UN DOCUMENTO DIMENTICATO.
LA DOMENICA DEL CORRIERE NUMERO 38 DEL 1981 SU MEDJUGORJE.
Il 19
settembre 1981 esce La DOMENICA DEL CORRIERE con una esclusiva mondiale. La rivista
è una delle prime a riportare in occidente le notizie sulle apparizioni di Medjugorje. L’articolo
per intero, poco leggibile dalle foto, lo potete leggere qui di seguito.
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Copertina |
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ln Jugoslavia un evento prodigioso fa accorrere migliaia di
pellegrini e di malati in un piccolo villaggio: tra giugno e luglio la Vergine
Maria sarebbe apparsa dieci volte a un gruppo di giovani tra i 10 e i 17 anni.
Si parla già di alcuni miracoli. Le autorità comuniste allarmate hanno fatto
arrestare due sacerdoti.
Ecco il racconto degli
avvenimenti e le immagini scattate dai nostri inviati.
di GIANFRANCO
FAGIUOLI
foto di MIJO GABRIC e IANNI GELMI
+
Zagabria (Jugoslavia)
Settembre.
Il
vescovo Diuro Koksa, vicario generale della diocesi di Zagabria, è molto
prudente.
Dice: ”Quando
accadono certi fatti apparentemente soprannaturali bisogna andare con i piedi
di piombo”. Poi si interroga: "Apparizioni della Madonna? Visioni celesti
e colloqui con la Vergine? Miracoli?”.
Resta
per qualche istante silenzioso e perplesso. Infine, trova questa risposta: .Può
darsi, ma ancora nulla di certo è stato provato. Aspettiamo una risposta
ufficiale della Chiesa e intanto limitiamoci a osservare, a pregare.
I fatti
“apparentemente soprannaturali' cui allude monsignor Koksa stanno destando
vivissima emozione fra i cattolici jugoslavi (circa il 34 per cento della
popolazione, che ammonta complessivamente a quasi 22 milioni) e mettono in
serio imbarazzo le autorità comuniste locali nonché lo stesso governo centrale
di Belgrado.
Esiste
infatti la possibilità che nella repubblica marxista-leninista fondata da Tito
stia oggi per nascere un nuovo santuario mariano destinato a oscurare la fama
prodigiosa di Lourdes e di Fatima.
Tutto
ebbe inizio sul finire del giugno scorso a Medjugorje, uno sperduto villaggio
agricolo presso Citluk, a ovest di Mostar, capoluogo dell'Erzegovina. Nel
pomeriggio del 24 giugno, festa di San Giovanni Battista, sei ragazzi (due
maschi e quattro femmine, fra i dieci e i diciassette anni) decisero di fare
una passeggiata, per raccogliere fiori, sul vicino colle di Podbrdo. Arrivati
sulla sommità della montagnola verso le 18.30, i sei giovani amici ebbero una
improvvisa e folgorante visione.
Ai loro
occhi stupefatti apparve, in un'aureola abbagliante, la Madonna con Gesù
Bambino fra le braccia. "La Vergine indossava panni grigi e lunghi fino
alle caviglie, aveva le spalle coperte da un candido manto e il capo sormontato
da una brillante corona di stelle”, raccontò poi uno dei giovani.
Vagamente
intimoriti e imbarazzati, i ragazzi attesero che I'apparizione svanisse, quasi
temendo un abbaglio.
Invece
la Madonna parlò. Con voce calma e suadente pronunciò parole di pace, esortando
il popolo di Dio alla fratellanza universale. Poi chiese ai giovani se qualcuno
di loro avesse un desiderio particolare da esprimere. Solo il più piccolo,
Jakov Colo, di dieci anni, ebbe I'ardire di farsi avanti per implorare una
grazia a favore di un suo amichetto rimasto a casa, Daniele, paralizzato dalla
nascita.
La
Vergine, sorridendo amabilmente, rispose: "Sarai accontentato». E spiegò:
"I genitori di Daniele li conosco, sono bravi credenti e buoni fedeli,
perciò meritano che il loro figliolo guarisca presto. Infine, prima di
scomparire in alto nel cielo, avvolta in una nube di luce, la Madonna concluse:
"Ragazzi, venite a trovarmi anche nei giorni seguenti su questo monte
perché ho altre cose importanti da svelarvi”.
Le celesti apparizioni e conversazioni
(stando alle concordi testimonianze dei sei giovani) si ripeterono, sempre alla
stessa ora, per altre nove volte consecutive' salvo giovedì 2 luglio, fino a
venerdì 3 luglio. Ogni volta la Madonna faceva, più o meno, gli stessi
discorsi: raccomandava di pregare, di fare penitenza, di digiunare' di
accostarsi con frequenza ai sacramenti, di aver fiducia in Dio; prometteva pace
e libertà per gli uomini di tutto il mondo e di qualunque fede; rivelava da
ultimo cinque messaggi segreti che i ragazzi avrebbero dovuto trasmettere
unicamente e personalmente al sommo pontefice.
La
notizia delle apparizioni della Vergine sul colle di Podbrdo, seguita
dall’improvvisa e inspiegabile guarigione del piccolo paralizzato Daniele,
suscitò a Medjugorje un’enorme impressione e una fiammata di fervore religioso.
Dopo il 24 giugno tutti gli abitanti del villaggio (in prevalenza di stirpe
croata e di fede cattolica) cominciarono a riunirsi ogni sera alle 18.30 nella
chiesa parrocchiale per pregare con insolita devozione e per ascoltare le
prediche via via sempre più infervorate del loro parroco, il trentacinquenne
padre francescano Josip Zovko.
Col
passare dei giorni il numero della gente che saliva sul colle di Podbrdo ed era
poi presente alla messa vespertina di Medjugorje crebbe anche per I'afflusso di
pellegrini provenienti dai paesi e dalle città vicine. Da Citluk, da Mostar, da
Spalato e da altri centri della costa dalmata arrivavano fedeli, curiosi e
persino villeggianti stranieri con ogni mezzo: a piedi, in auto, in pullman, su
carri trainati da buoi o cavalli. Tutti volevano sapere, vedere, toccare con
mano i sei ragazzi “che avevano visto e parlato con la Madonna", ascoltare
dalla loro viva voce il racconto della meravigliosa avventura.
Numerosi
fra i pellegrini erano gli ammalati, gli invalidi e i sofferenti che speravano
in una grazia della Vergine. Già si cominciava a parlare di miracoli: del
piccolo Daniele non più paralizzato, di una donna di Zagabria guarita dal
cancro, di un vecchio cieco che aveva riacquistato la vista.
Quest'ultimo,
di nome Jozo Vasilj, si era lavato gli occhi con I'acqua di un vaso che aveva
contenuto fiori raccolti sul colle di Podbrdo e immediatamente era tornato a
vedere.
"Il
miracolo più grande, quello che non ha bisogno di prove né di conferme, resta
comunque lo scoppio di fede religiosa registrato in quest'angolo croato della
vecchia Erzegovina", commenta un anziano sacerdote di Zagabria reduce da
una visita a Medjugorje. Il prete si rallegra soprattutto nel constatare come
certi fenomeni spirituali possano accadere anche nella Jugoslavia comunista,
ossia in un Paese dove da quarant'anni il regime combatte contro la religione e
predica I'ateismo, il materialismo.
“Ciò
significa”, spiega l'anziano sacerdote, “che l'antico legame del popolo croato
con la chiesa cattolica, vecchio ormai di tredici secoli, non s'è affatto
allentato. Del resto la nostra profonda devozione per la Madonna non è mai
venuta meno...
Tale
devozione ebbe il suo più alto e significativo riconoscimento proprio dieci
anni fa, nel settembre del 1971, quando tutta la Croazia celebrò a Solin,
l'antica Salona dei romani, Patria dell'imperatore Diocleziano, il millennio
dell'erezione del primo santuario mariano, quello di Gospe od Otoka, la Madonna
dell'Isola”.
Fu nella
seconda metà del luglio scorso che gli eventi prodigiosi di Medjugorje uscirono
dallo stretto ambito regionale per diventare un fatto nazionale destinato a
mettere in allarme il governo centrale di Belgrado nonché le gerarchie della
chiesa ortodossa e musulmana.
Accadde
quando la storia delle apparizioni della Madonna fu ampiamente raccontata, in
prima pagina, sul numero del 12 luglio del settimanale cattolico GIas Koncila
("Voce del Concilio') che si stampa a Zagabria e ha una diffusione media
di oltre 10 mila copie, vendute solo
nelle chiese cattoliche.
“Noi
abbiamo raccontato obiettivamente i fatti così come stavano e stanno, senza
esagerazioni né enfasi” spiega il direttore del giornale, padre Zivko Kustic. E
aggiunge: “Abbiamo anche parlato di miracoli, ma facendo tutte le doverose
riserve del caso. Nella nostra cronaca si sottolineava il significato del
messaggio di pace e di fratellanza trasmesso dalla Madonna, si accennava al
crescente afflusso dei pellegrini, molti dei quali affermavano di aver
assistito a prodigiosi fenomeni
celesti,
a strani bagliori di luce che comparivano giorno e notte, sopra il colle di
Podbrdo...”.
Di suo,
padre Kustic afferma: “Siamo comunque di fronte a un evento religioso di enorme
importanza. Lo conferma, se non altro, I'ininterrotto affluire dei fedeli. Se
poi le apparizioni e i miracoli della Madonna fossero reali e dimostrati,
allora Medjugorje diventerebbe un centro di lede mariana unico al mondo nel suo
genere, più celebre di Lourdes e di Fatima, le cui origini risalgono,
rispettivamente, al 1858, in seguito alle mistiche visioni di Bernadette nella
grotta di Massabielle, e al 1917, quando la Vergine parlò con la pastorella
portoghese Lucia Dos Santos. Ma a Medjugorje è accaduto ben altro! Qui, stando
alle testimonianze, sono addirittura sei i ragazzi che hanno visto e parlato
con la Madonna, che continuano a vederla e a parlarle!”.
Le prime
reazioni delle autorità comuniste locali furono timide e imbarazzate. Poi, col
passare dei giorni, giunsero da Sarajevo, capitale della Bosnia-Erzegovina,
disposizioni precise intese a scoraggiare I'afflusso a Medjugorje dei
pellegrini.
La
polizia istituì posti di blocco sulle strade, rimandò al luogo di partenza
qualche pullman carico di fedeli, procedette persino a taluni temporanei
arresti. Il peggio capitò al frate francescano Ferdo Vlasic, direttore del
giornaletto cattolico Nasa Ognjsta (“I nostri focolari”) di Duvno. Oppostosi a
un ordine dei gendarmi che tentavano di regolamentare il traffico dei
pellegrini, padre Vlasic venne ammanettato, rinchiuso nelle prigioni
giudiziarie di Citluk, Processato e infine condannato a sessanta giorni di
carcere.
Nel
frattempo un gruppetto di “giornalisti del regime”, opportunamente
indottrinato, veniva portato in visita a Medjugorje. Il giorno seguente tutti
gli organi di stampa ufficiali della Jugoslavia riferivano di tale visita,
narrando ovviamente i fatti secondo un'ottica comunista. Un giornale, il
Vjesnik di Zagabria, con tono irridente intitolava così il suo servizio:
"La Madonna gioca a moscacieca". Tutto e tutti erano ridicolizzati;
si parlava di fanatismo religioso, di superstizione, di fenomeno di suggestione
collettiva; si manifestava il sospetto che ogni cosa fosse stata architettata
dal parroco del villaggio e dai preti per sobillare il popolo contro il regime;
si temeva l'intervento di oscure forze reazionarie straniere che, facendo leva
su mai sopite correnti separatiste e indipendentiste, cercavano così di minare
l'unità nazionale della repubblica federativa jugoslava.
La
risposta della Chiesa al violento attacco della stampa comunista fu pronta e
coraggiosa. Se ne fece portavoce il vescovo di Mostar, monsignor Pavao Zanic,
con una dichiarazione ufficiale pubblicata, il 16 luglio, dal settimanale Glas
Koncila di Zagabria.
Il
presule esordì affermando che gli pareva logico, addirittura ovvio, che le
affermazioni dei ragazzi ai quali era apparsa la Madonna fossero messe in
dubbio da giornalisti di convinzione atea.
Quindi,
respinta I'insinuazione che i sei ragazzi di Medjugorje fossero stati
frastornati o strumentalizzati da qualcuno all'insaputa dei loro genitori,
proclamò di ritenersi molto dispiaciuto per le pubbliche accuse fatte alla
Chiesa cattolica in Erzegovina di agire per fini politici o per truffa.
Precisò:
“È certo che i ragazzi non sono sobillati da nessuno, specialmente non dalla
Chiesa, a dire cose non vere. Però, almeno per ora, sembra altrettanto certo
che i ragazzi non mentiscono. Rimane il problema più difficile: è un'esperienza
soggettiva dei ragazzi oppure è qualche cosa di soprannaturale?”. Il vescovo
Zanic concluse il suo intervento con una citazione: “Se questo disegno o
quest'opera è degli uomini si scioglierà da sé, ma se è di Dio non potrete
disperderla”.
Un
episodio assai grave destinato purtroppo a rendere più tesi i già difficili
rapporti fra le autorità politiche e quelle cattoliche, accadde il 17 agosto.
Quel
giorno, alle 8 del mattino, la polizia arrivò a Medjugorje, circondò la Chiesa
e la casa parrocchiale, iniziò una meticolosa perquisizione in tutti i locali e
sottopose a stringenti interrogatori preti, frati e suore presenti. L'inattesa
operazione di polizia, a quanto pare ordinata dal governo centrale di Belgrado,
fu da molti interpretata come una reazione all'imponente pellegrinaggio (oltre
20 mila persone) di due giorni prima per la festa dell'Assunta.
I
poliziotti in divisa e gli agenti in borghese (maschi e femmine) del servizio
segreto si trattennero dentro la chiesa e nell'edificio parrocchiale fino alle
5.45 del pomeriggio, requisendo carte, documenti, giornali e una “somma
abbastanza alta” (un miliardo di vecchi dinari, pari a circa 31 milioni di
lire) costituita dalle offerte lasciate dai fedeli nei giorni precedenti.
Ultima mossa degli agenti fu quella di dichiarare in arresto il parroco Josip
Zovko. Caricatolo a viva forza su un cellulare, il padre francescano venne
portato a Mostar e qui rinchiuso in una cella del carcere giudiziario. Perché?
Sotto quali imputazioni? Lo si seppe molto più tardi, sabato 5 settembre
scorso, vagamente. Lo si accusava di aver predicato contro il regime comunista,
di aver «attentato alla sicurezza e all'unità della patria".
Adesso a
Medjugorje, in attesa del processo, si vivono ore d'ansia e di timore.
La sorte
di padre Zovko preoccupa i fedeli e il clero cattolico. Ma non tanto da frenare
il crescente flusso dei pellegrini e dei penitenti (in media 5 mila al giorno)
che arrivano da tutte le regioni della Jugoslavia con la speranza di vedere la
Madonna o almeno di conoscere i sei fortunati ragazzi che
continuano
ad avere (attualmente nelle loro case) le celesti apparizioni.
*Li ho
conosciuti questi sei giovani: sono simpatici, vivaci, intelligenti,
disinvolti. Insomma, ragazzi del tutto normali”, afferma padre Michele Gabric,
fotografo del Glas Koncila, che è appena tornato da Medjugorje. Precisa: “Non
sono affatto tipi da farsi suggestionare o influenzare”.
Padre
Gabric è rimasto soprattutto impressionato dalle manifestazioni di fede dei
pellegrini. Dice: “Si tratta di una fede adulta. Ho visto migliaia e migliaia
di persone confessarsi e comunicarsi, fino a notte fonda, con devozione
profondissima. Tutti composti, ordinati. Mai ho notato sintomi di fanatismo, di
isterismo o di esagerato misticismo".
Timori e
vaghe apprensioni per lo sviluppo della vicenda serpeggiano tra le gerarchie
cattoliche. Il vescovo Koksa, vicario generale di Zagabria, che come abbiamo
già accennato esamina i fatti con prudenza e con una vena di scetticismo, dice:
“È nostra ferma intenzione astenerci dallo strumentalizzare politicamente, in
un qualsiasi modo, gli episodi di Medjugorje, che del resto noi preti non
abbiamo inventato né enfatizzato. Non vogliamo però nessun conflitto con il
governo di Belgrado... Circa le apparizioni miracolose è prematuro
pronunciarsi. Ma intanto, comunque sia, non esistono motivi per proibire i
pellegrinaggi e i raduni di fedeli poiché essi appaiono ispirati da messaggi
che non sono contrari né alla fede, né alla morale, né alla disciplina ecclesiastica”.
Tra il
clero di Zagabria si accenna ora a due nuove circostanze particolarmente
significative. La prima riguarda I'improvvisa Partenza per Roma del pronunzio
apostolico a Belgrado, monsignor Michele Cecchini. Si dice ch'egli sia stato
chiamato in Vaticano per conferire col papa, al quale non
dispiacerebbe
ricevere in udienza speciale i ragazzi di Medjugorje latori di cinque messaggi
segreti della Madonna.
La
seconda circostanza significativa ha per protagonista I'arcivescovo metropolita
di Zagabria, monsignor Franjo Kuharic, che per il 6 ottobre prossimo ha
convocato la conferenza episcopale “Non è ancora noto il calendario dei
lavori”, puntualizza monsignor Koksa. Egli tuttavia lascia capire che i vescovi
della Jugoslavia, riuniti a congresso, parleranno certamente dei prodigi di
Medjugorje e prenderanno importanti decisioni.
Foto di Pagina 4
È la
Chiesa Parrocchiale. Sarà un Santuario.
Medjugorje
(Jugoslavia). La chiesa parrocchiale di Medjugorje, villaggio nel comune di
Citluk, non lontano dalla cittadina di Mostar: i fedeli sono tanto numerosi
che, come si vede, molti di essi non possono entrare per assistere alle
funzioni religiose. Sebbene qui siamo in Bosnia-Erzegovina la popolazione è
croata e cattolica. Da quando si è sparsa la voce secondo cui sei ragazzi hanno
visto la Madonna arrivano fedeli da diverse località.
Foto di Pagina 4-5
Medjugorje
(Jugoslavia).
Sei
ragazzi che affermano di aver visto la Madonna, la quale avrebbe parlato loro
sulla collina presso il loro villaggio. I ragazzi sono, nella foto qui sopra,
da sinistra: Jakov Colo, 10 anni, Maurina
Paulovic, 15 anni; le cugine lvanka, 16 anni, e Vicka Ivankovic, 17. A
destra, la sedicenne Mirjana Dragicevic e il quindicenne Marinko lvankovic,
fratello di lvanka Ivankovic e da qualche settimana studente in seminario
Foto di Pagina 6 (in basso)
Le rocce
diventano ex voto
Medjugorje
(Jugoslavia).
Una scritta
su una roccia testimonia la fede dei pellegrini che si recano sulla collina
dove sarebbe apparsa la Madonna. Questa scritta significa: “Madonna mia aiuta
me e la mia famiglia. Voglio riacquistare la vista. Marko Andric”
(evidentemente il cieco ha fatto scrivere la supplica). Queste epigrafi, a
Medjugorie, sono decine.
Foto di Pagina 6 (in alto)
La
collina delle visioni ricorda le apparizioni di Fatima
Una vera
folla si raccoglie ogni giorno sulla collina di Podbrdo, non lontano
dall'abitato, nel punto in cui sei ragazzi affermano di aver visto la Madonna.
secondo i testimoni, le apparizioni sono avvnute tra mercoledì 24 giugno, festa
di san Giovanni Battista, e venerdì 3 luglio, con una pausa giovedì 2 luglio.
La Madonna è apparsa, a quanto essi affermano, sempre nel tardo pomeriggio,
verso le 18 30, Ogni volta, a quanto essi sostengono, teneva Gesù Bambino tra
le braccia. Maria indossava un lungo abito grigio con un mantello bianco, e
un'aureola le brillava sul capo.
Foto di Pagina 7 (a sinistra)
La
collina delle visioni ricorda le apparizioni di Fatima
La
parola Medjugorje tradotta in italiano significa «tra due monti»; il paesaggio
è tipico dell'entroterra di questa regione; la collina, come si vede anche
dalle nostre fotografie, è aspra e cosparsa di rocce. ll luogo delle
apparizioni è stato cintato con una fune. Il caso jugoslavo ricorda quello di
Fatima, Portogallo, dove nel '17 tre pastorelli dichiararono d'aver visto sei
la Madonna e dissero d'avere un messaggio che potevano rivelare solo al
pontefice.
Foto di Pagina 7 (a destra)
Medjugorje
(Jugoslavia).
Jozo
Vasilj, un vecchio jugoslavo che afferma di aver recuperato la vista dopo aver
pregato la Madonna apparsa sulla collina. Molti fedeli che si recano sulla
collina raccolgono terra o frammenti di roccia per portarli a casa e
conservarli come reliquia.
Foto di Pagina 8
Medjugorje
(Jugoslavia).
ll padre
francescano Josip Zovko, 35 anni, parroco di Medjugorje, ritratto nella sua
chiesa pochi giorni prima di essere arrestato. Lunedì 17 agosto, cinque giorni
dopo che il settimanale cattolico Voce del Concilio aveva pubblicato la notizia
delle apparizioni, la polizia ha circondato la sua chiesa e la casa
parrocchiale perquisendo tutti i locali e requisendo documenti e denaro (circa
31 milioni di offerte). Prima di andarsene i poliziotti hanno tratto in arresto
padre Zovko che è stato incarcerato nella città di Mostar. Il 5 settembre si è
saputo che è accusato di “attentato alla sicurezza e all'unita della patria”. A
destra: una pagina del giornale comunista Vjesnik di Zagabria, che mette in
ridicolo gli eventi di Medjugorje; il titolo dice: «La Madonna gioca a
moscacieca»
Foto di Pagina 9
Le
autorità religiose non negano i fatti
Zagabria
(Jugoslavia).
Il
sacerdote Zivko Kustic, direttore del settimanale cattolico Voce del Concilio
che il 12 luglio 1981 ha dato per primo l'annuncio pubblico delle apparizioni
della Madonna segnalale dai sei ragazzi di Medjugorje.
Sotto:
monsignor Djuro Koksa, vicario generale della diocesi di Zagabria, che, come
avviene sempre da parte della Chiesa ufficiale, è molto prudente su quanto sta
avvenendo. Egli parla di fatti «apparentemente soprannaturali». Così avvenne a
Fatima oltre sessant'anni la, ma poi le autorità religiose autorizzarono il
culto di Nostra Signora di Fatima. Si capisce quindi l'ostilità delle autorità
civili. Oltre a padre Josip Zovko è stato arrestalo padre Ferdo Vlasic,
direttore del giornale cattolico “I nostri focolari”, il quale, processato, è
stato condannalo a due mesi.
Foto di Pagina 10 (in alto)
Era
paralitico il primo miracolato
Medjugorje
(Jugoslavia).
Tre
pellegrini si recano sulla collina di Podbrdo, che si alza presso. il villaggio
dove sono state segnalate le apparizioni della Madonna. uno dei pellegrini
cammina con le grucce: è un giocatore di calcio, che si è infortunato. Il primo
miracolato è stato un bambino del paese, Daniele. Durante la prima apparizione,
la. Madonna avrebbe chiesto ai ragazzi di esprimere un desiderio: uno chiese la
guarigione di Daniele, paralitico dalla nascita.
Foto di Pagina 10 (in basso)
Una
mamma aspetta il prodigio
Medjugorje
(Jugoslavia).
Una
mamma con un bambino in braccio sul colle delle apparizioni. Dopo essersi
rivelata la prima volta, la Madonna avrebbe invitato i sei ragazzi di Medjugorje
a tornare sul posto dove sarebbe apparsa ancora ai loro occhi. La Madonna
raccomandava ai ragazzi di pregare, di aver fiducia in Dio e invitava gli
uomini alla pace e alla libertà. Da ultimo ha consegnato ai ragazzi (così essi
dicono) cinque messaggi da trasmettere personalmente al papa.
Fonte: https://temponuovo.net/ar1/1981-n38-39-domenica-corriere/index.html
P: 5 |
p. 6 |
p. 7 |
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