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mercoledì 5 ottobre 2022

“Monstra te esse filium”

 

“Monstra te esse filium” 

Dimostra di essere mio figlio




Rispondo volentieri alla domanda di LRP che ringrazio subito per aver messo in evidenza una affermazione presente in un messaggio della Madonna a Mirjana che potrebbe creare difficoltà in qualcuno.


Scrive LRP:

 

«Mi soffermo su questo tratto del testo, signor Franco, sono parole molto incisive e spesso nei messaggi dati a Mirjana ci sono frasi e parole che coincidono perfettamente ad alcuni tratti della mia vita, anche se dettati in passato i messaggi della Madonna sono parole che valgono ancora come se parlasse di oggi, di ieri e di domani, nel senso che è come se vivesse ogni giorno con noi, e Sa perfettamente quello che accade e che accadrà nel nostro cammino, penso che ogni messaggio non sia rivolto sempre a tutti, ma come se fosse dato ad alcuni si e altri no, lo penso perché alcune volte ho avuto la sensazione che stesse parlando proprio con me, e sarei egoista se pensassi che sono solo io a comportarmi in determinati modi, e voglio concludere, in questo messaggio quello che non comprendo è perché ad un certo punto dice:

 " PREGO AFFINCHÉ, PER MEZZO SUO, DIVENTIATE FIGLI DI DIO...."

 Mi scusi se mi permetto di farle delle domande, so che mi perdonerà».

 

 Questo il messaggio per intero da cui è nato l’interrogativo di LRP:

 

MESSAGGIO DEL 2 SETTEMBRE 2013 (MIRJANA)

"Cari figli, vi amo tutti quanti, tutti voi, tutti i miei figli, siete tutti nel mio cuore, tutti voi avete il mio amore materno e tutti quanti desidero condurvi affinché conosciate la gioia di Dio. Per questo vi invito: ho bisogno di apostoli umili che, con cuore aperto, accettino la parola di Dio e aiutino gli altri affinché, con la parola di Dio, comprendano il senso della loro vita. Per poter far questo, figli miei, dovete, attraverso la preghiera ed il digiuno, ascoltare col cuore e imparare a sottomettervi. Dovete imparare a rifiutare, tutto quello che vi allontana dalla parola di Dio e anelare solo ciò che vi avvicina. Non abbiate paura, io sono qui. Non siete soli. Prego lo Spirito Santo affinché vi rinnovi, affinché vi fortifichi. Prego lo Spirito Santo, affinché aiutando gli altri, possiate guarire voi stessi. Prego affinché, per mezzo Suo, diventiate figli di Dio e miei apostoli. Poi con grande preoccupazione la Madonna ha detto: Per Gesù, per mio Figlio, amate coloro che Lui ha chiamato e anelate alla benedizione di quelle mani che solo Lui ha consacrato. Non permettete che il male regni. Nuovamente vi invito: solo con i miei pastori il mio cuore trionferà. Non permettete al male che vi separi dai vostri pastori. Vi ringrazio

 


 Quand’ero piccolo mi capitava di sentire una storia esemplare, diventata campo di battaglia in molte prediche, ma che non sento più da molto tempo.

Si racconta che un peccatore trovandosi nel bisogno, cominciò a implorare la Vergine Maria perché lo aiutasse. Ma non trovando risposta, un giorno le disse “Monstra te esse matrem!”, “Mostrati madre”: Dimostra, cioè, che sei mia madre!

Il peccatore si sentì rispondere: “Monstra te esse filium!”, dimostra, cioè, che sei mio figlio.

Maria ci ha dimostrato che significa essere Madre quando ci ha generati sotto la Croce di Gesù; quando ha compiuto fino in fondo la volontà del Padre.

 

Adesso ripropongo la domanda di LRP: Che significa “Diventiate figli di Dio”, se lo siamo già?

In effetti, è la Madonna stessa che dall’inizio delle apparizioni non fa altro che chiamarci “cari figli”!

E siamo figli suoi dal momento che siamo figli di Dio. Anzi, nello stesso messaggio proposto da LRP è Lei stessa che insiste fin dalle prima parole:

Cari figli, vi amo tutti quanti, tutti voi, tutti i miei figli, siete tutti nel mio cuore, tutti voi avete il mio amore materno e tutti quanti desidero condurvi affinché conosciate la gioia di Dio”.

Il messaggio è del 2013, e da parecchi anni ormai si rivolge ai suoi Apostoli, dicendo: “Apostoli miei”. Quindi quello che vale per “diventiate figli di Dio”, vale per “diventiate miei Apostoli”.

Tutti i battezzati ci diciamo e siamo figli di Dio, ma quello siamo lo dobbiamo anche diventare.

Nel momento del battesimo ci è stato dato un programma che noi dobbiamo svolgere nel corso della vita.

Forse non ricordiamo quali sono gli effetti del Battesimo: siamo diventati figli di Dio; fratelli di Gesù Cristo; membra del Corpo di Cristo e quindi della Chiesa; tempio dello Spirito Santo. Per effetto del battesimo siamo stati unti sacerdoti, re e profeti: Gesù ci ha partecipato il sacerdozio comune dei fedeli, e siamo diventati re e profeti con Lui.

Ed è finito tutto lì, come quando abbiamo preso una laurea e non ci è servito a nulla?

Per tanti sì. Essere diventati figli di Dio, però, non ci ha tolto il vincolo interiore di esserne degni, con tutto ciò che questa dignità comporta.

Abbiamo dimenticato che ci è stata affidata, tramite l’impegno dei genitori e dei padrini, nel segno di una candela accesa, la luce di Cristo col compito di non farla spegnere?

E abbiamo dimenticato che ci è stata data una veste bianca e ci è stato detto: “Portala senza macchia, per la vita eterna”?

Lo sappiamo che questa dignità si può perdere?

Il Figliol prodigo quando si è allontanato dal padre si rende conto di aver perso la dignità di figlio, e a suo padre dice: “Non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. (Lc 15, 21).

Ma quando il figlio ritorna, cosa fa il padre? Gli ridona la veste nuova, gli fa recuperare la dignità di stare a tavola con lui e gli ridà la dignità di figlio.

E quante volte noi ci siamo dovuti mettere davanti a un sacerdote per recuperare la dignità di figli di Dio?

Che ne è stato degli impegni presi nel battesimo e ribaditi ogni anno nella notte di Pasqua? Che ne è stata della triplice rinuncia: “Rinuncio a Satana, a tutte le sue opere e a tutte le sue seduzioni”?

E della triplice adesione di fede al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo?

Il nome del “cristiano”, diventato tale per il battesimo e conservato nei registri della chiesa parrocchiale, non garantisce automaticamente la nostra salvezza. Anzi si rischia di sentirsi dire alla fine della vita: “Non vi ho mai conosciuti!”:

«Non chiunque mi dice: "Signore, Signore", entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: "Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?". Ma allora io dichiarerò loro: "Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l'iniquità!"» (Mt 7,21-23).

Il figlio di Dio è colui che fa la volontà di suo Padre. E tutti dobbiamo imparare a farla ogni giorno.

Ecco che significa quel “diventiate figli di Dio”.

          La lettera agli Ebrei esprime in termini drammatici quello che l’obbedienza alla volontà del Padre ha operato nella vita di Gesù:

Nei giorni della sua vita terre­na egli offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo da morte e fu esaudito per la sua pietà; pur essendo Figlio, imparò tuttavia l'obbedienza dalle cose che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono(Eb 5,7-9).

 

In quel messaggio, da cui stiamo prendendo spunto, un po’ prima, quasi riecheggiando il concetto espresso nella lettera agli Ebrei, la Madonna dice:

figli miei, dovete, attraverso la preghiera ed il digiuno, ascoltare col cuore e imparare a sottomettervi. Dovete imparare a rifiutare, tutto quello che vi allontana dalla parola di Dio e anelare solo ciò che vi avvicina”.

E come Gesù attraverso la sua sottomissione alla volontà del Padre divenne “causa di salvezza eterna per coloro che gli obbediscono”, così gli Apostoli della Regina della Pace, sottomettendosi e obbedendo alla Parola di Gesù divengono causa di salvezza eterna per coloro che non conoscono l’Amore di Dio.

Con l’aiuto dello Spirito Santo possiamo realizzare prima il nostro essere figli di Dio, e poi la nostra missione di Apostoli della Regina della Pace.

 

Franco Sofia

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