Cerca nel blog

lunedì 13 giugno 2022

La novità del “conosci te stesso” insegnato da Maria (a partire dal Vangelo) rispetto a quello di altre culture o religioni

 

“QUESTA È LA CHIAMATA DELL’AMORE” (IX PARTE)

  


 

CONFRONTO COL CONOSCI TE STESSO DEGLI ANTICHI E DEI PADRI DELLA CHIESA 

 

 

 

Gli antichi avevano intuito l’importanza del conoscere se stessi. Si sa che sul frontespizio del tempio di Apollo (fondato intorno al 1400 a.C.) a Delfi, Grecia, si trovava la scritta “conosci te stesso”. I grandi pensatori del passato l’avevano interpretato nel senso che l’uomo deve conoscere se stesso al fine di accettare la propria limitatezza, egli infatti non è come gli dèi immortali, ma un comune mortale.

Al contrario, per i cristiani, e soprattutto per i Padri della Chiesa, il conosci te stesso ha un ruolo importante per l’uomo poiché lo aiuta a scoprirsi creato a immagine di Dio.

 

Ora, il messaggio del 2 febbraio 2011, che la Madonna a Medjugorje ha dato alla veggente Mirjana, è un piccolo concentrato di sapienza che può venire solo dal Cielo. Già all’inizio c’è una frase che sembra richiamare il ragionamento degli antichi che immaginavano Dio secondo il proprio modo di pensare: “Vagando nelle tenebre, immaginate anche Dio stesso secondo il vostro modo di pensare e non quale è veramente nel suo Amore”.

Il culmine della rivelazione del Nuovo Testamento infatti è che Dio è Amore nella sua essenza. Questa conclusione è preclusa all’uomo che si affida alle sue sole forze e al solo suo modo di pensare, prescindendo dalla Rivelazione, cioè da un aiuto dall’alto.  

 

Invece la Madonna, come abbiamo visto precedentemente, indica la strada della grazia che si ottiene con la “vera preghiera”, quella che parte dalle “profondità del cuore”, dalla sofferenza, dalla gioia e dalla “richiesta di perdono dei peccati”. “Questa è la via per la conoscenza del vero Dio e con ciò stesso anche di se stessi, perché siete creati a Sua immagine”.

È evidente qui che la conoscenza di se stessi passa dalla conoscenza del Dio creatore, da quello che Maria chiama “vero Dio”, il Dio della rivelazione giudaico-cristiana, più che da elucubrazioni filosofiche o psicologiche fondate sul proprio modo di pensare.

E queste conclusioni sono anche un po’ diverse da quelle a cui giungevano gli stessi Padri della Chiesa, i quali nelle loro riflessioni conservavano reminiscenze filosofiche.

 

Nel messaggio del 2 dicembre 2013 la Madonna solleva di nuovo la questione, affermando che per conoscere la Verità di Gesù ed essere veri Apostoli occorre elevarsi al di sopra del pensiero umano:

 

Io desidero che voi conosciate la verità di mio Figlio e siate miei Apostoli; che, come figli di Dio, vi eleviate al di sopra del pensiero umano e, sempre ed in tutto, cerchiate nuovamente il pensiero di Dio. Figli miei, pregate e digiunate per poter comprendere tutto quello che vi chiedo”.  

 

 

 

IL "CONOSCI TE STESSO" CRISTIANO E QUELLO BUDDISTA.

 

 

Il Dalai Lama nel suo libro dal titolo “Conosci te stesso” spiega come allontanarsi da una percezione distorta del corpo e della mente, e liberarsi così dall'errore e dalla sofferenza, per giungere a considerare il mondo in una prospettiva più realistica e fondata sull'amore, attingendo, naturalmente, al pensiero buddhista.

Ma pur ammettendo, nelle grandi religioni soprattutto, la presenza dei “semi del Verbo”, come ci ha ricordato il Concilio Vaticano II, tuttavia questo pensiero che proviene dal Buddismo è agli antipodi della nostra religione. Col pensiero buddista ci troviamo in una inconciliabilità radicale; nel Buddismo, infatti, il conosci te stesso è una pratica filosofica che conduce l’uomo a comprendere che la sua pace, il suo fine è annullare la propria coscienza nel nulla indistinto del Nirvana: l’uomo è chiamato a diventare nulla. Nel Cristianesimo, invece, l’uomo è destinato a diventare l’Amore che è Dio, che è Amore eterno, e in Lui a non perdere la coscienza di sé, ma a trovarla nella sua pienezza.

Nel Buddismo si insegna a liberarsi dalla sofferenza, nella nostra religione si insegna a farne tesoro, pur nella opportuna ricerca dei mezzi che la medicina ci dona per il sollievo e la guarigione: il nostro Signore Gesù Cristo ci ha redenti e salvati con la sua passione e con la sua morte in croce.

 

Nel messaggio del 2 febbraio 2011, lo abbiamo già visto nelle riflessioni precedenti, la Madonna indica nella sofferenza uno dei trampolini per arrivare a conoscere il Padre, e da qui giungere alla conoscenza di se stessi. A questo proposito, nel messaggio del 2 dicembre 2013 la Gospa ha detto chiaramente che Figli miei, il Padre si conosce per mezzo della Croce. È, dunque, la sofferenza che diventa preghiera la porta per la conoscenza di sé stessi.

 

 

(continua)

 

Franco Sofia

 

(Estratto con aggiornamenti da: Franco Sofia, Medjugorje. Apostoli della Regina della Pace. Ultima chiamata, Mimep, 2020, Capitolo Ottavo, “Maria maestra dei suoi Apostoli”)

 

 PrimaParte: LA COLONNA DI FUOCO NELLA NOTTE DELLA TENEBRA 

Sesta parte: APOSTOLI DEL MIO AMORE

SettimaParte: COLORO CHE CONOSCONO L’AMORE DI DIO

Ottava Parte: CONOSCERE E AMARE SE STESSI IN DIO



Nessun commento:

Posta un commento