«“COSA CI ATTIRA QUI A MEDJUGORJE?
NON CI
ATTIRANO QUESTE DURE PIETRE DI ERZEGOVINA; NÉ L’ASSAGGIO DI QUESTO BELLISSIMO
VINO DI ERZEGOVINA; NÉ IL SAPORE DI MARASCA O DI FICO.
QUI CI
ATTIRA LA MADRE CHE PER TANTI ANNI CI PARLA CON PAZIENZA, CI PARLA COME A SUOI
FIGLI: “RITORNATE A MIO FIGLIO!”».
MERAVIGLIOSA
OMELIA DI FRA DAMIR PAVIĆ
Cari
fratelli e sorelle, stimati ascoltatori, cari fratelli sacerdoti, voi che siete
venuti a Medjugorje da diverse parti del mondo, voi sapete quando leggiamo il
Vangelo e la Sacra Scrittura che qualche parola, qualche frase ci tocca in modo
particolare, una cosa molto semplice. Io, in questi giorni, mentre mi preparavo
per l’inizio di questo ritiro spirituale, negli occhi mi è entrata una frase
dall’inizio del Vangelo di oggi. Adesso dice: “In quel tempo mentre Gesù
parlava”.
Noi sappiamo
che Gesù la maggior parte del Suo tempo l’ha passata parlando, predicando. Gesù
predica, parla. Lui manda anche i Suoi discepoli e dà loro il compito di
parlare, di predicare in nome Suo. Lui li manda nelle città e nei paesi.
In questi
giorni riflettevo nel mio cuore, ma come era il discorso di Gesù? Voi sapete
nell’umanità esistevano grandi oratori. Di tanti di loro sono stati scritti
libri tipo Demostene (greco), Cicerone (romano); esistevano nella storia del
cristianesimo anche grandi oratori, predicatori che in nome di Gesù hanno
predicato, ma tutti loro sono solo un’ombra di quello che ci diceva Gesù.
Potete immaginare come doveva essere potente quel discorso che ascoltiamo oggi.
Mentre Gesù parla, un uomo, al quale è
morta la figlia, magari era figlia unica, è stato talmente colpito da quello
che Gesù diceva e faceva che Gli dice: “Vieni, e riportala in vita”. Cioè, il
Suo annuncio era così potente che quell’uomo in quel momento credeva che
quest’uomo (Gesù) può risuscitare qualcuno che è già morto.
Perché il
discorso di Gesù era così potente? Perché nelle parole di Gesù c’era la Potenza
Divina. Gesù parla con la Potenza
Divina, Lui è figlio di Dio. Le Sue Parole sono piene d’Amore. La Potenza
Divina è la Potenza d’Amore; non c’è niente più forte di questo.
Per questo
tanti che erano malati, in Gesù trovano qualcuno che può ridare la Salute,
Colui che addirittura può far risorgere anche i morti.
Perché vi
sto dicendo questo, fratelli e sorelle? Prima di tutto, io lo sto dicendo a me
e a tutti noi sacerdoti, perché uno dei nostri doveri, dei nostri compiti è
annunziare, nel nome di Gesù, La Parola. Questo è uno dei primi compiti di
qualsiasi Sacerdote. Non di predicare a nome nostro, di dire qualcosa che noi
vogliamo dire, cioè, per affascinare la gente con quello che stiamo dicendo
perché tutti quanti dicano: “guarda come parla bene!”.
No, non è
così. Il nostro compito è diventare una cosa sola con Gesù: ascoltare la Sua
voce per poter dire agli altri quello che Gesù stesso avrebbe detto. Questo
Sacerdote dovrebbe essere una mano estesa di Gesù su questa terra. La sua
lingua dovrebbe essere la lingua di Gesù, i suoi piedi dovrebbero camminare per
la Salvezza umana, diventare come i piedi di Gesù.
Fratelli e
sorelle, io come sacerdote, come ogni sacerdote presente qui, voglio chiedermi
oggi se il mio discorso è almeno per un po’ simile a quello di Gesù, quando
parlo agli uomini.; se la mia Parola è penetrata d’Amore. Se non c’è Amore per
quelli ai quali mi rivolgo, se parlo di qualsiasi altro motivo, allora il mio
discorso è nulla.
Fratelli e
sorelle, ma questo non vale solo per noi sacerdoti. Il compito di annunciare, di
predicare la Parola di Dio è affidato ad ogni cristiano, ad ognuno che è
battezzato nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. E noi
dobbiamo parlare, predicare, ma non tanto con le parole, quanto, piuttosto, con
la testimonianza.
Capita molto
spesso, fratelli e sorelle, anche a noi sacerdoti, poiché viviamo in questo mondo, di dimenticare
il nucleo del nostro annuncio. E i credenti dimenticate ciò che noi sacerdoti
dobbiamo dire a voi.
Noi dobbiamo
dire la Verità che vi libera, per quanto sia dura e pesante alle vostre
orecchie. Noi dobbiamo annunciare la verità.
Perché vi
sto dicendo questo? Perché l’uomo di oggi, cioè le orecchie dell’uomo di oggi
aspettano che noi sacerdoti diciamo non quello che Gesù ci dice di dover dire,
ma quello che piace alle vostre orecchie.
Cioè, il
discorso evangelico è duro! E il primo messaggio della nostra predicazione dovrebbe essere una cosa sola: la salvezza
dell’anima umana.
Nella Chiesa
Cattolica esiste un atto canonico, che comprende tanti canoni i quali
prescrivono la vita del cristiano; ma l’ultimo canone in quel grande libro,
parla e dice che la legge più importante su cui si basano tutti i canoni
precedenti è Salus Animarum, cioè la salvezza delle anime. Da qui deve partire
ogni nostra predicazione, ogni nostro annuncio, ogni nostro dialogo. Cioè di
portare l’uomo alla Salvezza.
Fratelli e
sorelle, i Padri della Chiesa, i Santi della storia parlavano in diversi modi,
ammonivano i sacerdoti e i credenti su come dovrebbe essere il nostro discorso.
San Giovanni Crisostomo, che era un grande predicatore, diceva come i fedeli
possono sentire le parole di un sacerdote le cui opere non sono in concordia
con quello che annuncia. Tutti noi dobbiamo verificare se viviamo e testimoniamo
davvero quello che diciamo.
E un altro
Santo, San Giovanni d’Avila, spiega semplicemente come dovrebbe essere un buon
predicatore, come colui che annuncia e che testimonia. Lui dice così: “Un buon
predicatore è colui che è innamorato di Gesù Cristo”.
Se non sei
innamorato di Gesù Cristo, allora come puoi predicarLo. Il tuo discorso non può
toccare nessuno, perché non viene dall’Amore. Noi sappiamo anche dalla nostra
esperienza se amiamo qualcuno. Se le tue
parole non seguono quello che dice il cuore, quel discorso d’Amore è vuoto, non
è autentico.
Così anche
nella nostra vita: la condizione di tutto è essere innamorati di Gesù.
Un Santo ha
detto: “Quando vogliamo parlare di Dio, quando vogliamo annunziare agli altri
Gesù Cristo e il Suo Vangelo (questo vale per Sacerdoti e fedeli), dobbiamo
rispettare tre condizioni”:
1) Prima di
tutto, dobbiamo annunciare anche se non vediamo nessun risultato, anche se
nessuno dovesse convertirsi, perché noi lo facciamo per amore di Dio, non aspettando nessun
risultato dal nostro lavoro. Ricordate che quando Gesù dice agli Ebrei: “Se non
bevete il mio sangue, se non mangiate il mio corpo…”, si dice che quasi tutti
sono andati via, perché il Suo discorso era duro. Ai suoi discepoli Gesù dice:
“Volete anche voi andare via?”
Quello che Gesù diceva era duro alle orecchie
dei suoi ascoltatori. Anche noi oggi: cosa possiamo aspettarci? che tutti
ricevano a braccia aperte quello che noi diciamo? Quando noi Sacerdoti oggi
predichiamo, la gente dovrebbe uscire dalla chiesa. Ma noi spesso ci adattiamo al mondo, e vogliamo
che gli uomini applaudano, così che piacciamo alla gente. Ma Gesù non fatto mai
una cosa del genere. Dobbiamo predicare la Verità del Vangelo, quello che Gesù
diceva, anche se tutti ci voltano le spalle.
2) Questo
santo afferma ancora: nel tuo predicare non devi perdere la pace interiore, a
prescindere dalle contrarietà. Ricordiamoci di Maria: nessuno ha predicato
meglio di Lei, senza che abbia detto una parola. Quante contrarietà ha avuto
Lei nella sua vita! Se qualcuno doveva essere arrabbiato con Dio doveva essere
proprio Lei, la Beata Vergine Maria. Lei poteva dire a Dio: “Ma mi hai dato il
compito di essere Madre del tuo Figlio, e appena nato problemi, fuga in Egitto,
nascondilo, torna indietro, e appena cresciuto Tu me l’hai preso. E alla fine
ho dovuto tenerlo morto tra le mie braccia”.
Ci può
essere un motivo più per essere inquieti?
QUANDO
LE COSE NON VANNO COME NOI IMMAGINIAMO, NOI PERDIAMO LA PACE INTERIORE.
MARIA
NON HA MAI PERSO LA PACE INTERIORE.
Quando le
cose non vanno come noi immaginiamo, noi perdiamo la pace interiore.
Maria non ha
mai perso la pace interiore.
3) La terza
cosa che dice questo santo è che quando predichiamo, quando annunciamo,
facciamo tutto per la gloria di Dio; e noi dobbiamo gioire quando, nel
predicare, qualcun altro ha più successo di noi. È l’esempio di Mosè. Quando
gli chiedono di impedire a Eldad e Medad di profetizzare: “Li fai
star zitti, Mosè?”. E lui cosa risponde?
“O se tutto il popolo di Israele potesse predicare!” (Cfr. Nm 11, 24,
30).
Davanti al Signore, se potessimo
essere tutti predicatori: padri, madri, figli, anziani, noi sacerdoti, se tutti
potessimo annunciare la bellezza di Gesù! Perché questo è il nostro compito.
Torno di
nuovo alla Beata Vergine Maria, come Lei ha predicato, come Lei ha parlato, e
come predica qui a Medjugorje.
Cosa ci
attira qui a Medjugorje?
Non ci attirano
queste dure pietre di Erzegovina; né l’assaggio di questo bellissimo vino di Erzegovina;
né il sapore di marasca o di fico. Qui ci attira la Madre che per tanti anni ci
parla con pazienza, ci parla come a Suoi figli: “Ritornate a mio Figlio!”.
Parla a noi
sacerdoti, per 41 anni, “siate la vera immagine di mio Figlio, in questo mondo!
Con l’amore e la gioia, portate il messaggio di mio Figlio”.
NESSUNO
TORNA VUOTO DA MEDJUGORJE. PERCHÉ IN CIASCUNO DI NOI IL CUORE VIENE RIEMPITO.
PERCHÉ LA MADRE PARLA CON AMORE. E LÌ DOVE C’È AMORE, LÌ C’È LA PACE, LÌ C’È LA
GIOIA, LÌ C’È LA BELLEZZA DELLA VITA.
Per questo
nessuno torna vuoto da Medjugorje. Perché in ciascuno di noi il cuore viene
riempito. Perché la Madre parla con amore. E lì dove c’è amore, lì c’è la pace,
lì c’è la gioia, lì c’è la bellezza della vita.
Fratelli e
sorelle, vi spiego solo un’altra cosa dal Vangelo di oggi.
Noi sappiamo
che il discorso di Gesù è bello, sublime e porta la pace nel cuore, nella vita.
Ma noi fedeli abbiamo una cosa più grande. Noi, fedeli di oggi, abbiamo la grande grazia che non avevano gli
uomini ai tempi di Gesù. Guardate quella donna di oggi che la fede porta a
toccare Gesù. Per dodici anni ha sanguinato, e adesso vuole toccare Gesù. Lei
ha fede, e appena ha toccato Gesù con fede è guarita.
Perché vi
sto dicendo tutto questo?
C’è qualcosa
di molto più bello di un tocco.
Noi possiamo
non solo toccare il lembo di Gesù; noi con Lui possiamo diventare una cosa sola,
e questo avviene qui nella Santa Messa.
Noi
sacerdoti, con tutto il cuore, con tutta l’anima, crediamo che la Santa Messa è
un atto di unione con Gesù; che Lo riceviamo vivo nel nostro cuore e nella
anima.
Tutti i
fedeli possono credere a questo col cuore.
Un Santo
dice: “Colui che si dona è sempre lo stesso, è Gesù Cristo. Il problema è in
noi che Lo riceviamo”.
Ma con tutto
il cuore crediamo che Lui viene a noi, e che si unisce a noi e vuole essere una
cosa sola con noi.
Per credere
in questo, fratelli e sorelle, ci serve la Fede. E per questa Fede bisogna pregare. Questa Fede
risveglia Maria nel cuore dei tanti che vengono qui a Medjugorje.
Perché
quando hai la fede hai tutto: puoi credere a tutte quelle parole che Gesù ha
detto, puoi credere e tu sai che tutto che Gesù dice è la verità, perché Lui è
la Via, la Verità e la Vita.
Fratelli e
sorelle, chiediamo l’intercessione di Maria qui a Medjugorje, perché nostra
parola sia l’annuncio del Vangelo di Gesù, perché viene dal cuore; perché
preghiamo per il dono della fede, perché Gesù vuole unirsi a noi per mezzo dei
suoi sacramenti, e in particolare nel mistero della Santa Messa.
Amen.
Medjugorje,
4 luglio 2022, primo giorno del Ritiro Spirituale Internazionale dei sacerdoti.
(25° Ritiro
spirituale internazionale per i sacerdoti dal 4 al 9 luglio 2022
Tema: “Imparate
da me e troverete la pace” (Mt 11, 28-30)
(Trascrizione
di Davide Carbonetti)
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