Cerca nel blog

mercoledì 29 maggio 2024

I DIACONI DI UNA DIOCESI SICILIANA OTTENGONO DAL LORO VESCOVO IL PERMESSO - ECCEZIONALE- DI FARE GLI ESERCIZI SPIRITUALI A MEDJUGORJE!

 

I DIACONI DI UNA DIOCESI SICILIANA OTTENGONO DAL LORO VESCOVO IL PERMESSO - ECCEZIONALE - DI FARE GLI ESERCIZI SPIRITUALI A MEDJUGORJE!

+

Il Vescovo li manda con queste parole: “Andate, e tornate portando i frutti come gli esploratori che Giosuè inviò nella Terra Promessa”


Dopo tanti anni mi sono deciso di rendere pubblica questa esperienza, non solo straordinaria, ma anche insolita, a gloria di Dio e a edificazione della Chiesa.

 

I PRECEDENTI

            Dovendo fare la programmazione annuale dei nostri incontri, ci trovavamo riuniti una sera di settembre del 2006 noi diaconi della Comunità del Diaconato permanente della diocesi di Acireale (Sicilia - Italia) insieme al nostro assistente spirituale don Attilio Gangemi.

Al momento di fissare le date degli Esercizi Spirituali annuali, ai quali ogni consacrato è tenuto a partecipare come a uno dei momenti più importanti della propria formazione permanente annuale, lanciai l’idea di viverli insieme a Medjugorje.

L’idea piacque a tutti, a partire dal nostro assistente spirituale. Non si trattava di andare come in pellegrinaggio, ma di vivere i momenti dei soliti Esercizi Spirituali, per una volta, in un ambiente diverso. Don Attilio, noto esegeta, avrebbe dovuto tenere le sue riflessioni e aiutarci nell’organizzazione del resto dei vari momenti.

Tutto, però, dipendeva dal permesso che avrebbe dovuto darci il nostro vescovo, allora mons. Pio Vigo.

L’occasione si presentò durante un ritiro che tenemmo insieme con lui nel piccolo paese di Macchia di Giarre. Spettava a me fare la proposta, cosa che feci con timore e tremore. Nessuno di noi, infatti, poteva immaginare come avrebbe reagito il nostro vescovo. Proprio per questo rimanemmo sbalorditi dalla sua risposta.

Io non avevo finito di presentare il possibile programma, che lui ci disse:  Andate, e tornate portando i frutti come gli esploratori che Giosuè inviò nella Terra Promessa”.

 

Mons. Pio Vigo

Ma il Signore aveva in mente di organizzare Lui quegli Esercizi.

Si diede il caso che una settimana prima di partire, quando tutto era organizzato, don Attilio si trovava in Palestina a guidare un pellegrinaggio. E, mentre era lì,  dovette essere ricoverato d’urgenza e sottoposto a un intervento di angioplastica.

Ognuno può capire la nostra costernazione: era evidente che, se il nostro assistente non poteva partire con noi, significava che avremmo dovuto rinunciare agli Esercizi.

Invece, don Attilio dalla Palestina ci fece sapere che dovevamo partire  lo stesso, anche senza di lui.

 

Don Attilio Gangemi

E fu così che partimmo. In quell’anno il numero dei diaconi nella nostra diocesi si era ridotto a sette elementi, uno dei quali non poté partire con noi per problemi familiari.

Partimmo in sei. Tre di noi con le proprie mogli.

            Quella che segue  è la relazione da me fatta al nostro vescovo dopo che siamo tornati carichi di frutti.


_________________________________________________________________ 

 

DIARIO ESERCIZI SPIRITUALI: 17 – 22 LUGLIO 2007, MEDJUGORJE

Comunità del Diaconato permanente della diocesi di Acireale (Sicilia - Italia)

 

 

Cosa ha fatto per noi diaconi la Madonna!!!!

Cosa ha fatto, in un momento così difficile del diaconato permanente nella nostra diocesi! Eravamo partiti con l’intento di chiedere aiuto per il cammino del Diaconato nella nostra diocesi di Acireale, e Lei ci ha risposto.

Ci ha messi sul palmo della sua mano! Ci ha fatto più che una carezza!

Per tutti i giorni del pellegrinaggio ci ha messo in primo piano, senza che noi l’avessimo cercato.

Oh, certo, avremmo dovuto essere noi a dire: Grazie Mamma, per essere qui, e perché ci accogli e ci fai festa! E invece era Lei a dirci: Grazie, perché siete qui!

Ci ha accolto mettendosi al nostro servizio, in modo da insegnarci lo stile dell’accoglienza nel servizio. Ci siamo sentiti abbracciati, direi coccolati, protetti, per tutti i giorni del nostro soggiorno a Medjugorje, condotti fino ad innalzare il nostro Magnificat: “perché ha guardato alla nullità dei suoi servi e grandi cose ha fatto in noi, l’Onnipotente” dal giorno della nostra ordinazione.

 

Pur senza un programma ben preciso, dopo esserci affidati alla Sua guida, Maria ci ha fatto ripercorrere in modo nuovo tutti gli ambiti del nostro diaconato. A partire dall’ambito dell’evangelizzazione con gli incontri ricchissimi con alcuni protagonisti dell’evento Medjugorje. Ad esempio, l’incontro con Nancy (leggere seguito del racconto dopo questo documento) ci ha insegnato che servire è accogliere e che l’evangelizzazione inizia dall’accoglienza. Accogliere l’uomo nel cuore, prima che con attenzioni stereotipate. In Nancy che ci accoglieva col grembiule, che accoglieva tutti senza distinzioni e sempre, abbiamo costatato con gli occhi lo stile dell’accoglienza di Maria e le attenzioni del suo Cuore materno.

 

Nell’incontro con Madre Rosaria della Carità (leggere seguito del racconto dopo questo documento) si è rafforzato in noi il convincimento di essere accolti in modo speciale da Maria. Da questa donna consacrata, che ci ha raccontato la propria conversione, ci siamo sentiti rivolgere incoraggiamenti per il cammino della nostra comunità del diaconato, come se conoscesse il nostro travaglio. Nel suo carisma abbiamo riscoperto una dimensione essenziale alla diaconia: la riparazione, vissuta secondo le indicazioni date da Giovanni Paolo II nella Incarnationis Mysterium (n. 10). La riparazione (basata fondamentalmente sul concetto di vicarietà) vissuta attraverso la grazia del ministero diaconale può costituire un elemento importantissimo nella spiritualità e nell’azione del diacono.

Madre Rosaria ci ha suggerito anche di guardare di più alla figura di san Giuseppe come fonte di suggestioni importanti per l’identità del diacono nella Chiesa.

 

A partire dall’ambito della riparazione abbiamo capito ciò che Maria ci ha insegnato a Medjugorje: che, cioè,  l’ambito della carità non può prescindere dalla preghiera, che anzi la preghiera stessa è già carità: poiché l’uomo che ha perso Dio o non ha conosciuto l’amore di Dio, può essere raggiunto solo dal di dentro del suo cuore, solo Dio può toccare il cuore dell’uomo. Di fronte all’ateismo e all’indifferenza nei confronti di Dio, le altre forme di bisogno dell’uomo passano in secondo piano: non c’è peggior malattia del peccato e non c’è maggior bisogno che della grazia di Dio!

Maria ci ha insegnato che è nella preghiera la più grande forza terapeutica per recuperare chi è caduto nelle varie forme di male. Nella Comunità Cenacolo (Comunità per il recupero dei tossicodipendenti fondata da suo Elvira e che ha la casa madre a Saluzzo in Italia.) per il recupero dei tossicodipendenti, abbiamo scoperto, con sorpresa, che la cura più efficace viene dalla preghiera, soprattutto dalla recita del Rosario fatta da quei giovani.

Ma specialmente quello che abbiamo sperimentato e che non è possibile descrivere è una Presenza che cambia le persone. Lo abbiamo potuto constatare nell’incontro, per tanti versi commovente, con alcuni testimoni, come il giovane Roland Patzleiner, musicista, che uscito dalla droga e dal giro del Rock satanico adesso vive  Medjugorje, il suo cambiamento è avvenuto grazie a Medjugorje.

Un’altra cosa che abbiamo scoperto in tanti incontri è che la carità vive di fiducia nella Provvidenza. Significativa l’esperienza fatta nell’orfanotrofio di suor Josipa, gestito dalla sorella suor Cornelia, uno dei tanti orfanotrofi sorti attorno a Medjugorje.

Fiducia nella Provvidenza e abbandono in Dio coincidono. Maria ci ha insegnato poi che senza la pace che nasce dall’abbandono in Dio non c’è autentico servizio. La pace,  per cui Maria a Medjugorje si presenta come Regina della pace, è la vita in Cristo, nostra pace: questa pace rende autentico e fecondo ogni sorta di servizio.

 

A Medjugorje siamo stati confermati nella centralità di Cristo, soprattutto nella Messa e nell’Eucaristia, come sorgente di ogni ministero.

Abbiamo fatto esperienza, pienamente inseriti, del programma liturgico unico al mondo di questa parrocchia unica al mondo.

L’incontro con la fraternità dei francescani presenti a Medjugorje è avvenuto attraverso un colloquio con padre Francesco Rizzi, sacerdote di origini italiane, che ci ha illustrato i contenuti delle apparizioni.

 

Ecco: ciò che portiamo nel cuore è una grande consolazione, indescrivibile dal punto di vista umano e non circoscrivibile all’interno dei canoni di una tradizione formalistica tesa a recuperare frutti spirituali dai modi più disparati di vivere gli esercizi spirituali.

Torniamo col cuore pieno e lo spirito ristorato, con una carica interiore inusitata, con una pace   ineffabile.

Questo spirito di consolazione l’abbiamo ricevuto in particolare nella partecipazione a tre apparizioni a cui ci è stato concesso di partecipare senza averlo espressamente richiesto.

 

Volendo riepilogare lo spirito di questi esercizi, dovremmo dire che è come se la Madonna in tutti questi giorni abbia voluto suggerirci queste parole:

“Cari figli, io vi amo quanto i sacerdoti: siate umili! Vi supplico, obbedite ai vostri superiori. Vivete in pace. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”.

 

Partiti senza programma, siamo tornati col programma.

Essere partiti con la benedizione di sua Ecc.za Mons. Pio Vittorio Vigo, nostro vescovo e padre, ci ha permesso di affrontare tutti i giorni di permanenza a Medjugorje rimanendo in piena comunione spirituale con il Suo ministero. Per lui in quei giorni abbiamo pregato costantemente. Allo stesso modo abbiamo pregato per padre Attilio, nostro assistente spirituale, impedito a venire da una malattia e il cui incoraggiamento a partire ci è servito a sentire la sua presenza accanto a noi.

 

Eccellenza, Lei ci ha detto al momento di darci il suo consenso: “Andate, e tornate con i frutti, come gli esploratori che Giosuè inviò nella Terra Promessa”: si, abbiamo trovata la Terra Promessa e torniamo con i frutti! Grazie, Eccellenza!

Torniamo ai suoi piedi come nel giorno della nostra Ordinazione, per mettere le nostre mani nelle Sue, prostrati per chiedere l’ubbidienza.

La comunione tra i membri della comunità diaconale si è rinsaldata. I momenti di condivisione sono serviti per entrare in comunione gli uni con gli altri. Ma al disopra di tutto ci siamo sentiti cementati dall’amore della Madre comune.

Abbiamo riscoperto la dimensione del ministero diaconale in una prospettiva nuova: sentirci nel Cuore della Mamma ci ha permesso di riscoprirci importanti nel cuore della Chiesa, anche se dovessimo essere dimenticati, non considerati, svalutati, disprezzati. È bello essere diaconi perché amati da Dio. Il ministero diaconale è importante perché è importante nel cuore di Dio e di Maria, prima ancora o in aggiunta all’importanza che possa scaturire dalle varie riflessioni teologiche e pastorali sul ruolo e l’identità del diacono.

Infine, vorremmo aggiungere che le comunità presenti a Medjugorje, da quelle più contemplative a quelle che vivono i vari modi di evangelizzazione e caritativi, testimoniano la presenza di una speciale Grazia che vivifica e consolida ministeri e carismi.

 

Franco diac. Sofia


___________________________________________


Altri particolari di questo evento con foto li trovate qui di seguito:


BARI - Ore 17,40 del 17 luglio 2007, sotto la statua di san Nicola

Partiti la mattina con due auto, ci siamo fermati alla Basilica di san Nicola per partecipare alla Messa prima di imbarcarci per Dubrovnik.



L'incontro con Nancy il 18 luglio nel primo pomeriggio

Nancy una miliardaria canadese che si è convertita insieme al marito Patrick dopo aver letto un solo messaggio di Medjugorje: hanno lasciato tutto e sono venuti a vivere a Medjugorje, dove hanno costruito un castello, e dove praticano l’accoglienza soprattutto dei più bisognosi, in particolare dei sacerdoti più in difficoltà.




Nancy si appresta a dare la sua testimonianza a noi e ad altri pellegrini.



Ore 15,50 del 18 luglio

           Un po' più tardi abbiamo fatto una preghiera sotto la statua del Crocifisso-RISORTO che si trova nei pressi della chiesa.



      Qui abbiamo potuto constatare che dal ginocchio sinistro del Crocifisso-Risorto continua a fuoriuscire un liquido misterioso, ormai da parecchi anni.



19 luglio, ore 06,23



         Saliamo la collina delle apparizioni, recitando il Rosario.  Nel luogo in cui, secondo la tradizione, la Madonna avrebbe dato il primo messaggio il giorno 26 giugno del 1981, scattoquesta foto emblematica.




Mentre saliamo, osservo con i miei confratelli questo gruppetto di ragazze che pregano...


... sono arrivate prima di noi: sono ragazze della Comunità Cenacolo, sede femminile. Sono salite scalze.


Ore 06:54 


Ore 07:10, scendiamo la collina delle apparizioni dal lato della croce Blu.
 


Dopo aver fatto colazione, arriviamo in vista della casa della Comunità dei "Figli del Divino Amore", dove ci attendeva Madre Rosaria della Carità per un incontro sul carisma della sua fondazione: la riparazione. Ci ha anche raccontato la sua conversione.

                                                   



20 luglio, ore 10:00. Incontro con Ruscka, sorella della veggente Marija. Ruscka è una testimone dei primi tempi. Un atra sorella, Milka, è famosa nei racconti sui primi giorni delle apparizioni, perchè vide la Madonna solo il primo giorno (24 giugno 1981), e poi non l'ha più vista.


                                                 



Ore 17:15.  Visita all'orfanotrofio di suo Josipa e incontro testimonianza con suor Cornelia.

                                                                    





21 luglio, ore 10:40. Incontro formazione con padre Francesco Rizzi.


                                                

Ore 11:00, i diaconi di Acireale in servizio durante la Messa degli italiani.


                                                                 



   Ore 11:45, incontro testimonianza con Roland Patzleiner

                                                                    

Ore 16:00,Salone Giallo. Testimonianza della veggente Marija.

                                      




22 luglio, ore 11:59 sul traghetto di ritorno.









Nessun commento:

Posta un commento