“È stata la sua mancanza di paura a convincermi che stava dicendo la verità”.
Dal diario di Mirjana
Qualche anno fa un uomo si presentò alla mia porta. Aveva un
aspetto vagamente familiare, ma lì per lì non lo riconobbi. Sembrava riluttante
a parlare e cercava di evitare il mio sguardo.
“Posso aiutarla?”, chiesi.
“La prego, mi perdoni”.
“Per cosa?”.
“Sono uno dei poliziotti che l’hanno interrogata, nel 1981. Sono
davvero mortificato per quello che le abbiamo fatto passare”.
Non era la prima volta che qualcuno si scusava in quel modo
con me, ma non riuscivo mai a ricordare i singoli episodi per i quali le
persone si sentivano in colpa. Da tempo avevo perdonato e dimenticato. Avevo pregato
per i miei persecutori anche mentre mi riservavano i peggiori trattamenti, come
quando alzavano i manganelli per colpirmi o proferivano bestemmie terribili
contro la Madonna.
“Stai tranquillo”, gli dissi. “È stato tanto tempo fa”. Sembrò
sollevato.
“Ho qualcosa per lei”, disse, porgendomi una cassetta da
registratore. Ho conservato la registrazione di quell’interrogatorio per tutti
questi anni. Pensavo che avrebbe voluto risentirla”.
Ad ogni interrogatorio c’era stato un registratore sul
tavolo. Ricordo il “clic” del pulsante “registra” che segnava l’inizio di ogni
sessione. Non ebbi mai l’occasione né il desiderio di ascoltare quelle
registrazioni. Temevo che se l’avessi fatto avrei riesumato ricordi negativi. Tuttavia
ero curiosa.
“Entri”, dissi, e ci sedemmo nel salotto.
Inserì la cassetta nel registratore. “All’inizio credevo che
lei stesse mentendo; ma dopo averla interrogata, avrei voluto solo stringerle
la mano. Allora, davanti ai miei colleghi, non potevo, ma adesso sì, ed ecco
perché.
Spinse il tasto “play” e un ricordo del passato ritornò alla
luce, tra i suoni “gracchianti” del registratore.
Interrogatore: Stai ingannando la gente.
Io: Io non sto ingannando nessuno.
Interrogatore: Ma non vedi che è una storia assurda?
Io: Sto dicendo la verità. Solo questo so fare.
Risentire al registratore la mia voce da ragazza fu un’esperienza
surreale. Inoltre facevo fatica a credere che l’altra voce – così intrisa di
superbia e di rabbia – fosse quella dell’uomo gentile che era seduto davanti a
me. La registrazione continuava così:
Interrogatore: Te lo chiedo un’altra volta: cos’hai visto
sulla collina?
Io: Ho visto la Madonna.
Interrogatore: Tu ha visto una merda!
Io: No, quella la sto guardando ora.
Rimasi sorpresa dall’audacia che avevo dimostrato in quel
frangente. Sarebbe stato diverso se mi avessero interrogata prima che iniziassi
a vedere la Madonna. La paura avrebbe la meglio, e non avrei mai osato sfidare
un poliziotto o qualsiasi adulto. Ma dal 24 giugno in poi, non ho avuto più la timidezza
che mi aveva contraddistinto per tutta l’infanzia.
L’uomo arrestò la registrazione e disse: “È stata la sua
mancanza di paura a convincermi che stava dicendo la verità”.
(Mirjana Soldo, Il mio Cuore trionferà, Editore Matica
hrvatska, Čitluk,
pp. 93-95)
(Trascrizione Franco Sofia)
Nessun commento:
Posta un commento