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lunedì 12 ottobre 2020

SONO UNO DEI POLIZIOTTI CHE L’HA INTERROGATA NEL 1981

 


 “È stata la sua mancanza di paura a convincermi che stava dicendo la verità”.

Dal diario di Mirjana

 


Qualche anno fa un uomo si presentò alla mia porta. Aveva un aspetto vagamente familiare, ma lì per lì non lo riconobbi. Sembrava riluttante a parlare e cercava di evitare il mio sguardo.

“Posso aiutarla?”, chiesi.

“La prego, mi perdoni”.

“Per cosa?”.

“Sono uno dei poliziotti che l’hanno interrogata, nel 1981. Sono davvero mortificato per quello che le abbiamo fatto passare”.

Non era la prima volta che qualcuno si scusava in quel modo con me, ma non riuscivo mai a ricordare i singoli episodi per i quali le persone si sentivano in colpa. Da tempo avevo perdonato e dimenticato. Avevo pregato per i miei persecutori anche mentre mi riservavano i peggiori trattamenti, come quando alzavano i manganelli per colpirmi o proferivano bestemmie terribili contro la Madonna.

“Stai tranquillo”, gli dissi. “È stato tanto tempo fa”. Sembrò sollevato.

“Ho qualcosa per lei”, disse, porgendomi una cassetta da registratore. Ho conservato la registrazione di quell’interrogatorio per tutti questi anni. Pensavo che avrebbe voluto risentirla”.

Ad ogni interrogatorio c’era stato un registratore sul tavolo. Ricordo il “clic” del pulsante “registra” che segnava l’inizio di ogni sessione. Non ebbi mai l’occasione né il desiderio di ascoltare quelle registrazioni. Temevo che se l’avessi fatto avrei riesumato ricordi negativi. Tuttavia ero curiosa.

“Entri”, dissi, e ci sedemmo nel salotto.  

Inserì la cassetta nel registratore. “All’inizio credevo che lei stesse mentendo; ma dopo averla interrogata, avrei voluto solo stringerle la mano. Allora, davanti ai miei colleghi, non potevo, ma adesso sì, ed ecco perché.  

Spinse il tasto “play” e un ricordo del passato ritornò alla luce, tra i suoni “gracchianti” del registratore.

Interrogatore: Stai ingannando la gente.

Io: Io non sto ingannando nessuno.

Interrogatore: Ma non vedi che è una storia assurda?

Io: Sto dicendo la verità. Solo questo so fare.

Risentire al registratore la mia voce da ragazza fu un’esperienza surreale. Inoltre facevo fatica a credere che l’altra voce – così intrisa di superbia e di rabbia – fosse quella dell’uomo gentile che era seduto davanti a me. La registrazione continuava così:

Interrogatore: Te lo chiedo un’altra volta: cos’hai visto sulla collina?

Io: Ho visto la Madonna.

Interrogatore: Tu ha visto una merda!

Io: No, quella la sto guardando ora.

Rimasi sorpresa dall’audacia che avevo dimostrato in quel frangente. Sarebbe stato diverso se mi avessero interrogata prima che iniziassi a vedere la Madonna. La paura avrebbe la meglio, e non avrei mai osato sfidare un poliziotto o qualsiasi adulto. Ma dal 24 giugno in poi, non ho avuto più la timidezza che mi aveva contraddistinto per tutta l’infanzia.

L’uomo arrestò la registrazione e disse: “È stata la sua mancanza di paura a convincermi che stava dicendo la verità”.

(Mirjana Soldo, Il mio Cuore trionferà, Editore Matica hrvatska, Čitluk, pp. 93-95)

(Trascrizione Franco Sofia)

 

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