attrae, l’Amore che dà vita. Questo è l’amore che io vi insegno, l’amore puro. Spetta a voi, Apostoli miei, riconoscerlo, viverlo e diffonderlo. Pregate per i vostri pastori con sentimento, affinché possano testimoniare mio Figlio con amore. Vi ringrazio!” (2 aprile 2017). 

 

Franco Sofia

 

Qui trovate la Prima parte: https://apostolidellareginadellapace.blogspot.com/2020/12/ma-per-essere-apostoli-della-gospa-si.html

Qui la Seconda Parte: 

 https://apostolidellareginadellapace.blogspot.com/2020/12/fare-chiarezza-preghiera-come-missione.html

Qui la Terza Parte:

https://apostolidellareginadellapace.blogspot.com/2020/12/si-puo-capire-se-siamo-veri-apostoli.html

Qui la Quarta Parte:

 https://apostolidellareginadellapace.blogspot.com/2020/12/siamo-in-tempo-per-rispondere-come.html

venerdì 18 dicembre 2020

FUORI DI MEDJUGORJE I FRUTTI DELL’INFERNO, A MEDJUGORJE I FRUTTI DEL CIELO

 


Medjugorje è un mondo a parte, un pre-ammonimento? 

 

Ci sono stati due momenti vissuti nel tempo da Medjugorje che forse costituiscono un segno per i credenti, quasi un pre-ammonimento in vista di quelli contenuti nei segreti.

 


Il primo riguarda il tempo della guerra civile, il secondo il tempo che stiamo vivendo a causa del Covid-19. Il primo era legato a un evento locale; il secondo è legato a un evento a carattere mondiale.

Mi ha indotto a fare questa riflessione un passaggio della testimonianza di p. John Boughton.[1]

Lui racconta che dopo la sua conversione dal protestantesimo ha vissuto per qualche anno a Medjugorje durante la guerra civile Jugoslava:

“qui ero sotto la guida di fra Svetozar e fra Slavko per quasi due anni. Dunque i miei primi due anni da cattolico sono stati in questa parrocchia. Ed era meraviglioso perché ho potuto letteralmente guardare giorno per giorno, a volte anche più volte al giorno, i frutti del paradiso e dell'inferno allo stesso tempo.

Noi lasciavamo quella piccola e tranquilla terra di Međugorje e partivamo per Mostar, poi andavamo su, fino a Zenica e Tuzla e nei luoghi a, intorno e al di fuori di Sarajevo e affrontavamo i frutti dell'inferno. Poi tornavamo e osservavamo i frutti del cielo. Poi guardavo i frati come affrontavano tutte le sfide. Uno dei miei eroi, fra Leonard Oreč, che riposi in pace, ricordo il giorno, in cui i musulmani e i Croati hanno firmato una tregua.”

 Tutte le testimonianze di quel tempo esaltano il mistero di Medjugorje come di un’isola indenne dalla guerra che pur tuttavia la circondava da molto vicino.




Ma anche oggi, in questo tempo di pandemia, chi va a Medjugorje può constatare che quasi nessuno usa mascherine, in chiesa si sta affollati uno accanto all’altro, il sacerdote dà la comunione sulla lingua. Insomma, anche ora fuori c’è l’inferno e a Medjugorje c’è il cielo.

Ma ci sono altre evidenze in comune tra questi due tempi che dovrebbero essere sottolineate. Tutti e due hanno portato a una situazione drammatica dal punto di vista economico.

Mi chiedo se è possibile leggere questi due tempi alla luce di un messaggio che la Gospa aveva dato nell’ormai lontano 1983, appena due anni dopo l’inizio delle apparizioni:

“Qui a Medjugorje molte famiglie avevano cominciato a convertirsi con entusiasmo, ma poi sono tornate agli affanni per le cose materiali, dimenticando così l’unico vero bene. Io non sono contraria a che i fedeli cerchino anche il benessere materiale, però non devono tralasciare la preghiera.” (18 novembre 1983).

Più di una persona, compresa la veggente Marija, hanno notato che il tempo del Covid ha portato a un rinnovato fervore nei parrocchiani di Medjugorje, un ritorno alla preghiera come nei primi tempi.

Ma è vero anche quello che la Madonna dice nel messaggio del 1983, che a Medjugorje, in tutti questi anni, molte famiglie “sono tornate agli affanni per le cose materiali”.

Per tutti questi motivi a me pare che la situazione che ha vissuto nel passato, all’interno di una situazione locale, e che sta vivendo nel presente, all’interno di una situazione mondiale, Medjugorje, costituisca un ammonimento e un segno.

 

 

Franco Sofia



[1] La testimonianza di p. John Boughton è stata pubblicata sul canale YouTube "Fruits of Medjugorje" (I frutti di Medjugorje):  https://www.youtube.com/watch?v=oZ7C3rziPno&ab_channel=FruitsofMedjugorje.  Mentre quella integrale la potete trovare in:

http://www.medjugorje.hr/it/attualita/john-boughton-sono-venuto-a-medjugorje-come-protestante-e-sono-diventato-un-sacerdote-cattolico,10919.html

O in forma più leggibile in: https://apostolidellareginadellapace.blogspot.com/2020/11/sono-venuto-medjugorje-come-protestante.html

 

mercoledì 16 dicembre 2020

Testimonianza di David Parkes sulla sua conversione e la guarigione a Medjugorje

 

Gli avevano dato due mesi di vita


 

David Parkes




 Quando Parkes  si ammalò del morbo di Crohn  era un calciatore professionista. I medici furono spietati nel dirgli che avrebbe avuto più o meno, due mesi di vita.

Affrontò il pellegrinaggio e venne a Medjugorje. Dopo il miracolo della guarigione fisica, arrivò anche la guarigione spirituale. David continuò a costruire la sua carriera nel mondo della musica di contenuti cristiani. Dal 2001 trascorre a Medjugorje lunghi periodi lavorando per Marian Pilgrimages.

Vi riportiamo nella sua interezza la sua storia su come Medjugorje abbia cambiato la sua vita. Potete approfondire tutto questo sul canale YouTube Fruits of Medjugorje. Per più di contenuti vi raccomandiamo anche la pagina Facebook "Fruits of Medjugorje". Per conoscere meglio il progetto "Fruits of Medjugorje" ("Frutti di Medjugorje"), potete aprire la pagina di cui sopra o fatelo QUI.

 

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E da quel giorno ad oggi i dolori, la nausea, il vomito, la diarrea come conseguenze della malattia di Crohn sono subito scomparsi. Ho sentito parlare di Međugorje per la prima volta nel 1989 perché in quel periodo ero gravemente malato e la prognosi non era buona.

Avevamo anche un concerto di beneficenza come supporto finanziario alla famiglia e al concerto c'erano due persone che gestivano un'agenzia turistica e loro hanno invitato mia moglie Anne e me in un posto chiamato Međugorje. Ma io non volevo andarci perché Dio ed io non eravamo collaboratori, e il motivo era il mio figlio maggiore Ken che soffriva di una malattia congenita incurabile, la fibrosi cistica.

Poi mi sono ammalato io della malattia di Crohn ed ero arrabbiato con Dio e, in realtà, non volevo andarci, ma a quanto pare, quella doveva essere la mia ultima vacanza con mia moglie.

Non avendo la fede sono andato con un prete veramente speciale di Chicago, si chiamava fra Peter Mary Rookey. Padre Peter mi ricordava i vecchi parroci dei film western, dalla voce molto alta: “forza, adesso un Amen!” E tutti dovevano rispondere "Amen" e questo mi respingeva, perchè sono abbastanza discreto e tutto mi sembrava un po' americanizzato.

Dopo essere arrivato a Međugorje nel 1989 questo era un posto con una sola via, ad essere sincero, la via cominciava dal ponte di Međugorje e finiva alla rotatoria dove, l'ho saputo più tardi, c'erano i resti dell'antica chiesa cattolica. E la strada a destra e a sinistra era una strada di campagna e non mi piaceva quell'impressione, volevo tornare a Dubrovnik, lì ho passato la luna di miele, cioè a Cavtat. Volevo agire, agire molto, ma ad ogni scusa per lasciare Međugorje, mia moglie aveva una risposta per rimanere ancora un po'.


Fra Peter Mary Rookey 


Si è diffusa la voce che Peter Mary Rookey doveva celebrare la Messa nella Chiesa di San Giacomo, ma era una bugia. Non era nemmeno sull'altare e appena sono uscito Anne ed io ci siamo persi. Poi ho sentito mia moglie che gridava: David, David, aspetta, e quando mi sono girato, l'ho vista correre dall'entrata della chiesa. Mi ha detto: David, oggi padre Rookey avrà una preghiera per le guarigioni al cimitero.

Mi sono girato verso di lei e le ho detto: Spero che abbia più fortuna di noi con la sua presunta Messa di stamattina. Ho aggiunto: Me ne vado, sono troppo malato, il dolore per la malattia di Crohn era insopportabile. Lei mi ha detto: David, pensa alle vite dei nostri figli, se vieni con me alla preghiera di guarigione, appena finisce, io andrò nella pensione, farò le valigie e andremo a Dubrovnik.

E io volevo sentire queste parole, così abbiamo passeggiato accanto alla chiesa, attraverso i vigneti perché i vigneti erano vicino, quasi accanto alla chiesa. Abbiamo attraversato un bel boschetto, dove c'è oggi la statua del Salvatore Risorto accanto al cimitero.

Era pieno di gente, si sono riunite 700-800 persone perché padre Rookey era così famoso che, appena la gente sentiva che sarebbe stato in un posto, accorrevano tutti perché aveva il bel dono della preghiera per le guarigioni e così ci siamo andati anche noi.

C'era tanta gente e al cimitero c'era una piccola superficie pavimentata davanti a una piccola cappella funeraria, e al centro della cappella funeraria c'erano padre Rookey e tre preti irlandesi, li benediva come sempre. E poi se ne sono andati, benedivano le persone, padre Rookey è arrivato vicino al posto, in cui c'ero io accanto a un ragazzo su una sedia a rotelle e mi ricordo che gli ha detto: “Sei pronto a fare un passo nella fede per Gesù?” Questo mi è rimasto impresso fino ad oggi e il giovane gli ha detto di sì, poi l'ha unto con l'olio ed è proseguito avanti verso la prossima persona, ha imposto le mani e loro "svenivano", così pensavo io.

Poi ho scoperto che questo si chiama riposo nello spirito, ma non l'avevo mai visto prima. Pensavo che si trattasse di stregonerie di un prete con le sue pratiche, ma poi altri sei si sono avvicinati, tutti sono caduti e io, come un vero cinico, mi sono girato verso Anne e le ho detto: Anne, questa è isteria!

Quando qualcuno lo fa, lo faranno tutti. Nessuno vorrà rimanere in piedi, tutti devono essere visti, ottenere ciò che ottengono a terra e se non lo ottengono, si chiederanno: Cosa è andato storto? A quel punto Anne mi ha detto di stare zitto e io me ne sono andato. Non potevo stare in piedi e guardare cosa succedeva e sono tornato dopo 15 minuti. Poi Anne si è girata e mi ha detto: David, perché non vuoi ricevere la benedizione?

E io le ho detto: Ehi, non dimenticare che io sono ateo! Ma tu hai detto che ti sarebbe servito, sei molto malato, così sono andato di nuovo e sono tornato, quello spettacolo è durato più di due ore, io andavo e tornavo. E poi mi sono detto finalmente: Senti, sei veramente stupido, avresti dovuto ricevere la benedizione due ore fa e saresti potuto andare già da qualche parte, così mi sono messo in fila con circa 60 persone; tre preti irlandesi stavano davanti a padre Rookey, mi benedivano a turno, non succedeva niente e guardavo l'orologio per vedere quanto ancora dovevo rimanere lì.

Ho guardato verso l'orologio e padre Rookey, che si definiva "rookie priest" (prete novizio), mi ha detto: Io sono solo un "prete novizio" e mi ha sorriso. Mi ha detto: David, c'è qualcosa che mi vuoi dire e io gli ho risposto che non volevo parlare con lui. Gli ho detto che ero gravemente malato, che il dolore era insopportabile e che i dottori mi avevano dato ancora solo due mesi di vita e lui ha messo la mano in tasca e ha tirato fuori un crocifisso delle dimensioni del mio palmo.

Un piccolo crocifisso nero e questo crocifisso conteneva sette reliquie dei sette fondatori dell'ordine dei servi di Maria. Da lì questo nome, padre Peter Mary Rookey, tutti i preti dell'Ordine hanno il nome Maria nei loro nomi, così mi ha messo nella mano destra questa croce, poi con il pollice ha toccato l'olio e mi ha unto la fronte, poi ha imposto le sue mani sulla mia testa e ha cominciato a pregare e dopo ricordo che ha preso il crocifisso dalle mie mani.





Poi ricordo che stavo disteso sulla schiena, ero in quella posizione 20 minuti. Quando mi sono alzato da terra, ho visto un politico con noi. Dell'Irlanda, non era un politico molto importante perché noi abbiamo due parlamenti - la Camera bassa (suprema) e il Senato.

Quelli nel Senato sono i senatori, quindi non sono politici. Dunque, lui ne fa grande uso in America perché lì il senatore ha una posizione molto alta e quando ho aperto gli occhi e ho visto chi stava sopra di me, era il senatore Donie Cassidiy e io lo conoscevo perché lui faceva parte del business della musica e il mio primo pensiero quando ho aperto gli occhi è stato: Oddio, quando torna a Dublino, cosa dirà a tutti quei musicisti alcolizzati di Parks che sta disteso sulla schiena - al cimitero.

Quando mi sono alzato e ho pulito i vestiti, mi ha detto: Parks, lo Spirito Santo ti è fortemente vicino, hai riposato per 20 minuti. Ma io non ero a conoscenza di nulla di ciò che era successo, tranne il calore che bruciava nel mio corpo e che andava dalla testa alla punta dei piedi. Non l'ho mai più sperimentato dopo Međugorje, né mai prima di Međugorje, dunque da quel giorno i dolori, i disturbi, il vomito, la diarrea dovuti alla malattia di Crohn sono scomparsi. Ero molto contento di aver sperimentato una guarigione spirituale.

Tra questi due miracoli, come li chiama la gente, la guarigione spirituale era la più forte. Ero circondato dai guai, non avevo pace nella vita, il mio figlio maggiore Ken, come avevo già detto, è nato con la fibrosi cistica e non potevo rassegnarmi. Quando è nato, giocavo a calcio professionalmente, ho avuto il grande onore di giocare contro Pele, George Best, rappresentante della mia patria.

E poi un calciatore così allenato, snello, abile, forte ed energico diventa padre di un bambino, un bambino imperfetto. Perché è così che lo chiamavo, lo definivo la mia croce. Non potevo rassegnarmi e questo creava un dissenso tra Anne e me, quindi due volte ho lasciato Anne, ma lei aveva un'incredibile capacità di perdonare e mi ha perdonato entrambe le volte, mi ha di nuovo accolto in casa. Grazie a Dio stiamo ancora insieme ed, ecco, abbiamo festeggiato 46 anni di matrimonio e ci teniamo ancora per mano perché se ci lasciassimo, ci prenderemmo a botte.

Dopo la guarigione fisica il desiderio di abbandonare Međugorje è scomparso. Međugorje bruciava dentro di me e la Chiesa di San Giacomo era come una calamita. Non potevo smettere di andare nella Chiesa di San Giacomo e, quindi, andavamo alla Messa in croato delle sei e mezza, facevamo colazione, tornavamo alla Messa in tedesco, e poi, naturalmente, alla Messa in inglese. A volte rimanevamo anche alla Messa in italiano.

Ho sperimentato tutto molto seriamente. Un pomeriggio eravamo seduti davanti alla Chiesa di San Giacomo, eravamo solo seduti, non parlavamo, io pensavo a questi ultimi giorni, allo stesso tempo passavano molte persone di diverse nazionalità.

Gli inglesi parlavano di pace ("peace"), abbiamo sentito anche dei croati che nominavano "mir" e alcuni raccontavano come hanno sperimentato questa pace incredibile sulla collina delle apparizioni.

Mi sono girato verso Anne, anche se ero ancora debole dopo due operazioni, non mi ero ancora ripreso e le ho chiesto: “Vorresti che salissi sul Monte delle apparizioni, dove tutte queste persone sperimentano questa pace?” Non ero cosciente che era la domenica che oggi chiameremmo la Domenica della Divina Misericordia, quindi siamo partiti di pomeriggio e quando siamo arrivati sul monte, c'era una folla di gente perché la parrocchia di Međugorje si arrampicava sul Monte.

Quando siamo arrivati nel luogo dove sarebbe apparsa la Madonna il primo giorno, era pieno di gente, Anne ed io siamo scesi dal monte e lei ha trovato un'enorme pietra, sulla quale si è seduta ed io stavo solo con le spalle girate verso la collina, guardando direttamente verso le bellissime torri doppie della Chiesa di San Giacomo e non sapevo cosa fare. Volevo pregare, ma non sapevo come, ho dimenticato di pregare e mi ricordo che mi sono detto che avrei pregato il Padre nostro, ma questo era tutto ciò che sapevo.

Poi ho provato a pregare l'Ave Maria e tutto ciò che sono riuscito a dire era: Ave, Maria. Anne, seduta sul sasso, come mi aveva detto dopo, mi osservava e ha notato che mi ero innervosito perché non sapevo pregare e allora lei è saltata da quella pietra e quando è caduta per terra, io mi sono spontaneamente girato verso di lei, voltando le spalle alla chiesa, ho proteso le braccia verso di lei, l'ho abbracciata e mi sono scusato per tutti gli insulti che le avevo rivolto, tutto il dolore che avevo causato ai nostri figli, ai parenti e ai nostri amici.

Lei ha cominciato a piangere e poi ha messo le sue braccia intorno al mio collo e poi, per questo suo piccolo gesto d'amore, io ho cominciato a piangere. Abbiamo pianto così abbracciati per dieci minuti e quando ho smesso, ho sentito un'indescrivibile pace interiore. Una pace interiore che evidentemente ha permesso a David Parks di vivere con se stesso.

Non volevo più andarmene da Međugorje. Come si avvicinavano i giorni della partenza, non volevo andarmene, ricevevo troppe cose, mi avvicinavo a Dio ogni momento. Ho ricevuto una nuova visione. Potevo vedere ciò che Dio voleva che io vedessi con i miei occhi e occhiali.

Il giorno della partenza siamo andati all'aeroporto, e il volo era cancellato, io volevo ritornare, ma tutti gli altri 165 fanatici religiosi, come li vedevo io, hanno assalito l'accompagnatrice. Se lei non fosse stata d'accordo con la partenza, loro l'avrebbero fatta a pezzi. Io volevo tornare a Međugorje.

La gente diceva: Non posso credere che suo marito voglia tornare a Međugorje. In questa fase di vita io sarei stato molto discreto, soprattutto quando si tratta della fede, e la maggior parte delle persone sapeva che ero arrabbiato per la malattia, ma ricordo che ci sono voluti 6 mesi a ristabilire i muscoli addominali dopo le due operazioni.

E quando sono arrivato a casa, non potevo ancora cantare, i muscoli non erano ancora abbastanza forti, quindi tre giorni dopo il ritorno da Međugorje sono andato a trovare la mia band. Quando ero andato a Međugorje, gli avevano detto che mi sarebbero rimaste ancora due settimane di vita e quindi temevano che non mi avrebbero mai più visto in buona salute.

Quando sono entrato nella stanza, stavo dritto in piedi perché prima ero sempre curvo a causa dei dolori insopportabili e là c'erano sette musicisti che bevevano molto. Sapete, la maggior parte dei musicisti, se sono proprio professionisti, trova la forza nell'alcol perché diminuisce il dolore e così, quando sono entrato, loro sono rimasti completamente senza parole e mi hanno solo chiesto cosa era successo.

Io gli ho raccontato tutto e la loro reazione è stata: È un miracolo! Impossibile, quando sei andato via dieci giorni fa, non potevamo nemmeno immaginare che saresti di nuovo ritornato qua. E così loro hanno raccontato a tutti di me e tre giorni dopo mi hanno chiamato dall'ufficio dell'Associazione dei Musicisti a Dublino. Abbiamo una notizia stupenda, una storia stupenda, ma era come se Dio avesse deciso, visto che sono là, che avrei dovuto fare qualcosa per Lui.

E quando sono tornato a cantare, circa 6 mesi dopo, cantavamo la musica rock & roll, la collaborazione è durata fino al settembre 1993, ma in settembre ho sentito che mi mancava la motivazione. Questo è forse l'unico modo, con cui potrei descriverlo e dicevo sempre alla mia band: "Guardate, se mi manca la motivazione, non ha senso venire qua”, perché eravamo in sette.

E quindi ho deciso di fare qualcosa per il Signore, semplicemente sentivo che stava lentamente sistemando nel mio cuore le piccole cose che voleva che io facessi. Come si è manifestato tutto questo? Nel giugno 1993 la signora Heather Parsons, che era pure una giornalista, voleva andare a Međugorje nel turbine della guerra per fare un documentario su Međugorje al tempo della guerra e cercava, naturalmente, un volontario.

Eccomi, Signore! La mia famiglia era preoccupata al pensiero che io andassi in una zona di guerra a compiere questo lavoro in quel luogo santo. Ci siamo andati lo stesso e abbiamo filmato fuori dalla porta della sacrestia e in quel periodo padre Filip Pavić era il coordinatore dei pellegrini in lingua inglese.

Mi ricordo quando sono stato lì nel 1989, padre Filip era coordinatore e aveva una voce meravigliosa, cantava sempre, poteva avere lì anche il coro della Cappella Sistina, non gli dava fastidio, lui dirigeva. E così filmavamo e subito dietro di noi c'era la porta della sacristia, si è aperta e, naturalmente, è uscito lui, con il suo accento di Chicago e ha chiesto: Qualcuno sa cantare?

Io non dissi nulla, ma l'equipe gli suggeriva: Padre, lui lo sa, lui lo sa! Mi sono scusato con padre Filip che non avrei potuto cantare perché non avevo con me le mie basi musicali. Lui stava un po' curvo, poi si è raddrizzato e ha detto: Non ti serve la base per cantare alla Madonna, allora non sono passato attraverso la porta, ma sotto la porta sentendomi così piccolo, ma durante la comunione ho cantato l'Ave Maria a cappella e mi sono di nuovo seduto, alla fine sono uscito per filmare quando si è avvicinato a me un uomo alto, magro come un chiodo e mi ha chiesto cosa facevo in settembre.

E io gli ho chiesto: A chi interessa? Si è presentato come il dott. Sam Worley. Lui ha detto che conduceva la conferenza mariana a Pittsburgh e che voleva che io venissi a cantare l'Ave Maria. E così il Signore ha unito tutto insieme. Sono stato invitato in settembre, ho cantato l'Ave Maria, mi pare ventiquattro volte in tre giorni perché in ogni pausa mi dicevano: Canta l'Ave Maria, e lì c'erano dieci persone che conducevano le 10 maggiori conferenze mariane in tutta l'America e io sono stato invitato. Anche durante i seguenti anni, da oratore sono diventato conduttore in tutte queste conferenze.

Dunque, il Signore aveva già pianificato tutto, aspettava solo il mio consenso per farlo. Dio mio, come ero felice, proprio felice!

Lavoro qui a Međugorje dal 2001, è stato un episodio piuttosto strano, viaggiavo in America e nel mondo suonando concerti cristiani dal 1993, come avevo detto. Allo stesso tempo, mio figlio Ken si è ammalato gravemente, ha la fibrosi cistica e i suoi polmoni diventavano con il tempo sempre più deboli e spesso durante quegli anni dovevo interrompere la tournée e tornare a causa delle gravi difficoltà di Ken.

C'era anche un signore che ha un'agenzia di pellegrinaggio, con cui io adesso collaboro e che si chiama Pellegrinaggi mariani. A volte facevo anche da guida e lui organizzava i gruppi una o due volte all'anno. Dal 1997 al 2001 ci incontravamo ogni gennaio perché lui voleva usare la nuova tecnologia, cioè Internet, per promuovere il suo lavoro.

E così ci siamo incontrati in gennaio e lui mi ha detto: Senti, David, tu vai in America, è possibile che tu ci promuova attraverso il sito internet? Il sito internet non è mai stato realizzato e nel gennaio 2001 Tom mi ha chiamato e mi ha chiesto: Quando vai in America? Devo vederti prima che te ne vada, ecco cosa vorrei che tu facessi. Gli ho detto: Aspetta, Thomas, non posso fare niente per te tranne la promozione del tuo sito internet.

Gli ho detto che ho una carriera. Lo so, ma potresti farlo quando torni a casa, potresti. Gli ho risposto che non avrei potuto farlo nemmeno quando sarei tornato a casa. Si è rivolto a me 4 o 5 volte, ma io avevo sempre una scusa. Pensavo che mi sarei liberato di lui solo se gli avessi detto: Senti, Tom, Ken è nella lista per il trapianto dei polmoni nuovi e se li riceve, io non ci sono più. Non è importante cosa io faccia e quanto sia assente.

Inoltre ha aggiunto lui: Lo faremo quando verrà il momento e così ci siamo lasciati. Sono andato a casa, ho guidato 5 minuti e quando sono arrivato, Anne mi ha chiesto: Che cosa ti è successo? Ero così agitato e scosso che le ho risposto: Cosa vuoi dire? Lei mi ha chiesto se avevo avuto un incidente. Ho detto di no, ma mi viene offerto un lavoro. Mi ha chiesto: Dove? E io ho detto: A Međugorje. Hm, lei ha fatto un salto dalla sedia in cucina come se avesse vinto alla lotteria.

Nel salotto c'era Ken che era uscito dall'ospedale appena quel venerdì e non era completamente mobile, poteva forse passare dal letto al bagno quando doveva. Quando ha sentito tutta questa agitazione, è uscito dalla cucina e ha chiesto: Cosa sta succedendo, cosa c'è? Anne gli ha detto: A tuo padre hanno offerto un lavoro, e Ken ha chiesto dove. Lei gli ha detto: A Međugorje. Poi lui si è avvicinato, stava davanti a me, mi ha guardato dritto negli occhi e ha detto: E tu lo accetterai, vero? Spesso mi chiedo: Perché sei qui?

Mi piace cantare, mi piacerebbe fare un concerto ogni sera perché sapevo di essere guarito qui a Međugorje, e grazie al dono della voce che mi ha dato Dio e soprattutto grazie a una bellissima canzone che ha dato inizio a tutto il mio agire. Una bellissima canzone dal titolo "Fammi vivere". Lavorare con le persone è diverso, veramente, è difficile perché soprattutto oggi, tutti sono molto esigenti, come un gruppo di persone vogliamo tutto, subito e non c'è tolleranza.

Una cosa che vorrei far risaltare nel mio lavoro qua è che la gente viene qui senza alcuna speranza. Ciò che era giusto quando eravamo giovani, ora è completamente sbagliato. Ciò che è nero, ora è bianco, e questo è molto difficile. Il motivo per cui penso che Dio mi tenga qui è perché sottolineo la Sua generosità, sottolineo molto il Suo perdono nei nostri confronti e cerco di indicare che dovremmo raccomandarci al Signore, non possiamo più essere passivi, dobbiamo veramente essere i Suoi soldati. Dobbiamo davvero iniziare a vivere la fede, non parlarne più perché non ha senso. Parlare non ha senso.

E quindi dobbiamo enfatizzare pubblicamente i nostri valori e dire: Guarda, io sono cattolico! Perché puoi appartenere a qualsiasi religione, islamica, battista...o a qualsiasi altra chiesa nel mondo anche loro fanno sentire la loro voce e sono aggressivi. E noi cattolici abbiamo tutto e ancora non diciamo niente alle persone.

Dunque, non penso che dovrebbero camminare per le case e bussare, farei del mio meglio per mostrare alla gente che il Signore è presente in me. Penso che abbiamo la capacità di ispirare le persone alla fede, ma abbiamo anche la capacità di respingere le persone con ciò che diciamo o come facciamo le cose.

Dunque il dono più grande che potevo ricevere è stato poter far parte di questo meraviglioso luogo che ha cambiato milioni di vite umane, milioni di persone.

E solo per poter vedere, come dico spesso, negli incontri con i pellegrini vedo me stesso ogni settimana. Sono sempre sul sedile anteriore, arrabbiati, di malumore e poi due giorni dopo scopro che sono stati abbracciati dalla Madonna, che aveva abbracciato dolcemente anche me per farmi stare con Suo figlio Gesù.

Penso che la gente ritorni a Međugorje perché lì sperimenta la pace del Signore e l'amore di Dio. Come ho detto, ho 68 anni, tutto ciò che ci avevano insegnato a scuola era la paura di Dio. Noi avevamo molta paura di Dio, ma quando sono arrivato qui nel 1989, una delle prime cose che ho imparato era l'amore di Dio. Lui ci ama e non importa quanto tu sia lontano da Lui; non importa cosa tu abbia fatto contro di Lui. Spesso mi sentivo come San Paolo. Quando sono cresciuto, cantavo nel coro della Chiesa di San Paolo nel paese di Arran Quay all'età di 11 anni.

Proprio dietro l'altare maggiore c'era l'enorme murale di San Paolo che cadeva dal cavallo non ne capivo il significato. Ero come lui, perseguitavo le persone e quando sono arrivato qui, ho capito cosa l'amore di Dio può fare per te e penso davvero che per questo la gente torni. Ci sono persone che dicono: Sapete, sono venuto per ricaricarmi di questa pace.

Torno per trovare la pace che Dio può darmi. Penso che questo sia il più grande complimento che possiamo dare. Un'altra bella cosa è, per non dire una parola sbagliata, qui a Međugorje non c'è nessuno che ti possa imporre tutto questo. Non c'è nessuno che ti dica cosa fare o che insista nel credergli. E io mi ricordo sempre della guida quando sono arrivato qui la prima volta. Ricordo la storia, in cui il giovane Jakov è venuto da padre Jozo raccontandogli ciò che gli aveva detto la Madonna.

Lui non ha chiesto a padre Jozo se gli credeva e io penso che questa sia una delle più grandi testimonianze: Sapete, io vi racconto questo e poi voi fatene ciò che volete. Il mio figlio minore Gary era spaventato prima di venire perché pensava che ci fosse una specie di macchina, in cui ti buttavano per scuoterti.

Lui è venuto qui, come dico io tra le montagne, ma ti senti amato qui. Anche gli amici che incontri qui a Međugorje, se fai il pellegrinaggio, anche se forse non li incontrerai mai più, rappresentano una vera amicizia. Ti ricordi di ciò che raccontavano, delle ferite e dei dolori che portavano e la maggior parte dei miracoli che succedono a Međugorje succedono intorno alla tavola, nelle case.

O sarebbe la tranquillità delle persone che stanno sedute insieme e che non hanno parlato tutta la settimana e forse proprio il giorno prima della partenza raccontano una storia così potente e tu ti rendi conto del motivo per cui sei qua. Non hai mai visto prima questa persona, ma lei ti ha dato la risposta che tu cerchi dal Signore.

Perciò, Međugorje mi sorprende sempre di nuovo. C'è qualcosa di nuovo qui, da qui si riversa un'enorme quantità di misericordia e benedizione.

http://www.medjugorje.hr/it/attualita/testimonianza-di-david-parkes-sulla-conversione-e-la-guarigione-a-medjugorje,10960.html