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giovedì 7 luglio 2022

COSA CI ATTIRA QUI A MEDJUGORJE?

 

 

«“COSA CI ATTIRA QUI A MEDJUGORJE?

NON CI ATTIRANO QUESTE DURE PIETRE DI ERZEGOVINA; NÉ L’ASSAGGIO DI QUESTO BELLISSIMO VINO DI ERZEGOVINA; NÉ IL SAPORE DI MARASCA O DI FICO.

QUI CI ATTIRA LA MADRE CHE PER TANTI ANNI CI PARLA CON PAZIENZA, CI PARLA COME A SUOI FIGLI: “RITORNATE A MIO FIGLIO!”».




 

MERAVIGLIOSA OMELIA DI FRA DAMIR PAVIĆ

 

 

Cari fratelli e sorelle, stimati ascoltatori, cari fratelli sacerdoti, voi che siete venuti a Medjugorje da diverse parti del mondo, voi sapete quando leggiamo il Vangelo e la Sacra Scrittura che qualche parola, qualche frase ci tocca in modo particolare, una cosa molto semplice. Io, in questi giorni, mentre mi preparavo per l’inizio di questo ritiro spirituale, negli occhi mi è entrata una frase dall’inizio del Vangelo di oggi. Adesso dice: “In quel tempo mentre Gesù parlava”.

Noi sappiamo che Gesù la maggior parte del Suo tempo l’ha passata parlando, predicando. Gesù predica, parla. Lui manda anche i Suoi discepoli e dà loro il compito di parlare, di predicare in nome Suo. Lui li manda nelle città e nei paesi.

In questi giorni riflettevo nel mio cuore, ma come era il discorso di Gesù? Voi sapete nell’umanità esistevano grandi oratori. Di tanti di loro sono stati scritti libri tipo Demostene (greco), Cicerone (romano); esistevano nella storia del cristianesimo anche grandi oratori, predicatori che in nome di Gesù hanno predicato, ma tutti loro sono solo un’ombra di quello che ci diceva Gesù. Potete immaginare come doveva essere potente quel discorso che ascoltiamo oggi. Mentre Gesù parla,  un uomo, al quale è morta la figlia, magari era figlia unica, è stato talmente colpito da quello che Gesù diceva e faceva che Gli dice: “Vieni, e riportala in vita”. Cioè, il Suo annuncio era così potente che quell’uomo in quel momento credeva che quest’uomo (Gesù) può risuscitare qualcuno che è già morto.

Perché il discorso di Gesù era così potente? Perché nelle parole di Gesù c’era la Potenza Divina.  Gesù parla con la Potenza Divina, Lui è figlio di Dio. Le Sue Parole sono piene d’Amore. La Potenza Divina è la Potenza d’Amore; non c’è niente più forte di questo.

Per questo tanti che erano malati, in Gesù trovano qualcuno che può ridare la Salute, Colui che addirittura può far risorgere anche i morti.

Perché vi sto dicendo questo, fratelli e sorelle? Prima di tutto, io lo sto dicendo a me e a tutti noi sacerdoti, perché uno dei nostri doveri, dei nostri compiti è annunziare, nel nome di Gesù, La Parola. Questo è uno dei primi compiti di qualsiasi Sacerdote. Non di predicare a nome nostro, di dire qualcosa che noi vogliamo dire, cioè, per affascinare la gente con quello che stiamo dicendo perché tutti quanti dicano: “guarda come parla bene!”.

No, non è così. Il nostro compito è diventare una cosa sola con Gesù: ascoltare la Sua voce per poter dire agli altri quello che Gesù stesso avrebbe detto. Questo Sacerdote dovrebbe essere una mano estesa di Gesù su questa terra. La sua lingua dovrebbe essere la lingua di Gesù, i suoi piedi dovrebbero camminare per la Salvezza umana, diventare come i piedi di Gesù.

Fratelli e sorelle, io come sacerdote, come ogni sacerdote presente qui, voglio chiedermi oggi se il mio discorso è almeno per un po’ simile a quello di Gesù, quando parlo agli uomini.; se la mia Parola è penetrata d’Amore. Se non c’è Amore per quelli ai quali mi rivolgo, se parlo di qualsiasi altro motivo, allora il mio discorso è nulla.

Fratelli e sorelle, ma questo non vale solo per noi sacerdoti. Il compito di annunciare, di predicare la Parola di Dio è affidato ad ogni cristiano, ad ognuno che è battezzato nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. E noi dobbiamo parlare, predicare, ma non tanto con le parole, quanto, piuttosto, con la testimonianza.

Capita molto spesso, fratelli e sorelle, anche a noi sacerdoti,  poiché viviamo in questo mondo, di dimenticare il nucleo del nostro annuncio. E i credenti dimenticate ciò che noi sacerdoti dobbiamo dire a voi.

Noi dobbiamo dire la Verità che vi libera, per quanto sia dura e pesante alle vostre orecchie. Noi dobbiamo annunciare la verità.

Perché vi sto dicendo questo? Perché l’uomo di oggi, cioè le orecchie dell’uomo di oggi aspettano che noi sacerdoti diciamo non quello che Gesù ci dice di dover dire, ma quello che piace alle vostre orecchie.

Cioè, il discorso evangelico è duro! E il primo messaggio della nostra predicazione  dovrebbe essere una cosa sola: la salvezza dell’anima umana.

Nella Chiesa Cattolica esiste un atto canonico, che comprende tanti canoni i quali prescrivono la vita del cristiano; ma l’ultimo canone in quel grande libro, parla e dice che la legge più importante su cui si basano tutti i canoni precedenti è Salus Animarum, cioè la salvezza delle anime. Da qui deve partire ogni nostra predicazione, ogni nostro annuncio, ogni nostro dialogo. Cioè di portare l’uomo alla Salvezza.

Fratelli e sorelle, i Padri della Chiesa, i Santi della storia parlavano in diversi modi, ammonivano i sacerdoti e i credenti su come dovrebbe essere il nostro discorso. San Giovanni Crisostomo, che era un grande predicatore, diceva come i fedeli possono sentire le parole di un sacerdote le cui opere non sono in concordia con quello che annuncia. Tutti noi dobbiamo verificare se viviamo e testimoniamo davvero quello che diciamo.

E un altro Santo, San Giovanni d’Avila, spiega semplicemente come dovrebbe essere un buon predicatore, come colui che annuncia e che testimonia. Lui dice così: “Un buon predicatore è colui che è innamorato di Gesù Cristo”.

Se non sei innamorato di Gesù Cristo, allora come puoi predicarLo. Il tuo discorso non può toccare nessuno, perché non viene dall’Amore. Noi sappiamo anche dalla nostra esperienza se amiamo qualcuno. Se  le tue parole non seguono quello che dice il cuore, quel discorso d’Amore è vuoto, non è autentico.

Così anche nella nostra vita: la condizione di tutto è essere innamorati di Gesù.

Un Santo ha detto: “Quando vogliamo parlare di Dio, quando vogliamo annunziare agli altri Gesù Cristo e il Suo Vangelo (questo vale per Sacerdoti e fedeli), dobbiamo rispettare tre condizioni”:

1) Prima di tutto, dobbiamo annunciare anche se non vediamo nessun risultato, anche se nessuno dovesse convertirsi, perché noi lo facciamo  per amore di Dio, non aspettando nessun risultato dal nostro lavoro. Ricordate che quando Gesù dice agli Ebrei: “Se non bevete il mio sangue, se non mangiate il mio corpo…”, si dice che quasi tutti sono andati via, perché il Suo discorso era duro. Ai suoi discepoli Gesù dice: “Volete anche voi andare via?”

 Quello che Gesù diceva era duro alle orecchie dei suoi ascoltatori. Anche noi oggi: cosa possiamo aspettarci? che tutti ricevano a braccia aperte quello che noi diciamo? Quando noi Sacerdoti oggi predichiamo, la gente dovrebbe uscire dalla chiesa. Ma  noi spesso ci adattiamo al mondo, e vogliamo che gli uomini applaudano, così che piacciamo alla gente. Ma Gesù non fatto mai una cosa del genere. Dobbiamo predicare la Verità del Vangelo, quello che Gesù diceva, anche se tutti ci voltano le spalle.

2) Questo santo afferma ancora: nel tuo predicare non devi perdere la pace interiore, a prescindere dalle contrarietà. Ricordiamoci di Maria: nessuno ha predicato meglio di Lei, senza che abbia detto una parola. Quante contrarietà ha avuto Lei nella sua vita! Se qualcuno doveva essere arrabbiato con Dio doveva essere proprio Lei, la Beata Vergine Maria. Lei poteva dire a Dio: “Ma mi hai dato il compito di essere Madre del tuo Figlio, e appena nato problemi, fuga in Egitto, nascondilo, torna indietro, e appena cresciuto Tu me l’hai preso. E alla fine ho dovuto tenerlo morto tra le mie braccia”.

Ci può essere un motivo più per essere inquieti?

 

QUANDO LE COSE NON VANNO COME NOI IMMAGINIAMO, NOI PERDIAMO LA PACE INTERIORE.

MARIA NON HA MAI PERSO LA PACE INTERIORE.

 

Quando le cose non vanno come noi immaginiamo, noi perdiamo la pace interiore.

Maria non ha mai perso la pace interiore.

3) La terza cosa che dice questo santo è che quando predichiamo, quando annunciamo, facciamo tutto per la gloria di Dio; e noi dobbiamo gioire quando, nel predicare, qualcun altro ha più successo di noi. È l’esempio di Mosè. Quando gli chiedono di impedire a Eldad e Medad di profetizzare: “Li fai star zitti, Mosè?”. E lui cosa risponde?  “O se tutto il popolo di Israele potesse predicare!” (Cfr. Nm 11, 24, 30).

Davanti al Signore, se potessimo essere tutti predicatori: padri, madri, figli, anziani, noi sacerdoti, se tutti potessimo annunciare la bellezza di Gesù! Perché questo è il nostro compito.

Torno di nuovo alla Beata Vergine Maria, come Lei ha predicato, come Lei ha parlato, e come predica qui a Medjugorje.

Cosa ci attira qui a Medjugorje?

Non ci attirano queste dure pietre di Erzegovina; né l’assaggio di questo bellissimo vino di Erzegovina; né il sapore di marasca o di fico. Qui ci attira la Madre che per tanti anni ci parla con pazienza, ci parla come a Suoi figli: “Ritornate a mio Figlio!”.

Parla a noi sacerdoti, per 41 anni, “siate la vera immagine di mio Figlio, in questo mondo! Con l’amore e la gioia, portate il messaggio di mio Figlio”.  

 

NESSUNO TORNA VUOTO DA MEDJUGORJE. PERCHÉ IN CIASCUNO DI NOI IL CUORE VIENE RIEMPITO. PERCHÉ LA MADRE PARLA CON AMORE. E LÌ DOVE C’È AMORE, LÌ C’È LA PACE, LÌ C’È LA GIOIA, LÌ C’È LA BELLEZZA DELLA VITA.

 

 

Per questo nessuno torna vuoto da Medjugorje. Perché in ciascuno di noi il cuore viene riempito. Perché la Madre parla con amore. E lì dove c’è amore, lì c’è la pace, lì c’è la gioia, lì c’è la bellezza della vita.

Fratelli e sorelle, vi spiego solo un’altra cosa dal Vangelo di oggi.

Noi sappiamo che il discorso di Gesù è bello, sublime e porta la pace nel cuore, nella vita. Ma noi fedeli abbiamo una cosa più grande. Noi, fedeli di oggi,  abbiamo la grande grazia che non avevano gli uomini ai tempi di Gesù. Guardate quella donna di oggi che la fede porta a toccare Gesù. Per dodici anni ha sanguinato, e adesso vuole toccare Gesù. Lei ha fede, e appena ha toccato Gesù con fede è guarita.

Perché vi sto dicendo tutto questo?

C’è qualcosa di molto più bello di un tocco.

Noi possiamo non solo toccare il lembo di Gesù; noi con Lui possiamo diventare una cosa sola, e questo avviene qui nella Santa Messa.

Noi sacerdoti, con tutto il cuore, con tutta l’anima, crediamo che la Santa Messa è un atto di unione con Gesù; che Lo riceviamo vivo nel nostro cuore e nella anima.

Tutti i fedeli possono credere a questo col cuore.

Un Santo dice: “Colui che si dona è sempre lo stesso, è Gesù Cristo. Il problema è in noi che Lo riceviamo”.

Ma con tutto il cuore crediamo che Lui viene a noi, e che si unisce a noi e vuole essere una cosa sola con noi.

Per credere in questo, fratelli e sorelle, ci serve la Fede. E  per questa Fede bisogna pregare. Questa Fede risveglia Maria nel cuore dei tanti che vengono qui a Medjugorje.

Perché quando hai la fede hai tutto: puoi credere a tutte quelle parole che Gesù ha detto, puoi credere e tu sai che tutto che Gesù dice è la verità, perché Lui è la Via, la Verità e la Vita.

Fratelli e sorelle, chiediamo l’intercessione di Maria qui a Medjugorje, perché nostra parola sia l’annuncio del Vangelo di Gesù, perché viene dal cuore; perché preghiamo per il dono della fede, perché Gesù vuole unirsi a noi per mezzo dei suoi sacramenti, e in particolare nel mistero della Santa Messa.

Amen.

Medjugorje, 4 luglio 2022, primo giorno del Ritiro Spirituale Internazionale dei sacerdoti.

 

(25° Ritiro spirituale internazionale per i sacerdoti dal 4 al 9 luglio 2022

Tema: “Imparate da me e troverete la pace” (Mt 11, 28-30)

 

(Trascrizione di Davide Carbonetti)

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