MEDJUGORJE, IL NULLA OSTA DEL PAPA
In questo articolo
dell’organo News ufficiale del Vaticano si fa un resoconto dei frutti di questi
43 anni di apparizioni della Regina della Pace a Medjugorje e si rende nota la
decisione finale del papa e del Dicastero per la Dottrina della Fede: si
riconosce la bontà e la positività e l’abbondanza dei frutti, e per questo –
senza riconoscere la soprannaturalità delle apparizioni – si dà il via libera
al culto ufficiale della Regina della Pace, confermando il permesso ai
pellegrinaggi ufficiali. Sarà possibile adesso costruire un grande Santuario.
Anche sui messaggi è stato dato un giudizio complessivamente
positivo: nulla osta anche nei loro
confronti, nel senso che in essi non è stato riscontrato niente che vada
contro la fede cattolica. Vengono anzi considerati edificanti. Non devono però
essere considerati di origine soprannaturale.
Infine da adesso in poi i nuovi messaggi (ad esempio,
quelli del 25 del mese) potranno essere
pubblicati solo dopo essere passati al vaglio del Visitatore Apostolico; e, in
caso di dubbi di quest’ultimo, dopo il giudizio dello stesso Dicastero per la
Dottrina della Fede.
L’articolo seguente, senza firma, tuttavia, è carente in
quanto non si sofferma sui frutti, ai quali dà poco spazio, quanto sul giudizio
dato ai messaggi.
Franco Sofia
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Il documento del Dicastero per la Dottrina della Fede
approvato da Francesco non si pronuncia sulla soprannaturalità ma riconosce gli
abbondanti frutti spirituali legati alla parrocchia-santuario della Regina
della Pace e formula un giudizio complessivamente positivo sui messaggi, pur
con alcuni chiarimenti
Vatican News
19 settembre 2024
«È arrivato il momento di concludere una lunga e complessa
storia attorno ai fenomeni spirituali di Medjugorje. Si tratta di una storia in
cui si sono susseguite opinioni divergenti di vescovi, teologi, commissioni e
analisti». Si apre con queste parole “La Regina della Pace”, nota
sull’esperienza spirituale legata a Medjugorje, firmata dal cardinale Víctor
Manuel Fernández, e da mons. Armando Matteo, rispettivamente prefetto e
segretario per la sezione dottrinale del Dicastero per la Dottrina della Fede.
Un testo approvato da Papa Francesco il 28 agosto, che riconosce la bontà dei
frutti spirituali legati all’esperienza di Medjugorje, autorizzando i fedeli ad
aderirvi – secondo quanto stabilito dalle nuove Norme per discernere questi
fenomeni – in quanto «si sono verificati molti frutti positivi e non si sono
diffusi nel popolo di Dio effetti negativi o rischiosi». Complessivamente
positivo anche il giudizio sui messaggi pur con dei chiarimenti su alcune
espressioni. Si sottolinea inoltre che «le conclusioni di questa Nota non
implicano un giudizio circa la vita morale dei presunti veggenti» e che in ogni
caso i doni spirituali «non esigono necessariamente la perfezione morale delle
persone coinvolte per poter agire».
FRUTTI POSITIVI
I luoghi legati al fenomeno Medjugorje sono meta di
pellegrinaggi da tutto il mondo. «I frutti positivi si rivelano soprattutto
come la promozione di una sana pratica di vita di fede» in accordo con la
tradizione della Chiesa. Si registrano «abbondanti conversioni» di persone che
hanno scoperto o riscoperto la fede; il ritorno alla confessione e alla
comunione sacramentale, numerose vocazioni, «molte riconciliazioni tra coniugi
e il rinnovamento della vita matrimoniale e familiare». «Occorre menzionare –
si legge nella Nota - che tali esperienze avvengono
soprattutto nel contesto del pellegrinaggio ai luoghi degli eventi originari
piuttosto che durante gli incontri con i “veggenti” per presenziare alle
presunte apparizioni». Si riportano pure «numerosissime guarigioni». La
parrocchia del piccolo paese dell’Erzegovina è luogo di adorazione, preghiera,
seminari, ritiri spirituali, raduni di giovani e «sembra che a Medjugorje le
persone si rechino soprattutto per rinnovare la propria fede piuttosto che in
ragione di precise richieste concrete». Sono sorte anche opere di carità che si
occupano di orfani, tossicodipendenti, disabili e si registra anche la presenza
di gruppi di cristiani ortodossi e di musulmani.
IL MESSAGGIO DELLA PACE
La Nota del Dicastero prosegue esaminando gli aspetti
centrali dei messaggi, a partire da quello della pace intesa non soltanto come
assenza di guerra ma anche in un senso spirituale, familiare e sociale: il
titolo più originale che la Madonna attribuisce a sé stessa è infatti “Regina
della Pace”. «Io mi sono presentata qui come Regina della Pace per dire a tutti
che la pace è necessaria per la salvezza del mondo. Soltanto in Dio si trova la
vera gioia dalla quale deriva la vera pace. Perciò chiedo la conversione»
(16.06.1983). È una pace frutto della carità vissuta, che «implica pure l’amore
per quelli che non sono cattolici». Un aspetto che si comprende meglio «nel
contesto ecumenico e interreligioso della Bosnia, segnato da una terribile
guerra con forti componenti religiose».
DIO AL CENTRO
Emerge con frequenza l’invito all’abbandono fiducioso in Dio
che è amore: «Possiamo riconoscere un nucleo di messaggi nei quali la Madonna
non pone sé stessa al centro ma si mostra pienamente orientata verso la nostra
unione con Dio». Inoltre «l’intercessione e l’opera di Maria appaiono
chiaramente sottomesse a Gesù Cristo come autore della grazia e della salvezza
in ogni persona». Maria intercede, ma è Cristo che «ci dà la forza, pertanto,
tutta la sua opera materna consiste nel motivarci ad andare verso Cristo»: «Lui
vi darà la forza e la gioia in questo tempo. Io vi sono vicina con la mia
intercessione» (25.11.1993). Ancora, molti messaggi invitano a riconoscere
l’importanza di chiedere l’aiuto dello Spirito Santo: «La gente si sbaglia
quando si rivolge unicamente ai santi per chiedere qualcosa. L’importante è
pregare lo Spirito Santo perché scenda su di voi. Avendolo si ha tutto»
(21.10.1983).
CHIAMATA ALLA CONVERSIONE
Nei messaggi si ritrova poi «un costante invito ad
abbandonare uno stile di vita mondano e un eccessivo attaccamento ai beni
terreni con frequenti inviti alla conversione, che fa diventare possibile la
vera pace nel mondo». Proprio la conversione sembra essere il fulcro del
messaggio di Medjugorje. C’è anche una «insistente esortazione a non
sottovalutare la gravità del male e del peccato e a prendere molto sul serio la
chiamata di Dio a lottare contro il male e contro l’influsso di Satana»,
indicato come origine dell’odio, della violenza, della divisione. Fondamentali
anche il ruolo della preghiera e del digiuno, come pure la centralità della
messa, dell’importanza della comunione fraterna e la ricerca del senso ultimo
dell’esistenza nella vita eterna.
CHIARIMENTI NECESSARI
La seconda parte del documento sottolinea come «alcuni
pochi» messaggi si allontanino dai contenuti fin qui elencati. E dunque «per
evitare che questo tesoro di Medjugorje sia compromesso, è necessario chiarire
alcune possibili confusioni che possono condurre gruppi minoritari a distorcere
la preziosa proposta di quest’esperienza spirituale». Se si leggono
parzialmente alcuni messaggi, essi possono apparire «connessi ad esperienze
umane confuse, ad espressioni imprecise dal punto di vista teologico o ad interessi
non del tutto legittimi» anche se qualche errore può non essere «dovuto a una
cattiva intenzione, ma alla percezione soggettiva del fenomeno». In alcuni casi
«la Madonna sembra mostrare una qualche irritazione perché non sono state
seguite alcune sue indicazioni; avverte così su segni minacciosi e sulla
possibilità di non apparire più». Ma in realtà altri messaggi offrono una
giusta interpretazione: «Quelli che fanno predizioni catastrofiche sono falsi
profeti. Essi dicono: “In tale anno, in tale giorno, ci sarà una catastrofe”.
Io ho sempre detto che il castigo verrà se il mondo non si converte. Perciò
invito tutti alla conversione» (15.12.1983).
INSISTENZA SUI MESSAGGI
Ci sono poi messaggi per la parrocchia nei quali la Madonna
sembra desiderare un controllo su dettagli del cammino spirituale e pastorale,
«dando così l’impressione di volersi sostituire agli organismi ordinari di
partecipazione». Altre volte insiste sull’ascolto e l’accettazione dei
messaggi, insistenza probabilmente provocata «dall’amore e dal generoso fervore
dei presunti veggenti che con buona volontà temevano che le chiamate della
Madre alla conversione e alla pace fossero ignorate». L’insistenza diventa più
problematica quando i messaggi «si riferiscono a richieste di improbabile
origine soprannaturale, come quando la Madonna impartisce degli ordini circa
date, posti, aspetti pratici, e prende decisioni su questioni ordinarie». In
realtà è la stessa Madonna a relativizzare i propri messaggi sottomettendoli al
valore della Parola rivelata nella Scrittura: «Non andate in cerca di cose
straordinarie, ma piuttosto prendete il Vangelo, leggetelo e tutto vi sarà
chiaro» (12.11.1982); «Perché fate tante domande? Ogni risposta è nel Vangelo»
(19.09.1981). «Non credete alle voci menzognere che vi parlano di cose false,
di una falsa luce. Voi, figli miei, tornate alla Scrittura!» (02.02.2018).
SINTESI DEL VANGELO
Nella Nota si indicano come problematici quei messaggi che
attribuiscono alla Madonna le espressioni “il mio piano”, “il mio progetto”,
espressioni che «potrebbero confondere. In realtà, tutto quanto Maria compie è
sempre al servizio del progetto del Signore e del suo piano divino di
salvezza». Come pure non bisogna erroneamente «attribuire a Maria un posto che
è unico ed esclusivo del Figlio di Dio fatto uomo». Il Dicastero per la
Dottrina della Fede sottolinea invece un messaggio che può essere considerato
come una sintesi della proposta del Vangelo attraverso Medjugorje: «Desidero
avvicinarvi sempre di più a Gesù e al suo cuore ferito» (25.11.1991).
AUTORIZZATO IL CULTO PUBBLICO
«Sebbene questo non implichi una dichiarazione del carattere
soprannaturale» e ricordando che nessuno è obbligato a credervi, il nulla osta
– emesso dal vescovo di Mostar-Duvno in accordo con la Santa Sede - indica che
i fedeli «possono ricevere uno stimolo positivo per la loro vita cristiana
attraverso questa proposta spirituale e autorizza il culto pubblico». La
Nota precisa inoltre che «la valutazione positiva della maggior parte dei
messaggi di Medjugorje come testi edificanti non implica dichiarare che abbiano
una diretta origine soprannaturale». E pur esistendo – com’è noto - diversi
pareri «circa l’autenticità di alcuni fatti o su alcuni aspetti di questa
esperienza spirituale, le autorità ecclesiastiche dei luoghi dove essa sia
presente sono invitate ad apprezzare il valore pastorale e promuovere pure la
diffusione di questa proposta spirituale». Ferma restando la potestà di ogni
vescovo diocesano di prendere decisioni prudenziali nel caso vi siano persone o
gruppi che «utilizzando inadeguatamente questo fenomeno spirituale, agiscano in
un modo sbagliato». Il Dicastero invita infine chi si reca a Medjugorje «ad
accettare che i pellegrinaggi non si fanno per incontrarsi con i presunti
veggenti, ma per avere un incontro con Maria, Regina della Pace».
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