LA VITA ETERNA E LA PERDIZIONE NEI MESSAGGI DI
MEDJUGORJE E DI FATIMA (VI PARTE)
Questo
mistero è stato messo in evidenza da un bambino, uno dei tre pastorelli di
Fatima. Lo racconta Lucia nella sua Quarta memoria:
“Durante la terza
apparizione, Francesco sembrò quello che meno s'impressionò alla vista
dell'inferno, nonostante che provocasse anche in lui una sensazione abbastanza
forte. Ciò che più lo impressionava o attirava era Dio, la santissima
Trinità, in quella luce immensa che ci penetrava nel più intimo dell'anima.
Dopo, diceva:
-
Noi stavamo ardendo in quella luce che è Dio e non ci
bruciavamo! Com'è Dio? ...Non si può dire! Questo sì, noi non possiamo mai
dirlo! Ma che pena che lui sia così triste! Se io potessi consolarlo! . .”.
Cos’è
che in Paradiso arde senza bruciare?
È
l’Amore di Dio, lo Spirito Santo. È il fuoco del Roveto ardente, l’Amore
infinito e immenso della Santissima Trinità che costituisce il contenuto
principale della felicità di cui godono gli Angeli e i Santi in Paradiso.
È
sempre lo Spirito di Dio che brucia le scorie presenti nelle anime del
Purgatorio e le rende idonee a conoscere l’Amore di Dio, per fondersi con l’incontro
definitivo con Lui nella gioia senza fine dell’Eternità.
E
poi c’è il fuoco che arde e brucia senza consumare, che costituisce il
contenuto della pena eterna del danno nell’Inferno e rende, come tizzoni
ardenti, le anime perdute, secondo l’immagine altamente simbolica usata dai
veggenti di Fatima .
Francesco
aveva avuto anche lui la visione dell’inferno, ma l’aveva colpito di più la
tristezza di Dio per la perdita delle anime che vanno all’Inferno.
Al
contrario, Giacinta era rimasta più impressionata dalla vista dell’Inferno:
“La visione
dell'inferno le aveva causato tanto orrore, che tutte le penitenze e
mortificazioni le sembravano un nulla, per riuscire a liberare di là alcune
anime.” (Terza memoria).
Nell’uno e nell’altro
caso, la risposta è stata la stessa: offrire le proprie preghiere, sofferenze e
mortificazioni per la conversione dei peccatori e la salvezza delle loro anime.
Per Francesco la
conversione dei peccatori era finalizzata a consolare il Signore; mentre per
Giacinta bisognava salvare quante più anime possibile per condurle a Dio.
Abbiamo già visto
l’esperienza che la Gospa ha fatto fare di queste realtà ai veggenti di
Medjugorje (la IV Parte di questa serie).
Quello che adesso
sappiamo è che conviene, perché meraviglioso, bruciare nell’amore di Dio, e che
ci conviene lasciarci bruciare fin da subito, mentre siamo in tempo. Questo è
lo scopo della scuola che la Madonna ha creato in questi anni con i suoi
messaggi sull’Amore di Dio e il nostro, quelli soprattutto consegnati a Mirjana
per i suoi Apostoli.
L’esperienza vissuta
dai veggenti di Medjugorje è diversa da quella vissuta dai tre pastorelli di
Fatima. Ma tutti testimoniano che la gioia del Paradiso non si può spiegare con
parole umane. Jakov in una intervista condotta da padre Livio parlò di “Una gioia immensa, una pace, una voglia di
rimanere, di stare sempre lì. È uno stato in cui non pensi a niente e a nessun
altro. Ti senti rilassato in tutti i modi, una esperienza incredibile.”
Perché la risposta che
hanno dato i veggenti ci induca a prendere coscienza della responsabilità che tutti
abbiamo della salvezza dei nostri fratelli. Nella stessa intervista, Jakov ha
detto: “La Madonna ha detto che in Paradiso va la gente che è rimasta fedele a
Dio. È per questo che, quando parliamo del Paradiso, ora possiamo richiamare
questo messaggio della Madonna che dice: «Io sono venuta qui per salvarvi tutti
e portarvi tutti un giorno da mio Figlio». Così tutti potremo conoscere quella gioia
e quella pace che si sentono dentro. Quella pace e tutto ciò che Dio ci può
dare si sperimentano in Paradiso.” Per questo motivo non possiamo pensare solo
alla nostra salvezza, ma preoccuparci ugualmente per quella del nostro
prossimo.
Dopo l’esperienza
delle apparizioni con la Madonna e quella del Paradiso, nei veggenti è scomparsa
ogni forma di paura per la morte. Mi ricordo che una volta feci questa domanda
a Vicka: “Hai paura della morte?”. “No, - mi rispose – perché per me è come
passare da una stanza ad un’altra”.
Secondo me, il Signore
ha permesso queste esperienze anche per contrastare le idee di certe correnti
moderniste.
Già nel 1947 Fulton
Sheen aveva lucidamente profetizzato quello che fin da allora lui vedeva che
andava realizzandosi nel mondo e nella Chiesa: lo scontro tra la religione del
Dio-Uomo e quella dell’uomo-dio.
“Da oggi in poi gli uomini si divideranno in due
religioni concepite di nuovo come abbandono a un assoluto. Il conflitto del
futuro è tra un assoluto che è il Dio-Uomo e un assoluto che è l’uomo-dio; tra
il Dio che si è fatto uomo e l’uomo che si fa dio; tra i fratelli in Cristo e i
compagni nell’Anticristo.”
Il mestiere dell’Anticristo – continuava Fulton Sheen
– “è di dirci che non esiste nessun altro mondo. La sua logica è semplice: se
non c’è un paradiso, non c’è alcun inferno; se non c’è un inferno, non c’è
alcun peccato; se non c’è il peccato, non c’è alcun giudizio, e se non c’è un
giudizio allora il male è bene e il bene è male.” (Fulton Sheen,
L'inganno del Grande Umanitario l'Anticristo, Sermone 26 gennaio 1947).
Questa logica è stata fatta
propria dal Modernismo il cui promotore e suggeritore è Satana. Dal Modernismo ci
ha messi in guardia la Madonna, per tre volte fino adesso, dal 1910 (il 25 maggio 2010, il
25 marzo 2015 e il 25 gennaio 2017).
Trentatré anni dopo la profezia di Fulton Sheen, Maritain
ha scritto: "La crisi attuale [che c’è nella Chiesa]
ha molti e svariati aspetti. Uno dei più curiosi fenomeni che essa offre alla
nostra vista è una specie di inginocchiamento davanti al mondo che si manifesta
in mille modi.”
A causa di questo inginocchiamento “Si
oscura lo spirituale e si esalta il temporale, si obliano le cose da dare a Dio
e si è affascinati dalle cose da dare a Cesare”. […] non si crede più al
diavolo, né agli angeli cattivi e né ai buoni, naturalmente. […] L'inferno,
perché darsi da fare a negarlo? È più semplice dimenticarlo, ed è
probabilmente quanto si può far di meglio con l'Incarnazione e la SS.
Trinità. Ad essere sinceri, la massa dei nostri cristiani pensa forse mai a
tali cose o all'anima immortale o alla vita futura?” (Il
contadino della Garonna, Morcelliana, 1980).
(continua)
Franco Sofia
PRIMA PARTE: SOPRATTUTTO LA SALVEZZA ETERNA
SECONDA PARTE: A CHI TOCCA LA RESPONSABILITÀ DELLA SALVEZZAETERNA DELLE ANIME
TERZA PARTE: LA RESPONSABILITÀ DEGLI APOSTOL IDELLA REGINADELLA PACE
QUARTA PARTE: PARADISO, INFERNO E PURGATORIO
QUINTA PARTE: RISCHIO ESTREMO PER COLORO CHE NON...
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