“QUESTA È LA CHIAMATA
DELL’AMORE” (IX PARTE)
CONFRONTO COL CONOSCI TE STESSO DEGLI
ANTICHI E DEI PADRI DELLA CHIESA
Gli antichi avevano intuito l’importanza del conoscere se stessi. Si sa che
sul frontespizio del tempio di Apollo (fondato intorno al 1400 a.C.) a Delfi,
Grecia, si trovava la scritta “conosci te stesso”. I grandi pensatori del
passato l’avevano interpretato nel senso che l’uomo deve conoscere se stesso al
fine di accettare la propria limitatezza, egli infatti non è come gli dèi
immortali, ma un comune mortale.
Al contrario, per i cristiani, e soprattutto per i Padri della Chiesa, il
conosci te stesso ha un ruolo importante per l’uomo poiché lo aiuta a scoprirsi
creato a immagine di Dio.
Ora, il messaggio del 2 febbraio 2011, che la Madonna a Medjugorje ha dato
alla veggente Mirjana, è un piccolo concentrato di sapienza che può venire solo
dal Cielo. Già all’inizio c’è una frase che sembra richiamare il ragionamento
degli antichi che immaginavano Dio secondo il proprio modo di pensare: “Vagando
nelle tenebre, immaginate anche Dio stesso secondo il vostro modo di pensare e
non quale è veramente nel suo Amore”.
Il culmine
della rivelazione del Nuovo Testamento infatti è che Dio è Amore nella sua
essenza. Questa conclusione è preclusa all’uomo che si affida alle sue sole
forze e al solo suo modo di pensare, prescindendo dalla Rivelazione, cioè da un
aiuto dall’alto.
Invece la
Madonna, come abbiamo visto precedentemente, indica la strada della grazia che
si ottiene con la “vera preghiera”,
quella che parte dalle “profondità del
cuore”, dalla sofferenza, dalla gioia e dalla “richiesta di perdono dei peccati”. “Questa è la via per la conoscenza del vero Dio e con ciò stesso anche
di se stessi, perché siete creati a Sua immagine”.
È evidente
qui che la conoscenza di se stessi passa dalla conoscenza del Dio creatore, da
quello che Maria chiama “vero Dio”, il Dio della rivelazione
giudaico-cristiana, più che da elucubrazioni filosofiche o psicologiche fondate
sul proprio modo di pensare.
E queste
conclusioni sono anche un po’ diverse da quelle a cui giungevano gli stessi
Padri della Chiesa, i quali nelle loro riflessioni conservavano reminiscenze
filosofiche.
Nel messaggio del 2 dicembre 2013 la Madonna
solleva di nuovo la questione, affermando che per conoscere la Verità di Gesù
ed essere veri Apostoli occorre elevarsi al di sopra del pensiero umano:
“Io
desidero che voi conosciate la verità di mio Figlio e siate miei Apostoli; che,
come figli di Dio, vi eleviate al di sopra del pensiero umano e, sempre ed in
tutto, cerchiate nuovamente il pensiero di Dio. Figli miei, pregate e digiunate
per poter comprendere tutto quello che vi chiedo”.
IL "CONOSCI TE STESSO" CRISTIANO E
QUELLO BUDDISTA.
Il Dalai Lama nel
suo libro dal titolo “Conosci te stesso”
spiega come allontanarsi da una percezione distorta del corpo e della mente, e
liberarsi così dall'errore e dalla sofferenza, per giungere a considerare il
mondo in una prospettiva più realistica e fondata sull'amore, attingendo,
naturalmente, al pensiero buddhista.
Ma pur ammettendo,
nelle grandi religioni soprattutto, la presenza dei “semi del Verbo”, come ci
ha ricordato il Concilio Vaticano II, tuttavia questo pensiero che proviene dal
Buddismo è agli antipodi della nostra religione. Col pensiero buddista ci
troviamo in una inconciliabilità radicale; nel Buddismo, infatti, il conosci te
stesso è una pratica filosofica che conduce l’uomo a comprendere che la sua
pace, il suo fine è annullare la propria coscienza nel nulla indistinto del
Nirvana: l’uomo è chiamato a diventare nulla. Nel Cristianesimo, invece, l’uomo
è destinato a diventare l’Amore che è Dio, che è Amore eterno, e in Lui a non
perdere la coscienza di sé, ma a trovarla nella sua pienezza.
Nel Buddismo si
insegna a liberarsi dalla sofferenza, nella nostra religione si insegna a farne
tesoro, pur nella opportuna ricerca dei mezzi che la medicina ci dona per il
sollievo e la guarigione: il nostro Signore Gesù Cristo ci ha redenti e salvati
con la sua passione e con la sua morte in croce.
Nel messaggio del
2 febbraio 2011, lo abbiamo già visto nelle riflessioni precedenti, la Madonna
indica nella sofferenza uno dei trampolini per arrivare a conoscere il Padre, e
da qui giungere alla conoscenza di se stessi. A questo proposito, nel messaggio
del 2 dicembre 2013 la Gospa ha detto chiaramente che “Figli miei, il Padre si conosce per mezzo
della Croce”. È, dunque, la sofferenza che diventa preghiera la porta per la conoscenza
di sé stessi.
(continua)
Franco Sofia
(Estratto con aggiornamenti da: Franco
Sofia, Medjugorje. Apostoli della Regina
della Pace. Ultima chiamata, Mimep, 2020, Capitolo Ottavo, “Maria maestra
dei suoi Apostoli”)
PrimaParte: LA COLONNA DI FUOCO NELLA NOTTE DELLA TENEBRA
Sesta parte: APOSTOLI DEL MIO AMORE
SettimaParte: COLORO CHE CONOSCONO L’AMORE DI DIO
Ottava Parte: CONOSCERE E AMARE SE STESSI IN DIO
Nessun commento:
Posta un commento