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lunedì 14 marzo 2022

IN PARADISO SI ARDE SENZA BRUCIARSI, ALL’INFERNO SI ARDE BRUCIANDOSI - LA VITA ETERNA ... (VI PARTE)

 





LA VITA ETERNA E LA PERDIZIONE NEI MESSAGGI DI MEDJUGORJE E DI FATIMA (VI PARTE)

 

 

Questo mistero è stato messo in evidenza da un bambino, uno dei tre pastorelli di Fatima. Lo racconta Lucia nella sua Quarta memoria:

 

“Durante la terza apparizione, Francesco sembrò quello che meno s'impressionò alla vista dell'inferno, nonostante che provocasse anche in lui una sensazione abbastanza forte. Ciò che più lo impressionava o attirava era Dio, la santissima Trinità, in quella luce immensa che ci penetrava nel più intimo dell'anima. Dopo, diceva:

-          Noi stavamo ardendo in quella luce che è Dio e non ci bruciavamo! Com'è Dio? ...Non si può dire! Questo sì, noi non possiamo mai dirlo! Ma che pena che lui sia così triste! Se io potessi consolarlo! . .”.

 

Cos’è che in Paradiso arde senza bruciare?

È l’Amore di Dio, lo Spirito Santo. È il fuoco del Roveto ardente, l’Amore infinito e immenso della Santissima Trinità che costituisce il contenuto principale della felicità di cui godono gli Angeli e i Santi in Paradiso.

È sempre lo Spirito di Dio che brucia le scorie presenti nelle anime del Purgatorio e le rende idonee a conoscere l’Amore di Dio, per fondersi con l’incontro definitivo con Lui nella gioia senza fine dell’Eternità.

E poi c’è il fuoco che arde e brucia senza consumare, che costituisce il contenuto della pena eterna del danno nell’Inferno e rende, come tizzoni ardenti, le anime perdute, secondo l’immagine altamente simbolica usata dai veggenti di Fatima .

 

Francesco aveva avuto anche lui la visione dell’inferno, ma l’aveva colpito di più la tristezza di Dio per la perdita delle anime che vanno all’Inferno.

Al contrario, Giacinta era rimasta più impressionata dalla vista dell’Inferno:

“La visione dell'inferno le aveva causato tanto orrore, che tutte le penitenze e mortificazioni le sembravano un nulla, per riuscire a liberare di là alcune anime.” (Terza memoria).

Nell’uno e nell’altro caso, la risposta è stata la stessa: offrire le proprie preghiere, sofferenze e mortificazioni per la conversione dei peccatori e la salvezza  delle loro anime.

Per Francesco la conversione dei peccatori era finalizzata a consolare il Signore; mentre per Giacinta bisognava salvare quante più anime possibile per condurle a Dio. 

Abbiamo già visto l’esperienza che la Gospa ha fatto fare di queste realtà ai veggenti di Medjugorje (la IV Parte di questa serie).

Quello che adesso sappiamo è che conviene, perché meraviglioso, bruciare nell’amore di Dio, e che ci conviene lasciarci bruciare fin da subito, mentre siamo in tempo. Questo è lo scopo della scuola che la Madonna ha creato in questi anni con i suoi messaggi sull’Amore di Dio e il nostro, quelli soprattutto consegnati a Mirjana per i suoi Apostoli.

L’esperienza vissuta dai veggenti di Medjugorje è diversa da quella vissuta dai tre pastorelli di Fatima. Ma tutti testimoniano che la gioia del Paradiso non si può spiegare con parole umane. Jakov in una intervista condotta da padre Livio parlò  di “Una gioia immensa, una pace, una voglia di rimanere, di stare sempre lì. È uno stato in cui non pensi a niente e a nessun altro. Ti senti rilassato in tutti i modi, una esperienza incredibile.”

 Perché il Signore ci ha fatto conoscere queste realtà attraverso le apparizioni mariane?

Perché la risposta che hanno dato i veggenti ci induca a prendere coscienza della responsabilità che tutti abbiamo della salvezza dei nostri fratelli. Nella stessa intervista, Jakov ha detto: “La Madonna ha detto che in Paradiso va la gente che è rimasta fedele a Dio. È per questo che, quando parliamo del Paradiso, ora possiamo richiamare questo messaggio della Madonna che dice: «Io sono venuta qui per salvarvi tutti e portarvi tutti un giorno da mio Figlio». Così tutti potremo conoscere quella gioia e quella pace che si sentono dentro. Quella pace e tutto ciò che Dio ci può dare si sperimentano in Paradiso.” Per questo motivo non possiamo pensare solo alla nostra salvezza, ma preoccuparci ugualmente per quella del nostro prossimo.  

Dopo l’esperienza delle apparizioni con la Madonna e quella del Paradiso, nei veggenti è scomparsa ogni forma di paura per la morte. Mi ricordo che una volta feci questa domanda a Vicka: “Hai paura della morte?”. “No, - mi rispose – perché per me è come passare da una stanza ad un’altra”.

Secondo me, il Signore ha permesso queste esperienze anche per contrastare le idee di certe correnti moderniste.

Già nel 1947 Fulton Sheen aveva lucidamente profetizzato quello che fin da allora lui vedeva che andava realizzandosi nel mondo e nella Chiesa: lo scontro tra la religione del Dio-Uomo e quella dell’uomo-dio.

“Da oggi in poi gli uomini si divideranno in due religioni concepite di nuovo come abbandono a un assoluto. Il conflitto del futuro è tra un assoluto che è il Dio-Uomo e un assoluto che è l’uomo-dio; tra il Dio che si è fatto uomo e l’uomo che si fa dio; tra i fratelli in Cristo e i compagni nell’Anticristo.”

Il mestiere dell’Anticristo – continuava Fulton Sheen – “è di dirci che non esiste nessun altro mondo. La sua logica è semplice: se non c’è un paradiso, non c’è alcun inferno; se non c’è un inferno, non c’è alcun peccato; se non c’è il peccato, non c’è alcun giudizio, e se non c’è un giudizio allora il male è bene e il bene è male.” (Fulton Sheen, L'inganno del Grande Umanitario l'Anticristo, Sermone 26 gennaio 1947).

 

Questa logica è stata fatta propria dal Modernismo il cui promotore e suggeritore è Satana. Dal Modernismo ci ha messi in guardia la Madonna, per tre volte fino adesso, dal 1910 (il 25 maggio 2010, il 25 marzo 2015 e il 25 gennaio 2017).

Trentatré anni dopo la profezia di Fulton Sheen, Maritain ha scritto:  "La crisi attuale [che c’è nella Chiesa] ha molti e svariati aspetti. Uno dei più curiosi fenomeni che essa offre alla nostra vista è una specie di inginocchiamento davanti al mondo che si manifesta in mille modi.”  

A causa di questo inginocchiamento “Si oscura lo spirituale e si esalta il temporale, si obliano le cose da dare a Dio e si è affascinati dalle cose da dare a Cesare”. […] non si crede più al diavolo, né agli angeli cattivi e né ai buoni, naturalmente. […] L'inferno, perché darsi da fare a negarlo? È più semplice dimenticarlo, ed è probabilmente quanto si può far di meglio con l'Incarnazione e la SS. Trinità. Ad essere sinceri, la massa dei nostri cristiani pensa forse mai a tali cose o all'anima immortale o alla vita futura?” (Il contadino della Garonna, Morcelliana, 1980).

 

(continua)

Franco Sofia


PRIMA PARTE: SOPRATTUTTO LA SALVEZZA ETERNA

SECONDA PARTE: A CHI TOCCA LA RESPONSABILITÀ DELLA SALVEZZAETERNA DELLE ANIME

TERZA PARTE: LA RESPONSABILITÀ DEGLI APOSTOL IDELLA REGINADELLA PACE

QUARTA PARTE: PARADISO, INFERNO E PURGATORIO

QUINTA PARTE: RISCHIO ESTREMO PER COLORO CHE NON...

 

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