MEDJUGORJE E L’ATTEGGIAMENTO DELLA CHIESA - VATICAN NEWS
Commissioni di studio e pronunciamenti dei vescovi:
pubblichiamo un ampio stralcio dell’intervento di monsignor Armando Matteo,
segretario del Dicastero per la Dottrina della Fede, che ricostruisce la
cronistoria degli eventi
Armando Matteo *
Segretario del Dicastero per la Dottrina della Fede
19 settembre 2024,
Il fenomeno delle presunte apparizioni della Madonna a
Medjugorje riguarda gli eventi iniziati il 24 giugno del 1981 nella parrocchia
di San Giacomo a Medjugorje, amministrata dai Padri Francescani O.F.M., della
Provincia Erzegovinese, nella Diocesi di Mostar-Duvno in ex Jugoslavia (oggi
Bosnia ed Erzegovina).
Nel tardo pomeriggio di quel giorno, due ragazze Ivanka
Ivanković e Mirjana Dragičević si recano in località Podbrdo, ai piedi della
collina Crnica. All’improvviso, Ivanka vede la Madonna (non apparsa a Mirjana).
Le due ragazze continuano il cammino per il villaggio. Lo stesso giorno, verso
le ore 18, sei ragazzi vedono nello stesso luogo la figura di Maria con un
bambino tra le braccia: oltre a Ivanka e Mirjana, sono presenti Vicka
Ivanković, Ivan Dragičević, Ivan Ivanković e Milka Pavlović, Marija Pavlović e
Jakov Čolo, che fanno tutt’ora parte dei sei veggenti, si uniscono agli altri
ragazzi il giorno dopo, il 25 giugno.
Il 21 luglio dello stesso anno S.E. Monsignor Pavao Žanić,
Vescovo di Mostar-Duvno, si incontra con i sei “veggenti”, i quali gli
riferiscono l’esperienza da poco vissuta. L’Ordinario resta convinto che «i
ragazzi non mentono». Manifesterà tale convinzione anche alcuni giorni dopo, in
occasione dell’amministrazione della Cresima nella parrocchia di Medjugorje.
Successivamente, il 19 novembre del 1983, S.E. Monsignor Pavao Žanić invia
all’allora Congregazione per la Dottrina della Fede una relazione confidenziale
circa la presunta apparizione di Maria, manifestando i suoi «fortissimi dubbi»
al riguardo.
Il 12 ottobre dell’anno successivo, la Conferenza Episcopale
Jugoslava emette una dichiarazione circa i presunti fatti di Medjugorje,
richiamando la competenza dell’autorità ecclesiastica circa la valutazione
delle apparizioni e proibendo i pellegrinaggi ufficiali a Medjugorje.
Il 19 maggio del 1986, la Commissione diocesana incaricata
di valutare le presunte apparizioni a Medjugorje emette il proprio giudizio:
per 11 membri contro 4 Non constat de supernaturalitate.
Nel corso dello stesso anno, il Pro-Nunzio di Belgrado
esprime parere negativo sui lavori della Commissione diocesana. L’allora
Congregazione per la Dottrina della Fede decide di affidare alla Conferenza
Episcopale Jugoslava un nuovo esame del caso.
L’anno successivo, precisamente il 9 aprile hanno inizio i
lavori della Commissione della Conferenza Episcopale Jugoslava, che si
protrarranno sino all’aprile del 1991. Il 10 di quel mese viene pubblicato il
rapporto finale della Commissione della Conferenza Episcopale Jugoslava circa
il fenomeno di Medjugorje, conosciuto come la Dichiarazione di Zadar
(Zara). Che cito:
«I vescovi sin dall’inizio seguono le apparizioni di
Medjugorje tramite il vescovo della diocesi, la commissione episcopale e la
commissione della conferenza episcopale jugoslava per Medjugorje. Sulla base
delle ricerche sin qui compiute non è possibile affermare che si tratta di
apparizioni e fenomeni soprannaturali. Tuttavia, i numerosi credenti che
arrivano a Medjugorje provenienti da vari luoghi e spinti da motivi religiosi e
di altro genere hanno bisogno dell’attenzione e della cura pastorale innanzitutto
del vescovo della diocesi e poi anche di altri vescovi così che a Medjugorje e
con Medjugorje si possa promuovere una sana devozione verso la Beata Vergine
Maria, in armonia con l’insegnamento della Chiesa. A tal fine i vescovi
forniranno adeguate indicazioni liturgico‒pastorali
e tramite la commissione continueranno a seguire e a far luce sugli avvenimenti
di Medjugorje».
Passiamo al 1994. È il 28 ottobre di quell’anno, quando
monsignor Ratko Perić, nuovo Ordinario di Medjugorje, chiede a Giovanni Paolo
II di istituire una Commissioneper un verdetto definitivo sulle “apparizioni”.
A luglio del 1995, invece, si preannuncia una visita di Giovanni Paolo II a
Medjugorje durante il viaggio apostolico a Sarajevo. Il Papa, in alcune lettere
private, si è infatti espresso positivamente su Medjugorje e sul suo desiderio
di visitare il luogo. Informato di ciò, Mons. Perić chiede all’allora
Congregazione per la Dottrina della Fede di evitare tale visita, che di fatto
non avrà luogo.
Il 2 marzo del 1998, dietro richiesta del Vescovo di
Saint-Denis-de-La Reunion, l’allora Congregazione per la Dottrina della Fede
risponde che i pellegrinaggi privati a Medjugorje sono permessi, a condizione
che non si dichiari Medjugorje luogo di apparizioni autentiche. Si dichiara,
inoltre, che la posizione di monsignor Perić circa il giudizio constat
de non supernaturalitate non è quella della Congregazione per la
Dottrina della Fede.
Negli anni a seguire, si succedono varie consultazioni tra
l’allora Congregazione per la Dottrina della Fede e la nuova Conferenza
Episcopale di Bosnia ed Erzegovina in merito a un nuovo esame dell’intera
documentazione. La Conferenza Episcopale di Bosnia ed Erzegovina, tuttavia,
dichiara di non essere in grado di intraprendere un nuovo esame né lo giudica
opportuno.
Il punto di svolta reca la data del 14 gennaio del 2008,
quando Benedetto XVI decide di istituire una Commissione internazionale per
valutare i presunti fenomeni soprannaturali di Medjugorje. presidente di tale
Commissione è il cardinale Camillo Ruini. Nel gennaio del 2014, dopo circa sei
anni di lavori, la Commissione internazionale emette il proprio giudizio. Le
conclusioni della Commissione Ruini non vengono resi noti, e questo a motivo di
un’esplicita richiesta dell’allora Congregazione per la Dottrina della Fede.
Quest’ultima, negli anni successivi, predispone una serie di
approfondimenti dell’intera vicenda relativa a Medjugorje. Si chiede il parere
di due esperti che giungono a risultati assai diversi rispetto a quelli della
Commissione Ruini.
Nel dicembre del 2015, ricevuta tutta la documentazione,
Papa Francesco avoca a sé ogni decisione su Medjugorje.
Successivamente, l’11 febbraio del 2017, Papa Francesco
nomina monsignor Henryk Hoser Inviato Speciale della Santa Sede per
esaminare la situazione pastorale a Medjugorje, mentre il 14 gennaio del 2019
viene resa pubblica una disposizione del Pontefice, secondo la quale «è
possibile organizzare pellegrinaggi a Medjugorje, sempre che si abbia cura di
evitare che siano interpretati come una autenticazione degli avvenimenti».
C’è da ricordare, infine, che, il 27 dicembre 2021, Papa
Francesco nomina Sua Ecc.za Mons. Aldo Cavalli come nuovo Visitatore
apostolico a carattere speciale per la Parrocchia di Medjugorje, a
tempo indeterminato e ad nutum Sanctae Sedis. Monsignor Cavalli
succede all’arcivescovo polacco Henryk Hoser, morto il 13 agosto di quell’anno.
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