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venerdì 30 giugno 2023

I FRUTTI DI MEDJUGORJE: UNA PROVINCIA FRANCESCANA RICCA DI SEMPRE NUOVE VOCAZIONI

 

I FRUTTI DI MEDJUGORJE: UNA PROVINCIA FRANCESCANA RICCA DI SEMPRE NUOVE VOCAZIONI

Nel giorno della festa dei SS. Pietro e Paolo, dalla provincia francescana di Erzegovina, sei nuovi sacerdoti per la Diocesi di Mostar e per la Chiesa.
Così, mentre in Europa si chiudono conventi, la provincia francescana di Erzegovina sforna in continuazione nuove vocazioni. Nella prima foto oltre al vescovo di Mostar, è presente mons. Cavalli, il visitatore apostolico per Medjugorje. Un altro richiamo ai frutti di queste apparizioni.






Franco Sofia

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Qui trovate l’articolo completo e tutte le foto dell’evento:

https://radio-medjugorje.com/vijesti/crkva/biskup-palic-u-mostaru-zaredio-sestoricu-svecenika/



martedì 13 giugno 2023

Parla il visitatore apostolico, l’arcivescovo Cavalli: il Papa è contento di questo luogo di speranza e di preghiera.

 

L'intervista. «Così Medjugorje chiede di essere operatori di pace»



Lorenzo Rosoli, inviato a Medjugorje sabato 3 giugno 2023

Parla il visitatore apostolico, l’arcivescovo Cavalli: il Papa è contento di questo luogo di speranza e di preghiera. Come a Nazaret, un angolo di grazia


«Noi contribuiamo a costruire la pace facendo di Medjugorje sempre più un luogo di pace, dove aiutare ogni persona a ritrovare la speranza e a diventare operatore di pace nella missione che il Signore gli ha affidato in questa vita». Così l’arcivescovo Aldo Cavalli, visitatore apostolico per la parrocchia di Medjugorje, illustra la vocazione del paese della Bosnia Erzegovina nel quale s’invoca Maria come “Regina della pace”. Lo fa nei giorni in cui ha ricevuto i partecipanti al pellegrinaggio organizzato dalla parrocchia di Ghedi (Brescia) nel trentesimo anniversario dell’eccidio di Gornji Vakuf, avvenuto il 29 maggio 1993, quando tre giovani volontari italiani – Sergio Lana, Fabio Moreni e Guido Puletti – vennero sequestrati e uccisi mentre portavano aiuti alle popolazioni straziate dalla guerra che condusse alla dissoluzione della Jugoslavia. Ecco: mentre l’Europa rivive in Ucraina la tragedia della guerra, a Medjugorje si rinnova la memoria dei tre martiri di un conflitto che si sperava fosse l’ultimo a insanguinare il continente.


Maria “Regina della pace” e Medjugorje come possono aiutarci a diventare costruttori di pace?


La prima cosa: se voglio essere operatore di pace, devo esserlo nella missione che il Signore mi ha dato. E che devo realizzare nel modo migliore possibile, qualunque essa sia. La seconda cosa: essere presenti nel mondo, dove c’è pace e dove c’è guerra, e se non è possibile essere presenti fisicamente, esserlo con la preghiera, con il pensiero, con l’interesse attivo per quello che accade. Presenti come ci insegna Maria: che era presente quando Dio si è fatto uno di noi in lei; che era presente ai piedi della Croce quando Gesù ha assunto e perdonato i nostri peccati per sempre; che era presente quando, a Pentecoste, è nata la Chiesa. E con una presenza sempre discreta ma profonda. C’è poi un terzo aspetto. Gli organizzatori del pellegrinaggio in memoria di Sergio, Fabio e Guido hanno scelto una frase profondissima di Giovanni Paolo II, che aveva conosciuto la guerra, il nazismo e il comunismo: “Il prezzo della pace è la fatica del perdono”. Perdonare non significa dimenticare il male ricevuto, ma significa che io non farò a te quello che tu hai fatto a me, e mi impegno a creare un ambiente di pace là dove altri hanno seminato il male. Significa che io stesso divento “luogo di pace”. Costa fatica. Ma questo è il contributo che tutti possiamo dare per la pace nel mondo.


Come portare tutto questo sul piano dei rapporti fra i popoli?


Ognuno di noi deve vivere in maniera creativa e attiva, non nella mediocrità. Se noi tutti viviamo in maniera forte aggiornandoci e perfezionandoci, possiamo avere un influsso positivo anche sulle scelte politiche dei nostri popoli.


A Medjugorje possiamo vivere un’esperienza di riconciliazione con Dio che ci apra alla riconciliazione con gli altri e con noi stessi?


Sì, perché questo è un luogo di grazia che il Signore ha scelto – come ha scelto Nazaret che era un paese mai citato nell’Antico Testamento – e questo lo vedo ogni giorno da un anno e mezzo. Qui viene gente da tutto il mondo – un milione di persone lo scorso anno, tanti giovani e trentamila preti – con tanti problemi e sofferenze, e li vedo alla Messa, al Rosario, all’adorazione eucaristica e alla venerazione della Croce, in coda per ore al confessionale – dove magari non vanno da decenni – per chiedere al Signore di aiutarci a cambiare vita. E fanno tutto con gusto e senza stancarsi perché stanno bene, e stanno bene e si sentono riconciliati perché c’è il Signore: come nella Trasfigurazione.


Che cosa cercano i pellegrini, qui?


Una speranza. Alcuni l’hanno persa.


E che cosa trovano?


La grazia, che entra dentro, e il Signore che guarda a te in prospettiva. Qui il Signore ti dona la sua grazia. Noi siamo strumenti per trasmettere questo dono. Qui scopri che confessarsi non è solo elencare peccati, è conversione, è incontro con la grazia per tornare a casa cambiati. E nell’assoluzione incontri il Signore che ti vede in prospettiva, e ti chiama alla speranza dentro i nodi della vita che sembrano inestricabili.


In che cosa consiste il suo servizio di visitatore apostolico?


Medjugorje è un luogo di grazia: il visitatore è inviato dal Papa perché resti tale. La grazia viene dal Signore, non da noi: noi dobbiamo collaborare perché resti così. Perciò il visitatore ha giurisdizione pastorale sulla parrocchia a nome del Papa. Lo scorso anno, tra i frati francescani che prestano servizio qui, c’è stato un ricambio: a quelli che hanno conosciuto l’inizio di Medjugorje, sono subentrati cinque giovani. Lavorano molto e in armonia fra loro, sono preparati, sono immersi nella spiritualità di questo luogo di grazia e la sanno custodire.


Papa Francesco è contento di Medjugorje?


Quando mi chiede come va, gli dico che qui, noi, preghiamo, preghiamo e preghiamo in un luogo di grazia. E il Papa è contento. Negli Atti degli Apostoli si dice che nella prima comunità erano perseveranti nella preghiera, che erano in armonia fra loro e che c’era Maria. Così è venuto lo Spirito Santo, così è nata la Chiesa. E così cerchiamo di essere Chiesa a Medjugorje. Che deve restare luogo di grazia: perciò non vogliamo che entrino fattori che turbano l’armonia. Non pretendiamo di dare messaggi al mondo intero: vogliamo solo collaborare con la grazia per costruire la Chiesa che Dio vuole.


Una Chiesa sempre più sinodale…


Sinodalità è proprio questo: un camminare insieme che richiede armonia, perseveranza nella preghiera e la presenza di Maria. Così viene lo Spirito, così la Chiesa si rinnova e si converte.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 

https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/la-missione-di-pace-di-medjugorjea-colloquio-con-i

domenica 4 giugno 2023

DALL’ASTROLOGIA A DIO

 

DALL’ASTROLOGIA A DIO


Testimonianza di Kathleen McKee  (California, USA): “ho buttato via i soldi provenienti dall’occulto, per mettermi nelle mani di Dio”.

 


Ho iniziato a studiare astrologia nel 1972 e ci credevo davvero. Sono andata a scuola, ho studiato, ho visto come funzionava, avevo molti clienti. Ho fatto un sacco di soldi e guadagnato migliaia di dollari con i miei libri di astrologia. Predicevo il futuro e parlavo del passato.

 

Quando per la prima volta ho sentito che la Madonna è apparsa a Medjugorje, ero molto felice. Non ho avuto problemi a crederci, e siccome sono croata, ho voluto andare a Medjugorje il prima possibile. Nel 1990 sono arrivata a Medjugorje con mio figlio che aveva problemi di droga. Siamo andati a Medjugorje per chiedere l'intercessione della Madonna per la sua guarigione. La Madonna aveva anche qualcos'altro in mente.

 

Ero a Medjugorje e la Madonna mi ha parlato nel cuore, e mi ha chiesto di lasciare l'astrologia. Ero scioccata. “Ma aiuto le persone”, Le dissi. Ho visto allora me stessa e tutti i peccati commessi nella mia vita. Perché questo? La Madonna mi ha detto: “Stai portando le persone lontano da Dio”.

Poi ho capito che sempre più persone cercavano una risposta nell'astrologia e non in Dio. Volevamo una risposta esatta sulla nostra vita, invece di fidarci di Dio e capire che Dio ha il controllo e non noi. Mi sono sentito malissimo. Non sapevo di portare le persone all'occulto.

 

Quando sono tornata a casa ho abbandonato tutto e ho detto ai miei clienti di fidarsi di Dio e che avrei pregato per loro. Ho chiesto al prete se potevo donare le mie migliaia di dollari e lui mi ha detto di no perché provenivano dalla diffusione dell'occulto. Così ho buttato via i soldi.

 

Da allora la mia vita è cambiata. Ho dedicato tutto il mio tempo per pregare Dio, e ho fondato gruppi di preghiera. Ho lasciato tutto nelle mani di Dio, e ora so che Lui ha il controllo, non importa cosa dicono le persone.

Sono felice e in pace, e qualunque cosa Dio mi mandi, pregherò sempre. Ora quando qualcuno mi chiede: “Qual è il tuo segno? ”, rispondo orgogliosamente: “Il segno della Croce”.

 

http://www.medjugorjebrasil.com.br/