Dürer, Apocalisse, La Donna vestita di sole e il Drago |
UN
SEGNO DEL TRIONFO DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA
Il racconto integrale
della liberazione di una indemoniata a Medjugorje
Questo racconto si
trova pure in “Nuovi racconti di un esorcista” di don Gabriele Amorth, ma in
forma ridotta.
Protagonista di
questa straordinaria storia sono: la Donna vestita di sole e il Drago rosso,
il lotta tra loro; la discendenza della Donna e la discendenza del Drago, a
sua volta in lotta tra loro. Il fatto è accaduto nel 1987, durante l’Anno Santo
mariano indetto da Giovanni Paolo II, ma anche 70° anniversario delle
apparizioni di Fatima.
I PRECEDENTI
Una donna di un
paesino siciliano è da anni sotto il possesso di satana. Ma la sua è diventata
una sofferenza per tutti in famiglia. Oltre alla sofferenza morale e
psicologica dei familiari, pare che alcuni di essi abbiano dovuto soffrire
fisicamente per la vendetta di satana.
Dopo anni di peregrinazioni
presso i più svariati dottori (che per altro non le riscontrano mai niente),
bussa alle porte del proprio vescovo, il quale con prudenza la affida a un
sacerdote per l’esorcismo. Il sacerdote è aiutato in questo compito da persone
che pregano e digiunano. La madre della signora si rivolge a me perché mi
interessassi a sua figlia: cosa che io faccio cercando, prima di tutto, di
verificare personalmente se realmente vi fosse possessione. Assistendo
all’esorcismo mi convinsi che il caso era molto serio.
[Ebbi allora parecchi
segni: ricordo che a un certo punto, mentre il sacerdote cercava un formulario
di preghiera e si era creato un vuoto di silenzio, decisi di recitare nel mio
cuore un’Ave Maria. Avevo appena cominciato a pregare, ripeto dentro di me, che
la donna si girò verso di me e mi disse in siciliano: “Statti sotu, scimunitu!”,
cioè: “Stai zitto, scimunito!”, cosa che mi fece agghiacciare, ma mi convinse
in modo inequivocabile che veramente c’era la presenza del maligno in quella donna.
Il sacerdote mi
raccontò diversi particolari raccapriccianti, tra i quali quello che una volta
la donna aveva cercato di strappare i chiodi di una sedia con le unghie:
riuscendoci][1].
Uscendo fuori, dopo
l’incontro col sacerdote, a bruciapelo, proposi al marito della signora di
venire a Medjugorje, proprio alla fine della settimana, cioè sabato 25 luglio.
Il marito, titubante (perché non sapeva niente di Medjugorje) risolvette di
venire, anche se non riuscì a prenotare i posti sul traghetto Bari – Dubrovnik.
A Bari, fu solo all’ultimo momento che trovarono il posto per la loro auto.
I FATTI
Domenica 26 luglio
1987
Ore 10,30, arrivo a
Medjugorje. La signora (che d’ora in avanti chiameremo col nome convenzionale
di Assunta) appena messo piede a terra si sente male. Avverto che non bisogna
perdere tempo. Vado perciò subito dal superiore dei francescani, allora padre Ivan.
Egli non mi dà nessuna speranza circa un intervento dei sacerdoti. Mi affido
alla Madonna.
Decido di portare
Assunta in chiesa per le celebrazioni della sera col segreto pensiero che se si
fosse manifestato il demonio, i sacerdoti sarebbero stati costretti ad prendere
provvedimenti. In chiesa invece non succede niente. L’unico segno: durante la
preghiera di guarigione, quando p. Slavko alza la croce per l’adorazione,
Assunta chiude gli occhi e storce la testa, girandosi da un’altra parte; lo
stesso aveva fatto al momento della consacrazione.
Lunedì 27 luglio.
Ore 7,30, saliamo sul
colle Podbrdo. Durante la salita, Assunta si sente male, pesante. Nel salire
preghiamo con il Rosario meditato. Giunti sul luogo delle apparizioni, la
signora si siede frapponendo tra sé e il luogo delle apparizioni l’ostacolo del
marito: dai suoi occhi sgorgano lacrime strane. Finita la preghiera, ci
consacriamo a Maria. Poi apro la Bibbia, chiedendo al Signore di dirci Lui una
parola che fosse adatta per ognuno di noi. La Bibbia si apre su una pagina in
cui ci sono due brani significativi: “Se qualcuno vuol venire dietro a me,
rinneghi se stesso, ecc.”; e “Guarigione di un indemoniato”, brano nel quale
c’è un rimprovero di Gesù ai suoi discepoli: “Questa razza di demoni non si
scaccia se non con la preghiera e il digiuno” (Mt 16,24 ss; 19, 9-13) [proprio
ciò che Maria chiede a Medjugorje].
Scendendo vediamo
gente nel cortile della casa di Vicka. Ci precipitiamo subito dentro. Parliamo
con Vicka del Paradiso, Inferno e Purgatorio. Della morte, di cui Vicka non ha
paura. Chiedo a Vicka: “I presenti vedremo il trionfo del Cuore Immacolato di Maria?”.
Vicka, istintivamente annuisce, sorridendo, ma subito si corregge, scuote la
testa, come per dire: “Non posso pronunciarmi”. Giunge il momento dei saluti.
Tiro in disparte Vicka e gli parlo della signora Assunta. Vicka mi chiede il
suo nome. Rientrando nel gruppo, mi viene spontaneo chiamare Vicka e spingerla
verso Assunta. Questa si slancia verso Vicka e l’abbraccia scoppiando a
piangere. Vicka mi guarda e mi chiede se è lei Assunta: rispondo
affermativamente con un cenno del capo. Vicka allora comincia a parlare ad
Assunta e ad accarezzarla sul capo. Avviene allora ciò che non avevamo
programmato: il demonio si manifesta: urlando. Servendosi di Assunta il demonio
comincia a gridare in una lingua sconosciuta: non aveva sopportato le carezze
di Vicka, e si era buttato a terra. Vicka prende Assunta per una mano, io per
l’altra.
Passato il primo
momento di sbigottimento nei presenti, Vicka ci chiede di pregare: “Non
piangere – disse, rivolgendosi ad alcune donne del nostro gruppo che
conoscevano Assunta, ma che solo allora scoprivano la terribile realtà – ma
pregare!”. Si leva allora un coro possente di preghiere. Non c’è paura. Tutti
pregano con forza e potenza: giovani e anziani. È una scena biblica. Una lotta corpo
a corpo con il demonio. In forma plastica davanti a noi si realizza il capitolo
12 dell’Apocalisse. Sono presenti persone di diverse nazioni: ognuno prega
nella propria lingua.
Dopo un certo tempo
Vicka si assenta un attimo, per tornare con un bicchiere di acqua benedetta e
un rametto d’erba. Asperge Assunta che continua a dimenarsi. Dopo un po’
Assunta poggia il capo sul petto di Vicka e con una mano carezza il suo
ginocchio. Vicka le chiede se va meglio; Assunta risponde con la mano, come a
dire: ”Così, così”. Ci guardiamo in volto soddisfatti, credendo che il demonio
fosse andato via. Mi sfilo allora la corona del rosario dal collo e tento di
metterla al collo di Assunta: non l’avessi mai fatto! Il demonio caccia un urlo
terribile: aveva fatto finta di essersene andato, perché smettessimo di
pregare.
Continuiamo a
pregare, ma in una forma più ordinata con il Rosario. Nel frattempo continuano
a giungere altre persone che si accodano alla preghiera. Un signore, in
particolare, impone le mani stando alle spalle di Assunta, ma di lontano.
Assunta, in mezzo a quel coro di preghiere, pur girata di spalle e pur con gli
occhi chiusi, individua immediatamente quella forma di preghiera silenziosa e
si gira di scatto, cercando di prendere a calci quel signore. A quel signore si
unisce una donna in quella particolare foma di preghiera. Assunta si dimena e
urla: è necessario tenerla.
Giunge, a questo
punto, un giovane biondo, occhi azzurri: si slancia con una forza straordinaria
contro il demonio: parlano la stessa lingua, l’inglese. Incomincia un dialogo
fitto tra il giovane e il demonio. Si capisce che il giovane grida al demonio
di assoggettarsi a Gesù Cristo, e che il demonio non vuole in modo assoluto. Ho
come la sensazione di vedere in quel giovane l’arcangelo Michele, tanto
straordinaria è la potenza e la fermezza, e tanto convinta la sua azione contro
il demonio. Il giovane non ha tentennamenti. Si direbbe che il manifestarsi del
demonio ha permesso il manifestarsi della Chiesa. È la progenie della Donna
vestita di sole che lotta contro la progenie del Dragone. Il giovane ci
suggerisce di proclamare il salmo 67. Durante la proclamazione, il demonio si
ribella. Proclamiamo allora più forte, ritornando più volte sullo stesso salmo.
Frattanto sopraggiungono altre persone.
Iniziamo invocazioni allo Spirito Santo e al Sangue dell’Agnello e ad altre
preghiere. Do inizio poi alle litanie lauretane della Madonna. All’invocazione
“Regina degli Angeli”, il demonio caccia un urlo tremendo e si dimena in modo
tale che sono necessarie ben otto persone a tenerla. Notando questa reazione,
insisto allora in tale invocazione, aumentando il volume della voce. Tutti si
uniscono nel ripetere l’invocazione: “Regina degli Angeli, prega per noi”. È
come un martello possente sulla testa del demonio. [Perché tale reazione? Forse
perché Maria essendo Regina degli Angeli è anche Regina dei demoni che sono
Angeli decaduti, e loro questo non lo sopportano]. Il demonio urla con urlo
disumano che non finisce e dura per tutto il tempo che noi insistiamo nel
gridare l’invocazione. È questo il momento più acuto della preghiera.
Durante tale fase,
l’indemoniata si girò verso di me e aprì gli occhi: attraverso quegli occhi il
demonio stesso mi lanciò, ne sono sicuro, uno sguardo di odio tale che se
avesse potuto mi avrebbe annientato. La mia anima fu attraversata da una
sensazione bruttissima, come se fosse stata immersa per un attimo nell’inferno.
Poi Vicka mi chiama
in disparte e mi dice: “Sono ormai tre ore che preghiamo. Padre Slavko dice di
non insistere e di portare Assunta in chiesa”. Intanto, è giunto un
giovane italiano che parla pure inglese. Traducendo alcune frasi del demonio ci
dice che il demonio stesso ha affermato che non è uno solo, ma sono in tanti: venti
demoni!
Portiamo Assunta
davanti alla chiesa e vado in cerca di padre Slavko. Egli mi dice di tornare
alle ore 15,00 con Assunta. Alle ore 15,00 in punto portiamo Assunta in
canonica. Assunta, ma solo lei, viene fatta entrare nella stanza delle apparizioni.
Là si prendono cura di lei p. Slavko e p. Felipe. Io con un gruppo di persone,
restiamo sotto la finestra a pregare. Comincia una preghiera che durerà fin
quasi alle ore 19,00. Durante la preghiera chiedo alla Madonna che ci dia un
segno del trionfo del suo Cuore Immacolato nella liberazione di Assunta: e
proprio in quel momento in alto nel cielo azzurro tra il colle Podbrdo e il
monte Kricevac vedo la lettera “Tau”, simbolo dei salvati, formata da una
nuvoletta bianca.
Ad un certo punto
padre Slavko, passando, ci fa segno con la mano, e noi abbiamo pensato volesse
dirci che il demonio se ne era andato. Ma sapremo, dopo la Messa, che non era
vero. Padre Slavko aveva voluto dirci con quel gesto che avevano smesso di
pregare su Assunta e che dovevamo andare a Messa. Prima dell’ora
dell’apparizione avevano portato Assunta nella stanza che era di fronte a
quella in cui allora avvenivano le apparizioni. Poi ci venne detto che lì,
mentre stava per arrivare il momento dell’apparizione, Assunta dava in smanie,
e nel momento stesso dell’apparizione aveva tentato di forzare la porta (per
l’occasione chiusa a chiave) nel tentativo di scappare; non essendovi riuscita,
aveva tentato di saltare dalla finestra, e, impedita, aveva cercato di buttare
a terra un armadio di diversi quintali.
Alle 21,00 riportiamo
Assunta, stavolta in chiesa, nella stanzetta delle prime apparizioni, quella
che sta di fronte alla attuale sacrestia. Ancora sono p. Slavko e p. Felipe a
pregare. Poco prima delle 23,00, p. Slavko esce e ci invita ad entrare.
Entriamo, io, il marito della signora e mio fratello. I sacerdoti ci informano
della situazione. Si tratta di un caso difficile, e occorrono molte preghiere,
sacrifici e digiuni. Soprattutto lei, Assunta, deve sforzarsi di mettere
qualcosa di suo. I demoni sono legalisti, ci spiega p. Felipe, e fin quando
Assunta non darà al Signore il diritto di entrare, essi accamperanno, per
quante preghiere si facciano, il diritto di restare. Ci racconta che prima di
pregare aveva chiesto ad Assunta: “Chi è Gesù per te?”, e lei non ha saputo
rispondere. Diceva: “È uno spirito”, “È una persona”, ma non diceva mai “È il
Signore”. I demoni soggiogano la sua volontà, gli tappano la bocca come una
mafia. I sacerdoti poi ci dicono che Assunta in quelle due ore ha parlato in
diverse lingue: inglese, tedesco, francese, portoghese e una lingua che
sembrava italiano antico (forse l’italiano volgare di san Francesco, una
lingua, dissero, del passaggio dal latino all’italiano). [Come faceva Assunta a
parlare in tutte quelle lingue, visto che non le aveva studiate e visto che
possedeva soltanto la terza media?]. Io
stesso distinguo nei momenti che seguiranno e in alcune cose che rivelano i
demoni (ma su cui p. Slavko mi ha pregato di mantenere il segreto) il francese
e lo spagnolo. P. Slavko prende in giro i demoni, dicendo loro: “Io conosco la
vostra forza: è nel gridare, nel minacciare, nella violenza. Basta invece una sola parola di Gesù ad
annientarvi”; e inizia a cantare con un motivo per me nuovo “Ubi caritas et
amor, Deus ibi est” (“Dov’è carità e amore, lì c’è Dio”). Succede allora una
cosa strana, perché io e p. Felipe ci accodiamo, [come trasportati da una forza
misteriosa], a p. Slavko nel canto: ne viene fuori un bellissimo e dolcissimo
canto a tre voci. Io sentivo la mia voce
come incanalarsi su un binario in modo naturalissimo: era come se in noi si
manifestassero gli angeli buoni, in contrapposizione agli angeli cattivi che si
manifestavano in Assunta. [E mentre noi eravamo pienamente coscienti di ciò che
stava succedendo e pienamente padroni di noi stessi, quella poveretta di
Assunta non era mai cosciente e mai padrona di se stessa quando si
manifestavano i demoni]. Abbiamo ripetuto il canto tre volte. Poi p. Slavko ci
disse di portare Assunta il giorno in canonica alle ore 13,00.
[Tra le tante cose
che successero in quella stanzetta, ricordo che a un certo momento, qualcuno
dei sacerdoti chiese ad Assunta se mi conosceva. “Chi – rispose –
Franceschito?”, non so neppure se si scrive così, so però che si pronuncia come
lo pronunciò lei, in spagnolo: nessuno dei presenti sapeva e nemmeno mio
fratello che quello era il vezzeggiativo con cui mia madre e alcuni amici mi chiamavano
in Argentina da piccolo, poiché sono nato in Argentina].
Martedì 28 luglio
La mattina alle
07,00, si parte per Thialina a trovare p. Jozo Zovko (primo parroco di
Medjugorje). P. Jozo sta celebrando la s. Messa. Finita la celebrazione si
mette dietro le nostre spalle e intona il Rosario meditato. Finito il Rosario,
vado a trovarlo in sacrestia, e lo informo circa la presenza nella nostra
comitiva di quella povera madre di famiglia. Nel frattempo arrivano due pullman
di pellegrini, con dei sacerdoti. P. Jozo parla alle persone e poi,
rivolgendosi a me, mi chiede che tempo abbiamo per restare. Gli dico che
dobbiamo andarcene; e usciamo fuori. Egli esce e ci fa aspettare nel suo
ufficio parrocchiale. Poi viene e ci chiede di pregare insieme. Ci dice di
chiudere gli occhi e di invocare il Signore Gesù. Dopo un po’, p. Jozo si alza
improvvisamente e si dirige deciso verso Assunta (da notare che non avevo avuto
il tempo di indicargli chi era tra le persone del nostro gruppo); le impone le
mani e subito i demoni si manifestano: inveendo e parlando in altre lingue,
dimostrano di non sopportare le mani di p. Jozo. Questi ci invita a pregare.
Mentre noi preghiamo, p. Jozo benedice e impone le mani su Assunta.
Ad un certo punto,
mio fratello prende la Bibbia e legge dei brani. Assunta tenta di strappargli
la Bibbia dalle mani, perché non sopporta che si legga la parola di Dio.
Poi p. Jozo ci invita
a passare in chiesa. I demoni in italiano rispondono: “Assunta non esiste, e
noi non vogliamo”. E difatti fanno resistenza per entrare in chiesa: è a forza
che dobbiamo portare Assunta in chiesa, dove si trovano riuniti i pellegrini.
[Strada facendo, ricordo che per evitare tale resistenza, mentii dicendo ad
Assunta che saremmo andati a Medjugorje, mentre non era vero. Al che lei si
girò verso di me, facendo un cenno col capo molto chiaro, facendomi capire che
era inutile che mentissi perché tanto conosceva le mie vere intenzioni].
In chiesa p. Jozo,
approfittando del caso, fa una catechesi sull’esistenza e l’azione di satana, e
sulla necessità della preghiera e del digiuno, mentre Assunta sta seduta nei
banchi in mezzo alla chiesa.
Un confratello di p.
Jozo viene diritto verso Assunta e si siede, a sua insaputa, alle sue spalle.
Assunta sta seduta su un banco della chiesa ed è appoggiata col capo sulle
braccia, le quali a loro volta sono appoggiate sullo schienale del banco di
fronte a lei, e per questo motivo non può vedere il frate alle sue spalle, e
tanto meno quello che sta facendo. Il
sacerdote estrae una corona del rosario e una reliquia di san Leopoldo Mandić, e
li tiene a una certa distanza sempre dietro le spalle di Assunta, in modo tale
che ella non può vederlo. Dopo un po’ Assunta si gira all’improvviso
manifestando di non sopportare quella preghiera silenziosa che il sacerdote
stava facendo. Quest’ultimo insiste: allora Assunta gli strappa la corona dalle
mani e la riduce in malo modo.
Avviene anche qui
un’altra lotta. Si avvicina nuovamente p. Jozo, e Assunta scappa fuori della
chiesa rincorsa da noi e dall’altro sacerdote. Quest’ultimo si fa portare
dell’acqua benedetta e bagna Assunta ripetutamente. Il maligno cerca di
fiaccare le forze del giovane sacerdote, colpendolo nei suoi affetti più cari e
mostrandosi così veramente diabolico: in francese gli dice che sua madre si
trova all’inferno (e badate che il sacerdote era giovanissimo)[2].
Ma il sacerdote replica, in francese anche lui: “Mia madre era consacrata, io
stesso l’ho unta prima di morire, e anch’io sono consacrato”.
Si era fatto tardi ed
era giunto il momento di tornare a Medjugorje. Vado da p. Jozo che,
inginocchiato nei banchi della chiesa, prega. Egli mi conferma che Assunta non
fa nessuno sforzo.
Portiamo Assunta di nuovo
a Medjugorje nella canonica appena qualche minuto dopo le 13,00. Padre Slavko e
padre Felipe la portano nella stanzetta delle apparizioni. Hanno inizio altre
preghiere. Verso le ore 14,30, p. Felipe ci chiama. Ci dice che i demoni sono
molto indeboliti, e che manca ancora l’adesione volontaria di Assunta. Ma neppure lui crede che il caso possa
risolversi subito. Entriamo nella stanzetta e troviamo Assunta su un divano: la
sua mano sinistra nella mano di una ragazza bionda[3],
la mano destra tesa verso il crocifisso e il luogo in cui avvenivano le
apparizioni in quella stessa stanza. Mi sembra un buon segno. La ragazza
infatti ci conferma che aveva tentato di pronunciare il nome di Gesù, ma senza
riuscirvi.
Ci mettiamo vicino a
lei e cerchiamo di metterle sulle labbra qualche invocazione del nome di Gesù.
Ma appena Assunta cerca di ripetere l’invocazione, mostra i sintomi del
soffocamento. Il lei si verifica un cambiamento come nel transito della morte:
ha gli occhi come al solito chiusi, non parla più, si esprime con gesti della
mano o con la scrittura.
Padre Felipe
interviene di nuovo: le poggia la croce sulla fronte, sul collo: ma i demoni
reagiscono veementemente. La bagna con l’acqua benedetta, la unge con olio
benedetto. Le sussurra che Gesù la ama, che Gesù è più forte dei demoni. [Ma è scoraggiato. Mi
confessa che probabilmente non abbiamo saputo pregare e digiunare. Esce un
momento per andare a cercare qualcosa. Passa in quel momento p. Slavko e ci
chiede quanto tempo restiamo ancora: gli risposi che il giorno dopo di mattina
saremmo partiti di buon’ora. Neanche lui credeva che Assunta si potesse
liberare senza altri giorni di preghiera. Padre Felipe ritorna con in mano una
sorta di dépliant].
Egli dà inizio a una
preghiera di liberazione non rituale, che riepilogava tutta la storia della salvezza
e si indirizzava a ogni tipo di magia o di sortilegio. Assunta durante la
preghiera annuisce con la testa, come a dire che era quello che ci voleva; e
faceva capire che la preghiera non doveva essere indirizzata ad un solo
demonio, ma a tanti demoni.
Finita la preghiera
p. Felipe poggia la croce sulla fronte della povera donna, e non trova più
reazione di opposizione. Mette allora la croce nella mano di Assunta, questa
stringe la croce e poi la porta alla bocca: la bacia!
Mi tolgo allora la
corona dal collo, quella corona che la mattina precedente da Vicka non ero
riuscito a metterle al collo, quella corona che le mani stesse di Vicka avevano
tenuto, e la metto al collo di Assunta. [E qui mi accorgo che tentava di dire
qualcosa tra i denti stretti, serrati come in una morsa, mentre tendeva la mano
verso il luogo dell’apparizione. Mi faccio coraggio e le suggerisco di dire il
nome di Gesù, vedo che si sforza e un suono strisciante esce dalla sua bocca.
Faccio notare la cosa a p. Felipe]. Padre Felipe coglie subito l’occasione e
invita Assunta a invocare il nome di Gesù: “Di’ Gesù, non avere paura: Gesù
Gesù…”. Assunta con uno sforzo immane,
come chi solleva dal proprio corpo una pesante pietra tombale, a denti stretti,
ma distintamente, ripete il nome di Gesù e tutte le formule di preghiera che
poniamo sulla sua bocca: “Gesù ti amo… Gesù, tu sei il Signore…”. Poi: “Ave
Maria…”. È qui che Assunta apre gli occhi e scoppia a piangere: è un pianto di
liberazione. Poi ci inginocchiamo davanti al luogo dell’apparizione e recitiamo
diverse “Ave Maria”.
Padre Felipe ci dice
che manca solo che Assunta adesso faccia la comunione: è un test
importantissimo, tanto più che Assunta è da diversi anni che non si accosta
all’Eucaristia.
Uscendo sentiamo da
p. Ivan che Vicka sta male. Chiedo da quando e p. Ivan mi risponde: “Da un
quarto d’ora”. Esattamente il tempo in cui Assunta si è liberata: strano, ma
forse non tanto!
La sera, Assunta è in
chiesa in prima fila: partecipa alla recita delle prime due corone del s.
Rosario, poi partecipa alla s. Messa: sono io stesso che mi avvicino a lei con
l’Eucaristia al momento della comunione. Assunta si comunica con grande
trasporto. Dopo la Messa partecipa alla
preghiera di guarigione; e quando p. Slavko alza il Crocifisso per
l’adorazione, lei è sui gradini dell’altare che lo adora, anche qui con
trasporto e con gli occhi umidi. Poi recitiamo la terza parte del Rosario.
Infine p. Slavko la porta, con p. Felipe, nella stanzetta delle prime
apparizioni per sincerarsi che è veramente libera. Lì Assunta viene ancora
benedetta e riceve le ultime raccomandazioni.
ALCUNE CONSIDERAZIONI
·
La
liberazione è stata radicale, come dimostra la vita spirituale che Assunta
conduce adesso: intensa e continua. Già il giorno dopo si è trasformata in
apostola e missionaria presso uno dei membri del nostro gruppo. [Mentre sto
riscrivendo la vicenda a distanza di ventuno anni, posso confermare che la vita
di Assunta è stata un crescendo. Oggi è anche una catechista. Non le sono
mancate le sofferenze, che però accetta con spirito cristiano, con quel
trasporto che aveva verso il crocifisso].
·
Maria
ci ha veramente dato un segno del trionfo del suo Cuore Immacolato. La nostra
gioia poi è stata grandissima. Assunta ci raccontò una cosa che fino ad allora
aveva tenuto per sé: la sera della domenica, cioè il giorno in cui siamo
arrivati, mentre eravamo sotto la stanza delle apparizioni, al momento
dell’apparizione, aveva visto nel cielo annuvolato, una nuvola a forma di testa
d’uomo trasformarsi in una bestia, e sopra apparire la Madonna col Bambino.
Come non pensare alla vittoria della Donna vestita di sole sul Dragone? [Annuncio
questo della futura vittoria di Maria per il suo caso, ma anche annuncio del
trionfo del Cuore Immacolato di Maria].
·
Tutta
la Chiesa è stata rappresentata in questa lotta: dai semplici fedeli alla
gerarchia (sacerdoti e diacono), ai veggenti (anche Jakov e Ivan hanno pregato
su Assunta)[4].
·
È
Cristo che ha vinto dall’alto della Croce. Abbiamo toccato con mano la forza
della Croce e la sua vittoria sulle tenebre. Satana è debole verso la nostra
debolezza, verso la debolezza della Croce: i demoni non possono nulla nei
confronti della preghiera, del digiuno (ricordiamo che diverse persone avevano
digiunato precedentemente per questo motivo) e della sofferenza offerta in
espiazione o riparazione. Il digiuno in particolare ci pone dalla parte di Dio
e diviene un’arma formidabile contro il demonio: come se all’incarnazione di
Satana, intendo quell’accostamento alla materia e alla carne che avviene nella
possessione diabolica, occorre rispondere con un’arma opposta, è come se lo
Spirito (“che ha desideri contrari alla carne”, Gal 5,17), non abbia altra
possibilità per vincere Satana che servirsi di noi quando gliene diamo diritto
con il digiuno e la preghiera. Inoltre Maria ci sta indicando che per
esorcizzare quella presenza di Satana più grande della storia dell’umanità e
che si sta verificando nel nostro tempo attraverso il materialismo nelle varie
forme, è necessario che la Chiesa, Corpo di Cristo, faccia strada allo Spirito
che si oppone a Satana con il digiuno.
·
Abbiamo
toccato con mano la forza straordinaria della Parola di Dio. Come pure la forza
degli oggetti benedetti.
·
La
via della santità è la difesa migliore contro Satana. Importantissima è la
decisione per Cristo che si opera in un’attiva vita di fede. Satana è molto
forte nei nostri confronti quando partecipiamo alla vita sacramentale per
abitudine.
·
Maria
è veramente Regina degli Angeli, e a Lei Dio ha concesso di sconfiggere Satana,
e di annullarne il potere in modo definitivo.
·
Dinanzi
a noi Satana si è presentato come il padre della menzogna, del dubbio e dello
scoraggiamento.
·
Abbiamo
imparato, in quei tre giorni che con Satana si lotta. Non si discute; che non
gli si può concedere nulla, e che occorre essere decisi, poiché egli ha di mira
solo la nostra distruzione.
·
Medjugorje
si è presentata dinanzi a noi come un corpo sano. E come in un corpo sano gli
anticorpi aggrediscono subito i microbi, i batteri e i virus, così a
Medjugorje, dovunque, i demoni vengono aggrediti e respinti con efficacia
grandissima.
·
Importante
la constatazione che la paura di Satana finisce con la preghiera.
·
Abbiamo
vissuto una pagina biblica: il 40% delle guarigioni operate da Gesù nei
Vangeli, riguardavano indemoniati.
·
Quelli
che hanno vissuto con noi questa esperienza conservano ancora l’impressione di essere
stati, per tre giorni, a contatto con un altro mondo.
·
La
liberazione di Assunta è segno degli avvenimenti futuri.
·
La
presenza fisica dei consacrati è una forza straordinaria nei confronti di
Satana. Quando a tenere Assunta erano i sacerdoti, o il diacono o i veggenti,
non erano in genere necessarie altre persone, né era necessario usare la forza.
Franco diacono Sofia
[1] Tra parentesi quadre si
trovano particolari inediti aggiunti da me stesso nel riscrivere la storia a
distanza di ventuno anni dai fatti.
[2] Assunta non conosceva il
sacerdote, era la prima volta che veniva a Medjugorje; e neppure poteva sapere
che parlava il francese.
[3] È Milona d’Asburgo.
[4] Questo è successo il
secondo giorno quando Assunta si trovò a passare dalla stanza delle apparizioni a quella di fronte
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