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venerdì 25 marzo 2022

NELL’ATTO DI CONSACRAZIONE UNA CITAZIONE DELLE APPARIZIONI? … ANCHE DI MEDJUGORJE?

 

“noi i tuoi cari figli che in ogni tempo non ti stanchi mai di visitare”






NELL’ATTO DI CONSACRAZIONE UNA CITAZIONE DELLE APPARIZIONI?

… ANCHE DI MEDJUGORJE?

E perché il Papa ha voluto inserire questo momento all’interno di una liturgia penitenziale?

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È stato un momento di straordinaria intensità.

Grande tensione emotiva in coloro che hanno partecipato stasera all’Atto di Consacrazione che il Papa ha fatto di noi, dell’umanità e, in special modo, della Russia e dell’Ucraina nella basilica di san Pietro, in Vaticano.

Il Papa, soprattutto, si è mostrato molto commosso e concentrato  per questo Atto dalla portata storica.

Nei prossimi giorni conosceremo gli echi di questa giornata. In attesa che il Signore ascolti il nostro grido.

Sono già state sottolineate le parti considerate più forti di questa consacrazione. Io vorrei evidenziarne una che ci può interessare come Apostoli della Regina della Pace.

Ad un certo punto, nella Consacrazione scopriamo che c’è un riferimento alle apparizioni attraverso a quel “cari figli” che noi conosciamo così bene; mentre nell’espressione che segue sono presenti tutte le apparizioni:  “che in ogni tempo non ti stanchi mai di visitare”:

“[…] Ricorriamo dunque a te, bussiamo alla porta del tuo Cuore noi, i tuoi cari figli che in ogni tempo non ti stanchi di visitare e invitare alla conversione. In quest’ora buia vieni a soccorrerci e consolarci.”

Inoltre, mi sono chiesto come mai il Papa ha voluto inserire l’atto di consacrazione all’interno di una liturgia penitenziale?

E anche in questo ho notato un riferimento, certamente non voluto, ai messaggi della Gospa. Per fare una preghiera da cui, in un momento così altamente drammatico, si spera di ottenere il massimo frutto, i cuori non purificati sono di ostacolo. Da qui la necessità di presentarsi davanti al Signore con un cuore contrito e ottenere da Lui stesso la purificazione.

Ora, nei messaggi che la Madonna ha dato a Medjugorje, specie ai suoi Apostoli, questa necessità è presente molto frequentemente.

Tanto per fare un esempio: tutti coloro che hanno risposto “SI” alla chiamata della Regina della Pace a diventare suoi Apostoli, devono avere la consapevolezza che senza un cuore puro e umile non possono essere d’aiuto alla realizzazione del piano del Signore che conduce al trionfo del Cuore Immacolato di Maria. La Madonna è stata chiara:

“Cari figli, per poter essere miei Apostoli e per poter aiutare tutti coloro che sono nella tenebra a conoscere la luce dell’Amore di mio Figlio, dovete avere cuori puri ed umili. Non potete essere d’aiuto affinché mio Figlio nasca e regni nei cuori di coloro che non lo conoscono, se Egli non regna, se non è il Re nel vostro cuore” (2 gennaio 2014).

                        Per questo la Madonna ha invitato alla confessione i suoi Apostoli, e ha sottolineato lo stato di grazia come necessario per portare frutti, e perché l’azione sia efficace. Quando si devono offrire le sofferenze e il dolore, momento fondamentale nella missione degli Apostoli di Maria, lo stato di grazia è importantissimo:

“figli miei, voi avete diverse domande: non comprendete il dolore, non comprendete che, per mezzo dell’Amore di Dio, dovete accettare il dolore e sopportarlo. Ogni essere umano, in maggior o minor misura, ne farà esperienza. Ma, con la pace nell’anima e in stato di grazia, una speranza esiste: è mio Figlio, Dio generato da Dio. Le sue Parole sono il seme della vita eterna: seminate nelle anime buone, esse portano diversi frutti. Mio Figlio ha portato il dolore perché ha preso su di sé i vostri peccati.” (2 settembre 2017).

Se non c’è nell’uomo la ricerca del cuore puro, allora sta optando per una purificazione passiva, che è quella verso cui sta andando il mondo già prima dell’inizio dei segreti.

Mirjana nel suo diario (Il mio Cuore trionferà) si dice sicura che è già iniziata la grande pulizia che ci porterà al Trionfo del Cuore Immacolato; ed aggiunge: “che il trionfo del suo Cuore abbia inizio da te!”.

 

Franco Sofia

 

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