Amare di Amore immenso è
possibile?
LA
VERTIGINE PARADISIACA DI UN AMORE CHE NON HA FINE GIÀ IN QUESTA VITA
“Cari figli! Io vi
chiamo perché ho bisogno di voi. Ho bisogno di cuori pronti ad un amore
immenso”. (2 luglio 2009).
Ci sono
delle espressioni nei messaggi di Medjugorje che possono mettere in crisi se
non si ha una forte preparazione di base.
Di per sé
una solida base catechistica sarebbe sufficiente, ma alcune di queste
espressioni hanno bisogno di qualcosa di più.
Parlare
di “Amore immenso” riferendolo a Dio è normale.
E anche
quando nel linguaggio comune una madre dicesse ai propri figli “vi amo
immensamente”, nessuno avrebbe nulla da obiettare, perché si tratta di un modo
di dire, una iperbole.
Tuttavia,
non è così scontato che leggendo questo tipo di espressioni nei messaggi della
Madonna si tiri dritto senza sussulti. Infatti, alcune di queste espressioni
sono troppo forti per non turbare i più deboli, a meno che non si sia dei
superficiali.
Nei
messaggi, sia in quelli dati a Marija che in quelli dati a Mirjana, ne troviamo
alcune davvero intriganti.
Ad
esempio, troviamo che non solo venga utilizzato l’aggettivo “immenso”, ma anche
“infinito”. E qui c’è chi potrebbe pensare di avere ragione a saltare in aria.
Vediamo
alcune di queste espressioni usate nei messaggi di Medjugorje.
Alcuni
esempi dell’utilizzo simile al linguaggio comune dai messaggi dati a Mirjana:
“Con immenso
amore materno accarezzo le vostre anime.” (18 marzo 2018);
“Cari
figli, voi che mio Figlio ama, voi che io amo con immenso amore materno, non
permettete che l’egoismo, l’amore di voi stessi, regni nel mondo.” (2 febbraio
2018).
Questo modo di esprimersi è più
diffuso nei messaggi dati a Marija:
“[…] questo lungo tempo in cui sto con
voi è segno che io vi amo immensamente e desidero che ciascuno di voi diventi
santo.” (9 ottobre 1986);
“Cari figli, voi sapete che io vi amo
immensamente e che desidero ognuno di voi per me. Ma Dio ha dato a tutti la
libertà, che io rispetto con tutto l'amore; ed io mi sottometto - nella mia
umiltà - alla vostra libertà.” (25 novembre 1987).
Eppure, quella che può sembrare a prima vista
una esagerazione, in realtà è giustificata a livello scritturistico e teologico,
e sempre che la si legga all’interno dell’insieme dei messaggi che la Madonna
ha dato a Medjugorje .
Questa
vertigine l’ho provata ascoltando una volta il predicatore apostolico p.
Raniero Cantalamessa. A conclusione di una delle sue tante e magistrali
prediche, dinanzi al papa in Vaticano, ha detto:
«Grazie
alla nostra incorporazione a Cristo, anche noi possiamo amare Dio di un amore
infinito, degno di Lui.
San Paolo
scrive che: “L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori” (Rom 5,5).
L’amore che è stato riversato in noi è quello stesso con cui il Padre, da
sempre, ama il Figlio, non un amore diverso! “Io in loro e tu in me – dice Gesù
al Padre – perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro”
(Gv 17, 23. 26). Notare: “l’amore con cui mi hai amato”, non uno diverso. È un
traboccare dell’amore divino dalla Trinità a noi. Dio comunica all’anima – scrive
san Giovanni della Croce – “lo stesso amore che comunica al Figlio, anche se
ciò non avviene per natura, come nel caso del Figlio, ma per unione”.
La
conseguenza è che noi possiamo amare il Padre con l’amore con cui lo ama il
Figlio e possiamo amare Gesù con l’amore con cui lo ama il Padre. Tutto, grazie
allo Spirito Santo che è quello stesso amore.
Cosa
diamo, allora, a Dio di nostro, quando gli diciamo: “Ti amo!”? Nient’altro che
l’amore che riceviamo da lui! Nulla dunque, assolutamente, da parte nostra? È
forse il nostro amore per Dio nient’altro che un “rimbalzare” del suo stesso
amore verso di lui, come l’eco che rimanda il suono alla sua sorgente?
Non in questo
caso! L’eco del suo amore ritorna a Dio dalla cavità del nostro cuore, ma con
una novità che per Dio è tutto: il profumo della nostra libertà e della nostra
gratitudine di figli! Tutto questo si realizza, in modo esemplare,
nell’Eucaristia. Cosa facciamo in essa, se non offrire al Padre, come “nostro
sacrificio”, quello che, in realtà, il Padre stesso ha donato a noi, e cioè il
suo Figlio Gesù?
Noi
possiamo dire a Dio Padre: “Padre, ti amo con l’amore con cui ti ama il tuo
Figlio Gesù!” E dire a Gesù: “Gesù, ti amo con l’amore con cui ti ama il Padre
tuo celeste”. E sapere con certezza che non è una pia illusione! Ogni volta
che, pregando, cerco di farlo io stesso, mi torna alla mente l’episodio di
Giacobbe che si presenta al padre Isacco per ricevere la benedizione,
spacciandosi per il fratello maggiore (Gen 27, 1-23). E cerco di immaginare
quello che potrebbe dire tra sé Dio Padre, in quel momento: “Veramente, la voce
non è proprio quella del mio Figlio primogenito; ma le mani, i piedi e tutto il
corpo sono le stesse che mio Figlio ha preso sulla terra e ha portato quassù in
cielo”.
E sono
sicuro che mi benedice, come Isacco benedisse Giacobbe! E benedice, tutti voi
Venerabili Padri, fratelli e sorelle. È lo splendore della nostra fede di
cristiani. Speriamo di essere in grado di trasmetterne qualche frammento agli
uomini e alle donne del nostro tempo, che sono assetati d’amore, ma ne ignorano
la sorgente”».
(Padre
Raniero Cantalamessa, Terza Predica di Quaresima, 17 marzo 2023)
Quando
quindi la Madonna ci dice che ci ama di un amore immenso o ci ama
infinitamente, non sta illudendo i suoi “cari figli” o gli “Apostoli del suo
amore”.
E se Lei
chiede un amore immenso anche nei suoi figli, come ha fatto nel messaggio del 2 luglio
2009, non sta chiedendo
l’impossibile:
“Cari figli!
Io vi chiamo perché ho bisogno di voi. Ho bisogno di cuori pronti ad un amore
immenso”.
Le preghiere dei suoi Apostoli devono essere
dedicate “ai miei figli che non sanno nulla del mio amore e dell’Amore di mio
Figlio”.
La
Madonna sa che non siamo capaci di portare avanti questo compito con i nostri
sforzi, e allora ci indica una strada su cui tornerà più volte in avvenire.
Infatti, non si tratta del nostro amore, non è, cioè, l’amore che può nascere
dai nostri sforzi personali o anche l’amore virtù, ma è l’Amore di Gesù in noi:
“[…] E vi
esorto ancora perché desidero che tutti apriate il cuore a mio Figlio e che gli
consentiate di entrare in voi per colmarvi di Pace e di Amore. Lasciatelo
entrare! Con la vostra preghiera fate sì che Egli entri in voi affinché
diventiate capaci di diffondere fra gli uomini la Pace e l’Amore poiché questa
è la cosa più importante in questo tempo di lotta contro Satana.” (18 marzo
1991).
Anche nei
messaggi a Marija più di una volta lo ha detto espressamente:
“Siamo
insieme amore e perdono per tutti coloro che sanno e vogliono amare soltanto
con l’amore umano e non con quell’immenso amore di Dio al quale Dio vi invita.”
(25 gennaio 2015).
Un’altra
volta disse:
“figlioli,
vi invito tutti ad amare non con amore umano, ma con l'Amore di Dio.” (25
settembre 1997).
E alcuni
anni dopo, in un altro messaggio:
“Cari
figli, oggi vi invito all’amore. Figlioli, amatevi con l’Amore di Dio. In ogni
momento, nella gioia e nella tristezza, prevalga l’amore e così l’amore
comincerà a regnare nei vostri cuori. […]” (25 marzo 2005)
E, anzi,
in alcuni messaggi Ella lascia intendere chiaramente che l’Amore di cui sta
parlando coincide con Dio stesso, Gesù è l’Amore:
“Ogni
peccato offende l’Amore e vi allontana da esso: l’Amore è mio Figlio!” (2
settembre 2010).
“Figli
miei, pregate, pregate, pregate per il dono dell’Amore, perché l’Amore è mio
Figlio.” (2 novembre 2013).
L’Apostolo, ogni “caro figlio della Gospa”, ama con
l’Amore di Gesù, come ebbe a chiederci la Madonna in un messaggio parecchio più
lontano nel tempo:
“Per
questo, cari figli, pregate affinché dai vostri cuori sgorghi una fonte di
amore su ogni uomo e su quelli che vi odiano e vi disprezzano; così, con
l'Amore di Gesù, sarete capaci di vincere ogni miseria in quel mondo doloroso
che è senza speranza per quelli che non conoscono Gesù. Io sono con voi e vi
amo con l'Amore di Gesù senza misura.” (25 novembre 1991).
L’Amore, dunque, che la Madonna ci vuole
insegnare è lo stesso Amore che ci vuole consegnare, e cioè l’Amore di Dio:
“Io metterò nei vostri cuori mio Figlio e la
sua Misericordia. Allora, cari figli, guarderete con occhi diversi il mondo che
è attorno a voi. Vedrete il vostro prossimo. Sentirete i suoi dolori e le sue
sofferenze. Non volgerete la testa da coloro che soffrono, perché mio Figlio
volge la testa da coloro che volgono la testa dagli altri. Figli, non esitate.”
(2 maggio 2007).
Come scriveva Thomas Merton:
“Ed è questo il mistero della nostra vocazione: non che cessiamo di essere uomini per diventare angeli o dei, ma che l’amore del mio cuore di uomo possa diventare amore di Dio per Dio e per gli uomini, e le mie lacrime umane possano cadere dai miei occhi come lacrime di Dio, perché sgorganti dal moto del suo Spirito nel cuore del suo Figlio incarnato.” (Thomas Merton, Pensieri nella solitudine, https://www.monasterovirtuale.it/ ).
Franco Sofia
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