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martedì 24 novembre 2020

PREPARIAMOCI A «CIÒ CHE AVVERRÀ»

 

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 «Cari figli, come Madre sono con voi per aiutarvi con il mio amore, preghiera ed esempio a diventare seme di ciò che avverrà, un seme che si svilupperà in un forte albero ed estenderà i suoi rami nel mondo intero. Per divenire seme di ciò che avverrà, seme dell’amore, pregate il Padre che vi perdoni le omissioni finora compiute. Figli miei, solo un cuore puro, non appesantito dal peccato può aprirsi e solo occhi sinceri possono vedere la via per la quale desidero condurvi. Quando comprenderete questo, comprenderete l’amore di Dio ed esso vi verrà donato. Allora voi lo donerete agli altri come seme d’amore. Vi ringrazio».

Messaggio del 2 dicembre 2011 a Mirjana

 

***

 

Non si tratta di prepararsi in modo generico a «ciò che avverrà», come se dovessimo aspettare un futuro che ci viene incontro, che sarebbe già molto, mentre noi stiamo a bocca aperta; ma si tratta di «diventare seme di ciò che avverrà». Insomma, ciò che avverrà proviene dall’interno degli Apostoli della Gospa, non sta davanti a noi, ma è un futuro che creeremo noi.

 Quel «ciò che avverrà», è contenuto nei dieci segreti, alla loro fine. La Madonna, secondo il suo stile, ci presenta la conclusione dello sviluppo del seme: il trionfo del Cuore Immacolato di Maria, il trionfo del Cuore di Gesù e il trionfo del Cuore della Chiesa: «un forte albero» che «estenderà i suoi rami nel mondo intero». Ciò che Dio ha in serbo per il futuro dipende anche dalla nostra collaborazione.

 Che dobbiamo fare?

«Per divenire seme di ciò che avverrà, seme dell’amore, pregate il Padre che vi perdoni le omissioni finora compiute».

Ciò che avverrà sarà dunque l’amore, appunto i trionfi dei Cuori di Gesù, di Maria e della Chiesa, e la salvezza del maggior numero di anime. Anche l’espressione estendere i rami nel mondo intero, indica un trionfo.

La salvezza del mondo attende perciò che i semi muoiano.

Dobbiamo diventare seme, cioè piccoli, ma con la forza prorompente del seme che è la grazia di Dio, del Suo Amore.

Dobbiamo essere umili secondo l’«esempio» di Maria. Ma la nostra umiltà non potrà mai essere come quella della Donna Immacolata, senza macchia e senza peccato. Riconoscere le nostre omissioni, è un capitolo della saga penitenziale a cui ci ha condotto Maria.

 Dobbiamo scendere sottoterra, cioè immergerci nel nostro nulla, riconoscendo il nostro peccato, perché questo è ciò che veramente è nostro, come ci ricordava Maria in un altro messaggio:

«Comprendete figli miei che non avete niente e non potete niente, l’unica cosa vostra e quello che possedete è il peccato. Purificatevi e accettate la mitezza e l’umiltà» (2 luglio 2007).

La nostra forza è qui, nell’umiltà:

«Cari Figli, nel grande amore di Dio, oggi vengo a voi per condurvi sulla via dell’umiltà e della mitezza. Prima stazione su questa via, figli miei, è la Confessione; rinunciate al vostro orgoglio e inginocchiatevi davanti a mio Figlio» (2 luglio 2007).

 La Madonna, Ella il cui Cuore è immacolato, ci chiede di tendere all’immacolatezza del cuore: perché a questo siamo stati chiamati: ad «essere santi e immacolati nella carità» (Ef 1,4) al cospetto del Signore.

 Il trionfo del Cuore Immacolato non arriva in modo dissimile da come è arrivato il trionfo di Gesù:

«Mio Figlio avrebbe potuto vincere con la forza, ma ha scelto la mitezza, l’umiltà e l’amore. Seguite mio Figlio e datemi le vostre mani affinché saliamo insieme sul monte e vinciamo».(2 luglio 2007).

Cominciamo dunque con questa purificazione, se vogliamo superare la purificazione che ci attende, che anzi è già cominciata:

«Cari figli, sono accanto a voi perché desidero aiutarvi a superare le prove che questo tempo di purificazione mette davanti a voi». (2 settembre 2010)



 

Franco Sofia


(Per approfondire: Franco Sofia, Medjugorje. Apostoli della Regina della Pace. Ultima chiamata, Mimep, 2020, Capitolo Ottavo, Maria maestra dei suoi Apostoli)

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