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venerdì 18 dicembre 2020

FUORI DI MEDJUGORJE I FRUTTI DELL’INFERNO, A MEDJUGORJE I FRUTTI DEL CIELO

 


Medjugorje è un mondo a parte, un pre-ammonimento? 

 

Ci sono stati due momenti vissuti nel tempo da Medjugorje che forse costituiscono un segno per i credenti, quasi un pre-ammonimento in vista di quelli contenuti nei segreti.

 


Il primo riguarda il tempo della guerra civile, il secondo il tempo che stiamo vivendo a causa del Covid-19. Il primo era legato a un evento locale; il secondo è legato a un evento a carattere mondiale.

Mi ha indotto a fare questa riflessione un passaggio della testimonianza di p. John Boughton.[1]

Lui racconta che dopo la sua conversione dal protestantesimo ha vissuto per qualche anno a Medjugorje durante la guerra civile Jugoslava:

“qui ero sotto la guida di fra Svetozar e fra Slavko per quasi due anni. Dunque i miei primi due anni da cattolico sono stati in questa parrocchia. Ed era meraviglioso perché ho potuto letteralmente guardare giorno per giorno, a volte anche più volte al giorno, i frutti del paradiso e dell'inferno allo stesso tempo.

Noi lasciavamo quella piccola e tranquilla terra di Međugorje e partivamo per Mostar, poi andavamo su, fino a Zenica e Tuzla e nei luoghi a, intorno e al di fuori di Sarajevo e affrontavamo i frutti dell'inferno. Poi tornavamo e osservavamo i frutti del cielo. Poi guardavo i frati come affrontavano tutte le sfide. Uno dei miei eroi, fra Leonard Oreč, che riposi in pace, ricordo il giorno, in cui i musulmani e i Croati hanno firmato una tregua.”

 Tutte le testimonianze di quel tempo esaltano il mistero di Medjugorje come di un’isola indenne dalla guerra che pur tuttavia la circondava da molto vicino.




Ma anche oggi, in questo tempo di pandemia, chi va a Medjugorje può constatare che quasi nessuno usa mascherine, in chiesa si sta affollati uno accanto all’altro, il sacerdote dà la comunione sulla lingua. Insomma, anche ora fuori c’è l’inferno e a Medjugorje c’è il cielo.

Ma ci sono altre evidenze in comune tra questi due tempi che dovrebbero essere sottolineate. Tutti e due hanno portato a una situazione drammatica dal punto di vista economico.

Mi chiedo se è possibile leggere questi due tempi alla luce di un messaggio che la Gospa aveva dato nell’ormai lontano 1983, appena due anni dopo l’inizio delle apparizioni:

“Qui a Medjugorje molte famiglie avevano cominciato a convertirsi con entusiasmo, ma poi sono tornate agli affanni per le cose materiali, dimenticando così l’unico vero bene. Io non sono contraria a che i fedeli cerchino anche il benessere materiale, però non devono tralasciare la preghiera.” (18 novembre 1983).

Più di una persona, compresa la veggente Marija, hanno notato che il tempo del Covid ha portato a un rinnovato fervore nei parrocchiani di Medjugorje, un ritorno alla preghiera come nei primi tempi.

Ma è vero anche quello che la Madonna dice nel messaggio del 1983, che a Medjugorje, in tutti questi anni, molte famiglie “sono tornate agli affanni per le cose materiali”.

Per tutti questi motivi a me pare che la situazione che ha vissuto nel passato, all’interno di una situazione locale, e che sta vivendo nel presente, all’interno di una situazione mondiale, Medjugorje, costituisca un ammonimento e un segno.

 

 

Franco Sofia



[1] La testimonianza di p. John Boughton è stata pubblicata sul canale YouTube "Fruits of Medjugorje" (I frutti di Medjugorje):  https://www.youtube.com/watch?v=oZ7C3rziPno&ab_channel=FruitsofMedjugorje.  Mentre quella integrale la potete trovare in:

http://www.medjugorje.hr/it/attualita/john-boughton-sono-venuto-a-medjugorje-come-protestante-e-sono-diventato-un-sacerdote-cattolico,10919.html

O in forma più leggibile in: https://apostolidellareginadellapace.blogspot.com/2020/11/sono-venuto-medjugorje-come-protestante.html

 

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