1. COME ESSERE FELICI SU QUESTA TERRA
i consigli e le ricette della Regina della Pace
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La
vita è un paradiso, ma gli uomini non lo sanno e non si curano di saperlo.
(Fëdor
Michajlovic Dostoevskij )
Lo
sapevate?
La
Madonna a Medjugorje nei suoi messaggi ci ha dato le ricette per essere felici
già su questa terra, anche in mezzo alle difficoltà e alle inevitabili
sofferenze.
Si
tratta di una felicità o gioia incomprensibile alla mondanità.
Una
volta ci ha detto:
“Ognuno di voi diventerà, nella
semplicità, simile ad un bambino che è aperto all'amore del Padre.” (25 luglio
1996).
E
all’inizio del 1982:
“Se volete essere felici, fatevi una
vita semplice ed umile. Pregate molto e non vi preoccupate troppo dei vostri
problemi: lasciateli risolvere a Dio e abbandonatevi a Lui!” (4 gennaio 1982).
E
un’altra volta, quasi gridando, ci rassicurò:
«Sono venuta per dire al mondo: Dio esiste!
Dio è verità! Solo in Dio c’è la felicità e la pienezza della vita!
Io mi sono presentata qui come Regina
della pace per dire a tutti che la pace è necessaria per la salvezza del mondo.
Solo in Dio si trova la vera gioia dalla quale
deriva la vera pace.
Perciò chiedo la conversione.» (16 giugno 1983).
Nei prossimi giorni
dimostreremo come questi messaggi siano in piena conformità con la Parola di
Dio, la Tradizione e l’insegnamento del Magistero ecclesiastico a partire da
quello di papa Francesco.
Maria, Madre del Verbo di
Dio incarnato, diventa l’eco di questa Parola che risuona in tutta la Sacra
Scrittura. Abbandonarsi a Dio, essendo aperti e sicuri del Suo Amore.
Affrontare con la semplicità dei bambini le sfide più grandi della vita, come
Giobbe che non tentennò mai di fronte alle sventure, rimanendo fermo in quella
fiducia nell’amore del Signore che gli faceva dire: “Il Signore ha dato, il
Signore ha tolto: sia benedetto il nome del Signore!”.
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«È Gesù stesso che ha affermato l’inscindibile
rapporto che c’è tra santità e felicità, proclamando beati i poveri in spirito,
i miti, i puri di cuori, i perseguitati. Anche “beato” è una parola da liberare
dall’uso ecclesiastico in cui indica il titolo canonico che precede quello di
“santo”. In origine makarios, beato, significa semplicemente felice. Io ho
intitolato un mio commento alle Beatitudini fatto in presenza di san Giovanni
Paolo II: “Otto gradini verso la felicità”.
Solo Dio è felice e fa felici. Per questo un salmo ci
esorta: “Cerca la gioia nel Signore, esaudirà i desideri del tuo cuore”
(Salmo37, 4). Solo Dio ha potuto strappare dalle labbra di un santo il grido:
“Basta, Signore, con la gioia; il mio cuore non può contenerne più!”.»
(“Chiamati
ad essere santi”, La santità cristiana, dono e dovere, P. Raniero Cantalamessa,
ofm cap, Incontro dei religiosi della diocesi di Rieti - Rieti, 2 febbraio
2020).
Franco
Sofia
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