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mercoledì 4 settembre 2024

UN DOCUMENTO DIMENTICATO.

 

UN DOCUMENTO DIMENTICATO.

LA DOMENICA DEL CORRIERE NUMERO 38 DEL 1981 SU MEDJUGORJE.

 

Il 19 settembre 1981 esce La DOMENICA DEL CORRIERE con una esclusiva mondiale. La rivista è una delle prime a riportare in occidente  le notizie sulle apparizioni di Medjugorje. L’articolo per intero, poco leggibile dalle foto, lo potete leggere qui di seguito.

                                   

p. 10

Copertina

p. 4
[Le altre foto i fondo alla pagina]




ln Jugoslavia un evento prodigioso fa accorrere migliaia di pellegrini e di malati in un piccolo villaggio: tra giugno e luglio la Vergine Maria sarebbe apparsa dieci volte a un gruppo di giovani tra i 10 e i 17 anni. Si parla già di alcuni miracoli. Le autorità comuniste allarmate hanno fatto arrestare due sacerdoti.

Ecco il racconto degli avvenimenti e le immagini scattate dai nostri inviati.

 

di GIANFRANCO FAGIUOLI

foto di MIJO GABRIC e IANNI GELMI

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Zagabria  (Jugoslavia)

Settembre.

Il vescovo Diuro Koksa, vicario generale della diocesi di Zagabria, è molto prudente.

Dice: ”Quando accadono certi fatti apparentemente soprannaturali bisogna andare con i piedi di piombo”. Poi si interroga: "Apparizioni della Madonna? Visioni celesti e colloqui con la Vergine? Miracoli?”.

Resta per qualche istante silenzioso e perplesso. Infine, trova questa risposta: .Può darsi, ma ancora nulla di certo è stato provato. Aspettiamo una risposta ufficiale della Chiesa e intanto limitiamoci a osservare, a pregare.

I fatti “apparentemente soprannaturali' cui allude monsignor Koksa stanno destando vivissima emozione fra i cattolici jugoslavi (circa il 34 per cento della popolazione, che ammonta complessivamente a quasi 22 milioni) e mettono in serio imbarazzo le autorità comuniste locali nonché lo stesso governo centrale di Belgrado.

Esiste infatti la possibilità che nella repubblica marxista-leninista fondata da Tito stia oggi per nascere un nuovo santuario mariano destinato a oscurare la fama prodigiosa di Lourdes e di Fatima.

Tutto ebbe inizio sul finire del giugno scorso a Medjugorje, uno sperduto villaggio agricolo presso Citluk, a ovest di Mostar, capoluogo dell'Erzegovina. Nel pomeriggio del 24 giugno, festa di San Giovanni Battista, sei ragazzi (due maschi e quattro femmine, fra i dieci e i diciassette anni) decisero di fare una passeggiata, per raccogliere fiori, sul vicino colle di Podbrdo. Arrivati sulla sommità della montagnola verso le 18.30, i sei giovani amici ebbero una improvvisa e folgorante visione.

Ai loro occhi stupefatti apparve, in un'aureola abbagliante, la Madonna con Gesù Bambino fra le braccia. "La Vergine indossava panni grigi e lunghi fino alle caviglie, aveva le spalle coperte da un candido manto e il capo sormontato da una brillante corona di stelle”, raccontò poi uno dei giovani.

Vagamente intimoriti e imbarazzati, i ragazzi attesero che I'apparizione svanisse, quasi temendo un abbaglio.

Invece la Madonna parlò. Con voce calma e suadente pronunciò parole di pace, esortando il popolo di Dio alla fratellanza universale. Poi chiese ai giovani se qualcuno di loro avesse un desiderio particolare da esprimere. Solo il più piccolo, Jakov Colo, di dieci anni, ebbe I'ardire di farsi avanti per implorare una grazia a favore di un suo amichetto rimasto a casa, Daniele, paralizzato dalla nascita.

La Vergine, sorridendo amabilmente, rispose: "Sarai accontentato». E spiegò: "I genitori di Daniele li conosco, sono bravi credenti e buoni fedeli, perciò meritano che il loro figliolo guarisca presto. Infine, prima di scomparire in alto nel cielo, avvolta in una nube di luce, la Madonna concluse: "Ragazzi, venite a trovarmi anche nei giorni seguenti su questo monte perché ho altre cose importanti da svelarvi”.

Le celesti apparizioni e conversazioni (stando alle concordi testimonianze dei sei giovani) si ripeterono, sempre alla stessa ora, per altre nove volte consecutive' salvo giovedì 2 luglio, fino a venerdì 3 luglio. Ogni volta la Madonna faceva, più o meno, gli stessi discorsi: raccomandava di pregare, di fare penitenza, di digiunare' di accostarsi con frequenza ai sacramenti, di aver fiducia in Dio; prometteva pace e libertà per gli uomini di tutto il mondo e di qualunque fede; rivelava da ultimo cinque messaggi segreti che i ragazzi avrebbero dovuto trasmettere unicamente e personalmente al sommo pontefice.

La notizia delle apparizioni della Vergine sul colle di Podbrdo, seguita dall’improvvisa e inspiegabile guarigione del piccolo paralizzato Daniele, suscitò a Medjugorje un’enorme impressione e una fiammata di fervore religioso. Dopo il 24 giugno tutti gli abitanti del villaggio (in prevalenza di stirpe croata e di fede cattolica) cominciarono a riunirsi ogni sera alle 18.30 nella chiesa parrocchiale per pregare con insolita devozione e per ascoltare le prediche via via sempre più infervorate del loro parroco, il trentacinquenne padre francescano Josip Zovko.

Col passare dei giorni il numero della gente che saliva sul colle di Podbrdo ed era poi presente alla messa vespertina di Medjugorje crebbe anche per I'afflusso di pellegrini provenienti dai paesi e dalle città vicine. Da Citluk, da Mostar, da Spalato e da altri centri della costa dalmata arrivavano fedeli, curiosi e persino villeggianti stranieri con ogni mezzo: a piedi, in auto, in pullman, su carri trainati da buoi o cavalli. Tutti volevano sapere, vedere, toccare con mano i sei ragazzi “che avevano visto e parlato con la Madonna", ascoltare dalla loro viva voce il racconto della meravigliosa avventura.

Numerosi fra i pellegrini erano gli ammalati, gli invalidi e i sofferenti che speravano in una grazia della Vergine. Già si cominciava a parlare di miracoli: del piccolo Daniele non più paralizzato, di una donna di Zagabria guarita dal cancro, di un vecchio cieco che aveva riacquistato la vista.

Quest'ultimo, di nome Jozo Vasilj, si era lavato gli occhi con I'acqua di un vaso che aveva contenuto fiori raccolti sul colle di Podbrdo e immediatamente era tornato a vedere.

"Il miracolo più grande, quello che non ha bisogno di prove né di conferme, resta comunque lo scoppio di fede religiosa registrato in quest'angolo croato della vecchia Erzegovina", commenta un anziano sacerdote di Zagabria reduce da una visita a Medjugorje. Il prete si rallegra soprattutto nel constatare come certi fenomeni spirituali possano accadere anche nella Jugoslavia comunista, ossia in un Paese dove da quarant'anni il regime combatte contro la religione e predica I'ateismo, il materialismo.

“Ciò significa”, spiega l'anziano sacerdote, “che l'antico legame del popolo croato con la chiesa cattolica, vecchio ormai di tredici secoli, non s'è affatto allentato. Del resto la nostra profonda devozione per la Madonna non è mai venuta meno...

Tale devozione ebbe il suo più alto e significativo riconoscimento proprio dieci anni fa, nel settembre del 1971, quando tutta la Croazia celebrò a Solin, l'antica Salona dei romani, Patria dell'imperatore Diocleziano, il millennio dell'erezione del primo santuario mariano, quello di Gospe od Otoka, la Madonna dell'Isola”.

Fu nella seconda metà del luglio scorso che gli eventi prodigiosi di Medjugorje uscirono dallo stretto ambito regionale per diventare un fatto nazionale destinato a mettere in allarme il governo centrale di Belgrado nonché le gerarchie della chiesa ortodossa e musulmana.

Accadde quando la storia delle apparizioni della Madonna fu ampiamente raccontata, in prima pagina, sul numero del 12 luglio del settimanale cattolico GIas Koncila ("Voce del Concilio') che si stampa a Zagabria e ha una diffusione media di oltre  10 mila copie, vendute solo nelle chiese cattoliche.

“Noi abbiamo raccontato obiettivamente i fatti così come stavano e stanno, senza esagerazioni né enfasi” spiega il direttore del giornale, padre Zivko Kustic. E aggiunge: “Abbiamo anche parlato di miracoli, ma facendo tutte le doverose riserve del caso. Nella nostra cronaca si sottolineava il significato del messaggio di pace e di fratellanza trasmesso dalla Madonna, si accennava al crescente afflusso dei pellegrini, molti dei quali affermavano di aver assistito a prodigiosi fenomeni

celesti, a strani bagliori di luce che comparivano giorno e notte, sopra il colle di Podbrdo...”.

Di suo, padre Kustic afferma: “Siamo comunque di fronte a un evento religioso di enorme importanza. Lo conferma, se non altro, I'ininterrotto affluire dei fedeli. Se poi le apparizioni e i miracoli della Madonna fossero reali e dimostrati, allora Medjugorje diventerebbe un centro di lede mariana unico al mondo nel suo genere, più celebre di Lourdes e di Fatima, le cui origini risalgono, rispettivamente, al 1858, in seguito alle mistiche visioni di Bernadette nella grotta di Massabielle, e al 1917, quando la Vergine parlò con la pastorella portoghese Lucia Dos Santos. Ma a Medjugorje è accaduto ben altro! Qui, stando alle testimonianze, sono addirittura sei i ragazzi che hanno visto e parlato con la Madonna, che continuano a vederla e a parlarle!”.

Le prime reazioni delle autorità comuniste locali furono timide e imbarazzate. Poi, col passare dei giorni, giunsero da Sarajevo, capitale della Bosnia-Erzegovina, disposizioni precise intese a scoraggiare I'afflusso a Medjugorje dei pellegrini.

La polizia istituì posti di blocco sulle strade, rimandò al luogo di partenza qualche pullman carico di fedeli, procedette persino a taluni temporanei arresti. Il peggio capitò al frate francescano Ferdo Vlasic, direttore del giornaletto cattolico Nasa Ognjsta (“I nostri focolari”) di Duvno. Oppostosi a un ordine dei gendarmi che tentavano di regolamentare il traffico dei pellegrini, padre Vlasic venne ammanettato, rinchiuso nelle prigioni giudiziarie di Citluk, Processato e infine condannato a sessanta giorni di carcere.

Nel frattempo un gruppetto di “giornalisti del regime”, opportunamente indottrinato, veniva portato in visita a Medjugorje. Il giorno seguente tutti gli organi di stampa ufficiali della Jugoslavia riferivano di tale visita, narrando ovviamente i fatti secondo un'ottica comunista. Un giornale, il Vjesnik di Zagabria, con tono irridente intitolava così il suo servizio: "La Madonna gioca a moscacieca". Tutto e tutti erano ridicolizzati; si parlava di fanatismo religioso, di superstizione, di fenomeno di suggestione collettiva; si manifestava il sospetto che ogni cosa fosse stata architettata dal parroco del villaggio e dai preti per sobillare il popolo contro il regime; si temeva l'intervento di oscure forze reazionarie straniere che, facendo leva su mai sopite correnti separatiste e indipendentiste, cercavano così di minare l'unità nazionale della repubblica federativa jugoslava.

La risposta della Chiesa al violento attacco della stampa comunista fu pronta e coraggiosa. Se ne fece portavoce il vescovo di Mostar, monsignor Pavao Zanic, con una dichiarazione ufficiale pubblicata, il 16 luglio, dal settimanale Glas Koncila di Zagabria.

Il presule esordì affermando che gli pareva logico, addirittura ovvio, che le affermazioni dei ragazzi ai quali era apparsa la Madonna fossero messe in dubbio da giornalisti di convinzione atea.

Quindi, respinta I'insinuazione che i sei ragazzi di Medjugorje fossero stati frastornati o strumentalizzati da qualcuno all'insaputa dei loro genitori, proclamò di ritenersi molto dispiaciuto per le pubbliche accuse fatte alla Chiesa cattolica in Erzegovina di agire per fini politici o per truffa.

Precisò: “È certo che i ragazzi non sono sobillati da nessuno, specialmente non dalla Chiesa, a dire cose non vere. Però, almeno per ora, sembra altrettanto certo che i ragazzi non mentiscono. Rimane il problema più difficile: è un'esperienza soggettiva dei ragazzi oppure è qualche cosa di soprannaturale?”. Il vescovo Zanic concluse il suo intervento con una citazione: “Se questo disegno o quest'opera è degli uomini si scioglierà da sé, ma se è di Dio non potrete disperderla”.

Un episodio assai grave destinato purtroppo a rendere più tesi i già difficili rapporti fra le autorità politiche e quelle cattoliche, accadde il 17 agosto.

Quel giorno, alle 8 del mattino, la polizia arrivò a Medjugorje, circondò la Chiesa e la casa parrocchiale, iniziò una meticolosa perquisizione in tutti i locali e sottopose a stringenti interrogatori preti, frati e suore presenti. L'inattesa operazione di polizia, a quanto pare ordinata dal governo centrale di Belgrado, fu da molti interpretata come una reazione all'imponente pellegrinaggio (oltre 20 mila persone) di due giorni prima per la festa dell'Assunta.

I poliziotti in divisa e gli agenti in borghese (maschi e femmine) del servizio segreto si trattennero dentro la chiesa e nell'edificio parrocchiale fino alle 5.45 del pomeriggio, requisendo carte, documenti, giornali e una “somma abbastanza alta” (un miliardo di vecchi dinari, pari a circa 31 milioni di lire) costituita dalle offerte lasciate dai fedeli nei giorni precedenti. Ultima mossa degli agenti fu quella di dichiarare in arresto il parroco Josip Zovko. Caricatolo a viva forza su un cellulare, il padre francescano venne portato a Mostar e qui rinchiuso in una cella del carcere giudiziario. Perché? Sotto quali imputazioni? Lo si seppe molto più tardi, sabato 5 settembre scorso, vagamente. Lo si accusava di aver predicato contro il regime comunista, di aver «attentato alla sicurezza e all'unità della patria".

Adesso a Medjugorje, in attesa del processo, si vivono ore d'ansia e di timore.

La sorte di padre Zovko preoccupa i fedeli e il clero cattolico. Ma non tanto da frenare il crescente flusso dei pellegrini e dei penitenti (in media 5 mila al giorno) che arrivano da tutte le regioni della Jugoslavia con la speranza di vedere la Madonna o almeno di conoscere i sei fortunati ragazzi che

continuano ad avere (attualmente nelle loro case) le celesti apparizioni.

*Li ho conosciuti questi sei giovani: sono simpatici, vivaci, intelligenti, disinvolti. Insomma, ragazzi del tutto normali”, afferma padre Michele Gabric, fotografo del Glas Koncila, che è appena tornato da Medjugorje. Precisa: “Non sono affatto tipi da farsi suggestionare o influenzare”.

Padre Gabric è rimasto soprattutto impressionato dalle manifestazioni di fede dei pellegrini. Dice: “Si tratta di una fede adulta. Ho visto migliaia e migliaia di persone confessarsi e comunicarsi, fino a notte fonda, con devozione profondissima. Tutti composti, ordinati. Mai ho notato sintomi di fanatismo, di isterismo o di esagerato misticismo".

Timori e vaghe apprensioni per lo sviluppo della vicenda serpeggiano tra le gerarchie cattoliche. Il vescovo Koksa, vicario generale di Zagabria, che come abbiamo già accennato esamina i fatti con prudenza e con una vena di scetticismo, dice: “È nostra ferma intenzione astenerci dallo strumentalizzare politicamente, in un qualsiasi modo, gli episodi di Medjugorje, che del resto noi preti non abbiamo inventato né enfatizzato. Non vogliamo però nessun conflitto con il governo di Belgrado... Circa le apparizioni miracolose è prematuro pronunciarsi. Ma intanto, comunque sia, non esistono motivi per proibire i pellegrinaggi e i raduni di fedeli poiché essi appaiono ispirati da messaggi che non sono contrari né alla fede, né alla morale, né alla disciplina ecclesiastica”.

Tra il clero di Zagabria si accenna ora a due nuove circostanze particolarmente significative. La prima riguarda I'improvvisa Partenza per Roma del pronunzio apostolico a Belgrado, monsignor Michele Cecchini. Si dice ch'egli sia stato chiamato in Vaticano per conferire col papa, al quale non

dispiacerebbe ricevere in udienza speciale i ragazzi di Medjugorje latori di cinque messaggi segreti della Madonna.

La seconda circostanza significativa ha per protagonista I'arcivescovo metropolita di Zagabria, monsignor Franjo Kuharic, che per il 6 ottobre prossimo ha convocato la conferenza episcopale “Non è ancora noto il calendario dei lavori”, puntualizza monsignor Koksa. Egli tuttavia lascia capire che i vescovi della Jugoslavia, riuniti a congresso, parleranno certamente dei prodigi di Medjugorje e prenderanno importanti decisioni.

 


 

Foto di Pagina 4

È la Chiesa Parrocchiale. Sarà un Santuario.

Medjugorje (Jugoslavia). La chiesa parrocchiale di Medjugorje, villaggio nel comune di Citluk, non lontano dalla cittadina di Mostar: i fedeli sono tanto numerosi che, come si vede, molti di essi non possono entrare per assistere alle funzioni religiose. Sebbene qui siamo in Bosnia-Erzegovina la popolazione è croata e cattolica. Da quando si è sparsa la voce secondo cui sei ragazzi hanno visto la Madonna arrivano fedeli da diverse località.

 

Foto di Pagina 4-5

Medjugorje (Jugoslavia).

Sei ragazzi che affermano di aver visto la Madonna, la quale avrebbe parlato loro sulla collina presso il loro villaggio. I ragazzi sono, nella foto qui sopra, da sinistra: Jakov Colo, 10 anni, Maurina  Paulovic, 15 anni; le cugine lvanka, 16 anni, e Vicka Ivankovic, 17. A destra, la sedicenne Mirjana Dragicevic e il quindicenne Marinko lvankovic, fratello di lvanka Ivankovic e da qualche settimana studente in seminario

 

Foto di Pagina 6 (in basso)

Le rocce diventano ex voto

Medjugorje (Jugoslavia).

Una scritta su una roccia testimonia la fede dei pellegrini che si recano sulla collina dove sarebbe apparsa la Madonna. Questa scritta significa: “Madonna mia aiuta me e la mia famiglia. Voglio riacquistare la vista. Marko Andric” (evidentemente il cieco ha fatto scrivere la supplica). Queste epigrafi, a Medjugorie, sono decine.

 

Foto di Pagina 6 (in alto)

La collina delle visioni ricorda le apparizioni di Fatima

Una vera folla si raccoglie ogni giorno sulla collina di Podbrdo, non lontano dall'abitato, nel punto in cui sei ragazzi affermano di aver visto la Madonna. secondo i testimoni, le apparizioni sono avvnute tra mercoledì 24 giugno, festa di san Giovanni Battista, e venerdì 3 luglio, con una pausa giovedì 2 luglio. La Madonna è apparsa, a quanto essi affermano, sempre nel tardo pomeriggio, verso le 18 30, Ogni volta, a quanto essi sostengono, teneva Gesù Bambino tra le braccia. Maria indossava un lungo abito grigio con un mantello bianco, e un'aureola le brillava sul capo.

 

Foto di Pagina 7 (a sinistra)

La collina delle visioni ricorda le apparizioni di Fatima

La parola Medjugorje tradotta in italiano significa «tra due monti»; il paesaggio è tipico dell'entroterra di questa regione; la collina, come si vede anche dalle nostre fotografie, è aspra e cosparsa di rocce. ll luogo delle apparizioni è stato cintato con una fune. Il caso jugoslavo ricorda quello di Fatima, Portogallo, dove nel '17 tre pastorelli dichiararono d'aver visto sei la Madonna e dissero d'avere un messaggio che potevano rivelare solo al pontefice.

 

Foto di Pagina 7 (a destra)

Medjugorje (Jugoslavia).

Jozo Vasilj, un vecchio jugoslavo che afferma di aver recuperato la vista dopo aver pregato la Madonna apparsa sulla collina. Molti fedeli che si recano sulla collina raccolgono terra o frammenti di roccia per portarli a casa e conservarli come reliquia.

 

Foto di Pagina 8

Medjugorje (Jugoslavia).

ll padre francescano Josip Zovko, 35 anni, parroco di Medjugorje, ritratto nella sua chiesa pochi giorni prima di essere arrestato. Lunedì 17 agosto, cinque giorni dopo che il settimanale cattolico Voce del Concilio aveva pubblicato la notizia delle apparizioni, la polizia ha circondato la sua chiesa e la casa parrocchiale perquisendo tutti i locali e requisendo documenti e denaro (circa 31 milioni di offerte). Prima di andarsene i poliziotti hanno tratto in arresto padre Zovko che è stato incarcerato nella città di Mostar. Il 5 settembre si è saputo che è accusato di “attentato alla sicurezza e all'unita della patria”. A destra: una pagina del giornale comunista Vjesnik di Zagabria, che mette in ridicolo gli eventi di Medjugorje; il titolo dice: «La Madonna gioca a moscacieca»

 

Foto di Pagina 9

Le autorità religiose non negano i fatti

Zagabria (Jugoslavia).

Il sacerdote Zivko Kustic, direttore del settimanale cattolico Voce del Concilio che il 12 luglio 1981 ha dato per primo l'annuncio pubblico delle apparizioni della Madonna segnalale dai sei ragazzi di Medjugorje.

Sotto: monsignor Djuro Koksa, vicario generale della diocesi di Zagabria, che, come avviene sempre da parte della Chiesa ufficiale, è molto prudente su quanto sta avvenendo. Egli parla di fatti «apparentemente soprannaturali». Così avvenne a Fatima oltre sessant'anni la, ma poi le autorità religiose autorizzarono il culto di Nostra Signora di Fatima. Si capisce quindi l'ostilità delle autorità civili. Oltre a padre Josip Zovko è stato arrestalo padre Ferdo Vlasic, direttore del giornale cattolico “I nostri focolari”, il quale, processato, è stato condannalo a due mesi.

 

Foto di Pagina 10 (in alto)

Era paralitico il primo miracolato

Medjugorje (Jugoslavia).

Tre pellegrini si recano sulla collina di Podbrdo, che si alza presso. il villaggio dove sono state segnalate le apparizioni della Madonna. uno dei pellegrini cammina con le grucce: è un giocatore di calcio, che si è infortunato. Il primo miracolato è stato un bambino del paese, Daniele. Durante la prima apparizione, la. Madonna avrebbe chiesto ai ragazzi di esprimere un desiderio: uno chiese la guarigione di Daniele, paralitico dalla nascita.

 

Foto di Pagina 10 (in basso)

Una mamma aspetta il prodigio

Medjugorje (Jugoslavia).

Una mamma con un bambino in braccio sul colle delle apparizioni. Dopo essersi rivelata la prima volta, la Madonna avrebbe invitato i sei ragazzi di Medjugorje a tornare sul posto dove sarebbe apparsa ancora ai loro occhi. La Madonna raccomandava ai ragazzi di pregare, di aver fiducia in Dio e invitava gli uomini alla pace e alla libertà. Da ultimo ha consegnato ai ragazzi (così essi dicono) cinque messaggi da trasmettere personalmente al papa.

 

Fonte: https://temponuovo.net/ar1/1981-n38-39-domenica-corriere/index.html

 

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