Fabio Gregori e la statuina che ha lacrimato sangue |
La profezia
di Civitavecchia
Di: Studi Cattolici
- intervista a Fabio Gregori – di Riccardo Caniato
Data di
pubblicazione: 3 febbraio 2022
Sul numero
di maggio-giugno della rivista diocesana La Madonnina di Civitavecchia, si
ricorda che dal giorno 15 marzo 2005, con decreto dell’allora vescovo della
città, mons. Gerolamo Grillo, la piccola parrocchia di Sant’Agostino a Pantano,
che custodisce in una teca blindata la statua della Vergine che ha lacrimato
sangue per 15 volte tra il 2 febbraio e il 15 marzo 1995, è stata eretta a
Santuario mariano. La notizia così ribadita è importante perché significa che
la Chiesa riconosce l’origine soprannaturale di quelle lacrime.
Non a caso
l’attuale vescovo, mons. Luigi Marrucci, il 26 aprile 2014, ha incoronato la
«Madonnina» durante un pontificale concelebrato con il vescovo emerito Grillo,
l’arcivescovo Giovanni Marra e con moltissimi sacerdoti della diocesi.
Come già per altre mariofanie ed
eventi analoghi è proprio con gesti solenni come questo che la Chiesa dà
pubblica approvazione di un fatto riconducibile a un intervento divino.
E dal momento che un vescovo non
prende simili iniziative in disaccordo con Roma e che in seno alla diocesi i
suoi decreti valgono il volere del Papa, questi fatti spengono definitivamente
le opinioni particolari di chi da vent’anni specula sulla veridicità delle
lacrimazioni.
LACRIME E MESSAGGI
Per chi non ricordasse: primi
testimoni del pianto della Vergine sono stati una bambina di nome Jessica,
allora di 5 anni, e suo papà Fabio Gregori, allora come oggi impiegato nella
Centrale Enel della cittadina laziale.
La famiglia Gregori è tuttora
proprietaria della statuina che ha lacrimato sangue, come di una seconda copia
identica, conservata gelosamente, che fu loro regalata il 10 aprile 1995,
tramite il cardinale polacco Andrzej Maria De- skur, da papa Giovanni Paolo II.
Questa seconda immagine, fin da
allora, trasuda talvolta un olio profumato: ciò avviene generalmente
nell’occasione di importanti feste liturgiche, come il Natale o l’Anniversario
delle lacrimazioni, ma anche, in innumerevoli circostanze, di fronte a gente
comune, pellegrini di passaggio che le si accostano per pregare.
«Al sangue della prima Madonnina si
accompagna dunque l’olio della seconda, l’uno segno della Passione, l’altro
dell’effusione dello Spirito Santo», commentava autorevolmente il mariologo
Stefano De Fiores.
Ma entrambi questi segni si sono
manifestati in un contesto più ampio, perché quel 1995, esattamente nel
pomeriggio del 16 luglio, alle ore 18 e 30, durante la Messa, segna per la
famiglia Gregori anche l’inizio delle apparizioni della Vergine… «La Madonna
stava proprio sopra padre Pablo, i piedi immersi in una nuvola bianca, le
braccia aperte coi palmi delle mani rivolte verso terra». A parlare così, è
Fabio Gregori, vent’anni dopo.
MADRE DELLA CHIESA REGINA DELLE
FAMIGLIE
CANIATO: Fabio, lei tradisce ancora
l’emozione. Che cosa ricorda di quella prima apparizione?
GREGORI: La
Madonna è apparsa nel momento in cui il parroco stava per consacrare l’Ostia
santa, ed è rimasta silenziosa in adorazione fino alla Comunione, a
sottolineare che suo Figlio Gesù, il Salvatore, è realmente presente, vivo,
nell’Eucaristia.
CANIATO: Poi però la Madonna ha
parlato?
GREGORI: Tra
il 1995 e il 1996 ha dato 93 messaggi, di cui due segreti per il nostro vescovo
e un terzo per il Papa, in un ciclo di apparizioni pubbliche a mia figlia e a
me.
CANIATO: Che cosa significa
«apparizioni pubbliche»?
GREGORI: Sono
rivelazioni in cui la Madonna dà un messaggio che desidera sia annunciato a
tutti. Si distinguono dalle rivelazioni private, che possono continuare nel
tempo, ma che sono riservate alla persona o alle persone che ricevono questa
visita celeste.
CANIATO: Avete ancora rivelazioni
private?
GREGORI: La
Madre del Cielo non ci ha fatto mai mancare la sua presenza, in particolare a
mia figlia Jessica.
CANIATO: È vero che tutti i membri
della sua famiglia hanno visto la Vergine?
GREGORI: Sì,
c’è stata occasione che la Madonna è apparsa a tutti negli anni delle
apparizioni pubbliche.
CANIATO: Ma Manuel Maria è nato
dopo, nel dicembre 2002?
GREGORI: Lui ha vissuto immerso nei nostri racconti, ed è testimone delle
essudazioni e di tanti altri segni che per grazia accadono nel profondo delle
persone che fanno pellegrinaggio alla Madonnina, ma nel cuore coltivava un
desiderio fortissimo di vedere anche lui la Mamma del Cielo.
E un giorno di febbraio, nel tempo
dell’anniversario delle lacrimazioni – tornavamo dall’orto -, mentre lo
rincorrevo lui ha girato l’angolo della casa ed è caduto in estasi. L’ho
raggiunto. Lei era lì.
CANIATO: Com’è la Madonna?
GREGORI: È
bellissima. Ed è mamma, con il cuore di una mamma.
CANIATO: Che cosa la colpisce di più
del suo atteggiamento verso di lei e la sua famiglia?
GREGORI: La
discrezione, la delicatezza d’animo, che le fa perfino chiedere scusa,
nell’atto dell’apparire, per il tempo che toglie agli altri: «Fabio», ha detto
proprio così, «ti chiedo scusa per il tempo che tolgo alla tua famiglia».
CANIATO: Qual è il cuore del suo
messaggio?
GREGORI: Il primo messaggio è il nome: la Vergine si è presentata coi titoli di
Madonna delle Rose, Madre e Regina delle famiglie e della Chiesa.
CANIATO: La rosa ha un valore
poetico?
GREGORI: «Rosa
mistica», corpo mistico della Chiesa: la Madonna stessa è la Chiesa e in quanto
Madre di Gesù, è Madre della Chiesa. Lei stessa ha spiegato che la rosa è il
fiore che rappresenta il corpo mistico: il rosso è il colore del sangue versato
da suo Figlio; i petali intorno al nucleo stanno per la comunità cristiana che
si stringe intorno a Gesù, il Verbo incarnato, alla sua Passione e
Risurrezione, per poi aprirsi a 360 gradi e portare l’amore e la parola di Dio
al mondo intero. E il profumo della rosa, ci ha detto, è il profumo di Cristo.
La devozione accosta il profumo di
rosa ad alcuni santi.
Sforzandosi di assomigliare a Gesù, alcuni grandi santi come Padre Pio arrivano
ad averne il profumo. Ma a tutti è chiesto di diventare santi.
CANIATO: E come si fa a diventarlo?
GREGORI: La
Madonna ci chiede di consacrarci a lei e di vivere la nostra vita nella
presenza di Dio. Di accostarci con frequenza ai Sacramenti, in particolare
all’Eucaristia e alla santa Confessione; di meditare il Rosario. Ma ha spiegato
che se impariamo a rivolgere il nostro pensiero a Dio in ogni momento della
giornata, allora il lavoro, il riposo, le amicizie, tutto diventa preghiera. E
nella preghiera, che è dialogo, si cresce nella comunione con il Signore. Ci
chiede di vivere in modo retto, con onestà. Ha detto che ogni buona azione da
noi compiuta vale un’anima strappata a Satana.
CANIATO: Quali messaggi vi ha dato
Maria?
GREGORI: La
Madonna si è rivolta da qui all’umanità intera, alla Chiesa e a quella porzione
di Chiesa che è la famiglia, ponendo questo suo intervento nel solco del
massaggio di Fatima. Ci ha messo in guardia che Satana è potente e vuole
scatenare l’odio, quindi la guerra per distruggere l’umanità. E per raggiungere
questo scopo vuole abbattere la Chiesa di Dio, incominciando dalla piccola
Chiesa domestica che è la famiglia, che è culla della società, e, nel solco
della Famiglia di Nazaret, tanto più della comunità cristiana.
CANIATO: Di che genere di guerra si
parla?
GREGORI: La
minaccia di un conflitto nucleare tra l’Occidente e l’Oriente, la terza guerra
mondiale. E la Madonna ha aggiunto che il demonio avrebbe fatto di tutto per
minare l’unità della famiglia cristiana fondata sul matrimonio e che, senza una
nuova conversione, molti pastori avrebbero tradito la propria vocazione, anche
con grave scandalo, e che la Chiesa avrebbe conosciuto una nuova grande
apostasia, cioè il rinnegamento delle verità cristiane fondamentali riaffermate
nei secoli nella tradizione e nella dottrina.
CANIATO: Perché la famiglia sarebbe
così centrale nel piano di Dio sul mondo?
GREGORI: Gesù
si è incarnato in una famiglia, Dio ha scelto questo luogo, questa forma di
convivenza per venire a noi. Così è stabilito perché, come spiegava san
Giovanni Paolo II, il noi umano costituito da un uomo e una donna aperti alla
vita nella procreazione richiama il Noi divino della Trinità. Il matrimonio
sacramentale, è indissolubile e sacro, perché riproduce la comunione trinitaria
e lo stesso patto di fedeltà indissolubile che Dio ha stabilito con gli uomini.
Per questo il divorzio da un matrimonio valido consapevolmente contratto è
sacrilego.
A Nazaret, un padre, una madre e un
bambino che si è fatto uomo hanno vissuto con sobrietà, in pace e letizia, per
trent’anni. Hanno lavorato duro, hanno goduto dei beni della terra e
dell’amicizia di chi li ha conosciuti, senza volere apparire o dominare sugli
altri, con la sola preoccupazione di vivere bene e a gloria di Dio il
quotidiano. Con questa fedeltà si sono guadagnati il pane e l’amore di tanti,
in rispetto del creato. A Civitavecchia, manifestandosi non a una persona, ma a
un marito e a una moglie con dei figli… il Cielo ha voluto ribadire che la
famiglia è il cuore della società umana e della Chiesa. Attraverso questo segno
chiede a tutte le famiglie lo sforzo di seguire l’esempio della Famiglia di
Gesù.
CANIATO: E perché sarebbe al centro
delle attenzioni di Satana?
GREGORI: Satana,
in odio al Creatore, mira a colpire l’uomo, perché è costituito a immagine di
Dio, e la famiglia, che umanamente riproduce al massimo grado la relazione
d’amore fra il Padre celeste e la creatura. Ciò significa che l’amore che si
alimenta e si dilata in una famiglia riproduce al massimo grado l’amore e la
fedeltà di Dio che sono per sempre. Prova ne è che l’uomo, dotato da Dio di
libertà, intelligenza e di capacità d’amore, è reso fecondo e chiamato, in seno
alla famiglia, a cooperare alla creazione, generando e servendo la vita.
Satana sa bene che la capacità di
amare, la capacità di riconoscere lo sguardo buono di Dio nascono in famiglia:
per questo è proprio lì che colpisce. Le tenebre che oggi avvolgono la
concezione dell’uomo mirano a oscurare la dignità della persona, quindi la
famiglia, dove l’individuo si forma e prende coscienza di sé.
Attorno alla famiglia e alla vita si
svolge la battaglia contro la dignità divina dell’uomo.
Per questo la comunione coniugale
non viene riconosciuta né rispettata nei suoi elementi di uguaglianza della
dignità degli sposi e di necessaria diversità e complementarità sessuale.
La stessa fedeltà coniugale e il
rispetto per la vita in tutte le fasi dell’esistenza sono sovvertiti da una
cultura che non ammette la trascendenza. Come notava Giovanni Paolo II,
«allorché le forze disgreganti del male riescono a separare il matrimonio dalla
sua missione nei confronti della vita umana, attentano all’umanità, privandola
di una delle garanzie essenziali del suo futuro»
CANIATO: Un appello per il Sinodo
sulla Famiglia in corso in Vaticano?
GREGORI: Difendiamo
la famiglia cristiana. Come ha detto anche mons. Kabongo, segretario di san
Giovanni Paolo II, pellegrino qui a Civitavecchia: «Dall’unità della famiglia
dipende il futuro della Chiesa e del mondo».
DI TUTTI I SEGNI TESTIMONE IL
VESCOVO
CANIATO: Perdita di fede, famiglie
distrutte, scandali nella Chiesa, guerra e terrore incombenti… Siamo sicuri che
la Vergine abbia profetizzato tutto ciò già nel ’95?
GREGORI: Tutti
i messaggi sono stati trascritti a mano all’epoca via via che venivano
comunicati; a stretto giro, letti e controfirmati in presenza di testimoni
dall’allora vescovo di Civitavecchia, Gerolamo Grillo. Lo stesso che ha
consentito alla pubblicazione parziale dei messaggi nel volume La Madonna di
Civitavecchia di padre Flavio Ubodi, il suo incaricato presso la nostra
famiglia.
CANIATO: Lo stesso vescovo che
all’inizio non credette alle lacrimazioni?
GREGORI: E
che si ricredette il 15 marzo 1995 quando la Madonnina pianse nelle sue mani,
in presenza di altre persone, mentre stava pregando chiedendo discernimento a
casa sua.
CANIATO: Ma inizialmente si oppose
al punto di chiedere che la Madonnina venisse distrutta. Secondo lei, perché si
mostrò tanto ostile?
GREGORI: Per
le stesse ragioni per cui ancora oggi tanti storcono il naso di fronte a questi
accadimenti prima di venire a verificarli di persona.
CANIATO: Li comprendo: non è facile
accettare per una mente razionalista che due manufatti di gesso piangano sangue
o trasudino un olio profumato.
GREGORI: Per crederci occorre che ti
trovi nell’evidenza del fatto e che, al tempo stesso, apri il cuore e la mente,
considerando, per esempio che questi stessi oggetti non sono «sassi» qualunque
ma raffigurazioni di una persona santa, autentica e viva, qual è la Madonna.
Per arrivare forse a comprendere,
per fare un altro esempio, che se la Madonna ha pianto un sangue maschile, come
definito dalle analisi, ciò che può sembrare al primo approccio il frutto di
una truffa, può riservare, agli occhi della fede, un messaggio spirituale e
rivelatore.
CANIATO: Mi sembra un passaggio
importante da chiarire.
GREGORI: In
un messaggio dato a Civitavecchia si dice che «la Madonna piange il sangue di
suo Figlio». Già così si comprende la profonda partecipazione della Madre alla
via della croce percorsa da Gesù. Su altro fronte, i test effettuati dagli
istituti di Medicina legale dell’università La Sapienza, del Gemelli e dalla
Criminalpol hanno rilevato che il sangue della Madonnina è sì maschile, ma con
forti connaturazioni proprie di un sangue femminile.
E questo fa ricordare che Gesù,
concepito per opera dello Spirito Santo, ha ricevuto le caratteristiche del
sangue come di tutto il suo patrimonio genetico umano unicamente da sua madre
Maria.
Il sangue di Cristo, da un punto di
vista biologico, coinciderebbe dunque con il sangue della Vergine, come a
rimarcare, su un piano fortemente simbolico, che il suo essere venuto al mondo
per salvarci, la sua stessa vita la si deve a Maria, all’accoglienza libera
dell’immenso piano di Dio per la salvezza del mondo da parte di questa piccola
donna della Palestina.
CANIATO: Ciò nonostante, quel sangue
maschile è stato causa di calunnie e sospetti nei confronti suoi e degli altri
maschi di casa. Perché non avete accettato di sottoporvi alla prova del Dna?
GREGORI: Sia
io, a nome anche di mio figlio Davide, sia i miei fratelli ci siamo dimostrati
subito disponibili al test del Dna.
Ma l’avvocato e il vescovo si sono
opposti. La prima perizia sulla Madonnina fu eseguita in assenza mia, dei miei
famigliari e del legale rappresentante, ragione per cui l’avvocato Forestieri
paventava che ci potessero essere state manipolazioni o contaminazioni sui
campioni. Il vescovo invece riteneva che la Magistratura stesse invadendo un
campo non suo; e dal momento che nei messaggi dati a Civitavecchia ce n’è uno
in cui si dice che «la via della verità è la via della Chiesa», decisi di
ascoltare mons. Grillo che mi chiedeva di rinunciare all’esame.
In seguito, si venne a sapere che
nel 1995 si potevano isolare solamente alcuni polimorfismi del Dna, così che il
sangue sulla Madonnina poteva risultare compatibile con quello della stragrande
maggioranza della popolazione.
In altre parole, se io e i miei
famigliari ci fossimo sottoposti al test, qualcuno non ben disposto verso
questi fatti avrebbe potuto facilmente equivocare tra «coincidenza» e
«compatibilità» del sangue. E nel ’96 la Corte Costituzionale sancì la piena
legittimità del nostro agire.
CANIATO: Tuttavia, per diverso
tempo, ha pesato su di voi l’accusa di truffa e di associazione per delinquere.
GREGORI: Benché
le indagini siano state chiuse nel 1995, l’archiviazione è arrivata solamente
il 16 ottobre del 2000. Con un’assoluzione in formula piena, però, che suona
davvero inusuale per uno Stato laico.
Infatti, escludendo manipolazioni
esterne e interne alla statua e sulla base delle deposizioni dei testimoni
oculari (fra l’altro di dieci agenti delle forze dell’ordine che avevano
piantonato la Madonnina dal 2 al 7 febbraio del ’95, testimoniando poi di aver
veduto formarsi e muoversi nuove lacrime, con la statua cementata alla grotta e
irraggiungibile perché protetta da una lastra trasparente…), i giudici hanno
sentenziato di trovarsi di fronte a un fenomeno inspiegabile per la scienza su
cui solo la Chiesa potrà pronunciarsi. La Corte ha anche riconosciuto che la
mia famiglia non ha mai tratto profitto da questi eventi.
CANIATO: Sì, ma su ogni singolo evento fu
chiamato a testimone. Può raccontare?
GREGORI: Mons. Grillo, molto turbato per le lacrime, rimandava di venire a
constatare le essudazioni della seconda statua.
Un giorno mandò da noi le suore
della sua casa e il fenomeno si ripeté. Così si decise a muoversi di persona e,
durante una Via Crucis, volle sostare alla grotta per meditare una stazione.
Proprio in quel momento, non solo la Madonnina, ma la natura intorno iniziò a
essudare e tutti videro il nostro grande liburno «piangere» olio.
Successivamente mons. Grillo
raccolse personalmente la sostanza durante le essudazioni e la fece analizzare
al Gemelli di Roma. Le analisi hanno dimostrato che questo liquido è l’insieme
di una molteplicità di elementi vegetali presenti in natura, ma ovviamente non
nella composizione con cui fuoriesce dalla statua e, in alcune circostanze,
anche dai sassi della grotta e dall’edera e dagli alberi che la circondano.
CANIATO: La notizia fu riportata
anche sul Giornale. Ma rispetto alle apparizioni, come si comportò mons.
Grillo?
GREGORI: Un
giorno, eravamo a settembre 1995, la Madonna chiese a mia figlia di informare
il vescovo sulle apparizioni.
Obbedimmo, ma mons. Grillo cacciò
Jessica con l’accusa di raccontare delle bugie. Quindi rimproverò me e Anna
Maria dicendo che la stavamo condizionando. Ma il giorno successivo Jessica
tornò alla carica: «La Madonna vuole che io parli col Vescovo».
Io ero combattuto – mi sentivo
ferito, arrabbiato perfino, per come eravamo stati trattati – ma poi capitolai
per la risoluzione di mia figlia che all’epoca aveva solo 6 anni e 5 mesi.
Nella dimora del vescovo si ripeté la scena del giorno precedente, ma questi rimase
sconvolto dal congedo di Jessica: «La Madonna mi ha detto che hai un cuore di
pietra». Allora mons. Grillo mise alla prova la Vergine, chiedendole di
rivelare a mia figlia un segreto noto a lui solo.
CANIATO: E come andò a finire?
GREGORI: Che
Jessica gli riferì in seguito a nome della Madonna non uno ma diversi fatti che
riguardavano la sua persona. Mons. Grillo ne rimase talmente sconvolto che fu
preso da un malore, come già era accaduto a seguito della lacrimazione nelle
sue mani.
Ma da quel momento ha creduto anche
alle apparizioni, come ha rivelato nel suo memoriale pubblicato nel 2011, e
chiese udienza a Giovanni Paolo II per riferire ogni cosa.
GIOVANNI PAOLO II E LA «MADONNINA»
CANIATO: Veniamo quindi al rapporto
tra Wojtyla e la Madonnina?
GREGORI: Un
rapporto di fede profondo. Il Papa credette subito al segno delle lacrime.
Volle venerare la Madonnina in Vaticano nella sua cappella privata, le mise la
corona d’oro e le donò il Rosario oggi custoditi nella teca del santuario
accanto alla statua. Esortò mons. Grillo a essere più aperto ai segni del
Cielo: «Voi vescovi italiani», disse, «avete la testa dura».
CANIATO: Poi vi donò la seconda
Madonnina, quella che essuda l’olio, non è così?
GREGORI: Dopo
che la prima statua lacrimò nelle mani del vescovo, la Magistratura italiana ne
dispose il sequestro. Il Papa, ci fu riferito, vide in quel gesto un’ingerenza
in un fatto che riguardava solamente la Chiesa e mandò il suo amico forse più
caro, il cardinale Deskur, a Civitavecchia per presenziare una veglia in
cattedrale.
Deskur si presentò con la copia identica
della Madonnina, che aveva fatto reperire a Medjugog’e dal medesimo artigiano
che aveva realizzato la prima statua. Disse pubblicamente di essere venuto «a
nome del Papa per favorire il culto della Madonna» e, al termine della
funzione, ci donò la statua benedicendola a nome del Pontefice.
CANIATO: È vero che Wojtyla è poi
venuto a Civitavecchia e che il rapporto con voi è durato fino alla morte?
GREGORI: Giovanni
Paolo II ha ricambiato la visita venendo in segreto fino a Pantano a pregare la
Madonnina delle lacrime, che nel frattempo, dal 17 giugno 1995, era stata
ricondotta nella parrocchia di Sant’Agostino, oggi santuario.
Ed è vero che, durante il ricovero
del Papa al Gemelli di fine febbraio 2005, Jessica gli ha fatto recapitare una
lettera molto personale in cui faceva riferimento al suo ministero petrino in
relazione alle apparizioni, accompagnandola con delle foglie della grotta da
cui era essudato l’olio.
CANIATO: E questa missiva ebbe un
seguito?
GREGORI: Ci
fu, tramite il nostro vescovo, una risposta ufficiale della Santa Sede
indirizzata a tutta la famiglia, con il saluto e la benedizione del Papa. La
conserviamo gelosamente insieme con una reliquia del sangue di Giovanni Paolo
II versato nel giorno dell’attentato del 13 maggio 1981.
Tutti questi fatti e i documenti
sono fedelmente riportati nel volume di padre Ubodi, ma l’espressione più
profonda del rapporto tra il Papa e la Madonnina si è avuta l’8 ottobre del
2000, nel giorno del Giubileo dei Vescovi. In quell’occasione il Papa ha fatto
un Atto di Affidamento di tutta la Chiesa alla Madonna in risposta all’Atto di
Consacrazione ripetutamente richiesto nei suoi messaggi, a noi consegnati a
Civitavecchia.
CANIATO: E questo gesto del santo
Papa non è stato sufficiente a cambiare le attuali sorti del mondo?
GREGORI: La
Madonna punta alla conversione autentica dei cuori, di cui ogni singola persona
dispone liberamente. Un atto di affidamento, poi, non ha la stessa forza di una
consacrazione, e a suo tempo la Madonna ha anche avanzato alcune altre
richieste sia al vescovo diocesano sia al Santo Padre, che oggi competono a
mons. Marrucci e a Papa Francesco.
CANIATO: Tali richieste comprendono
il segreto che – si dice – ancora oggi Jessica si aspetta di poter consegnare
direttamente al Papa?
GREGORI: Sì.
CANIATO: È vero che suor Lucia dos
Santos, l’ultima veggente di Fatima, ha avuto un lungo colloquio privato con
sua figlia Jessica?
GREGORI: Sì.
E poi suor Lucia ha partecipato con noi alla Messa celebrata dal nostro
direttore spirituale, padre Manuel Hernandez Jerez, nel monastero di Coimbra.
CANIATO: È vero che il segreto per
il Papa è collegato al segreto di Fatima?
GREGORI: Sì.
CANIATO: Alcuni sostengono che lei
non ama associare i fatti che investono la sua famiglia con quelli di
Medjugorje…
GREGORI: La
mia preoccupazione è che la mariofania di Civitavecchia sia conosciuta in sé
stessa per la sua specificità. Mi spiego. Sia la statua che ha lacrimato
sangue, custodita al santuario, sia la statua che abbiamo in casa che essuda
olio sono state fabbricate a Medjugorje e ne riportano il nome sul basamento.
Il legame è evidente e ne ho profondo rispetto.
Ma in questi vent’anni ho provato
dispiacere nel vedere che molti si sono fermati a sottolineare unicamente la
provenienza delle due immagini, senza approfondire l’iniziativa della Vergine a
Civitavecchia. A me e alla mia famiglia la Madonna ha chiesto di vivere e
testimoniare il messaggio che ha dato qui. E nelle sue apparizioni ella ha
fatto riferimento a Fatima: «Ho scelto Fatima per l’inizio del secolo
ventesimo», ha detto, «Civitavecchia sul suo finire».
MA I MEDIA FANNO SOLO SPETTACOLO
CANIATO: Un’ultima curiosità. Perché
di fronte a un evento tanto grande, ha accettato fino a oggi rarissime
interviste come questa?
GREGORI: Innanzitutto
perché ho rispettato le disposizioni dei vescovi che si sono succeduti dal 1995
a Civitavecchia, dando la mia testimonianza nei tempi e nelle forme in cui me
lo hanno permesso. In secondo luogo perché molte volte sui media prevalgono
altri fattori sulla verità da comunicare.
CANIATO: Può farmi un esempio?
GREGORI: Recentemente
un’importante rete nazionale ha trasmesso uno speciale sulla Madonna di
Civitavecchia. In fase di preparazione il programma ha inviato da noi una
troupe. Ebbene, appena queste persone si sono accostate alla Madonnina che
custodiamo in casa si è verificata una forte e prolungata essudazione della
statua. La giornalista e i cameraman hanno potuto riprendere tutto e si capiva
che sono rimasti felici e turbati insieme. E noi con loro. Ma c’è dell’altro.
Padre Flavio Ubodi ha loro mostrato anche un video molto particolare: si vede
questa stessa statua piangere lacrime umane nei giorni della morte di san Giovanni
Paolo II. Le riprese furono girate a memoria dell’autorità della Chiesa, alla
presenza, fra gli altri, del vescovo della diocesi – lo si sente piangere e
pregare -, del suo segretario, del rettore del santuario.
CANIATO: Uno scoop incredibile.
GREGORI: Non
saprei giudicare. In ogni caso, con stupore della squadra che ci ha fatto
visita, durante la trasmissione questo video è stato utilizzato, ma senza
alcuna spiegazione. Ma non solo: mentre in studio si dibatteva sulla
possibilità o meno che una statua pianga per intervento divino, e un chimico in
camice bianco spruzzava del liquido rosso in faccia a una riproduzione della
Vergine… nessuno ha pensato di mandare in onda le immagini dell’essudazione di
cui gli inviati del programma sono stati diretti e credibili testimoni.
La tv ha esigenze di audience, che
comportano spettacolarizzazione, contrapposizioni fra punti di vista e una
dilatazione esasperata del senso di mistero a beneficio della suspence; e può
arrivare perfino a negare l’evidenza e la realtà. Alla Madonna, invece, preme
unicamente la verità di ogni uomo e la sua sorte.
Riportato da Radio Maria: https://radiomaria.it/la-profezia-di-civitavecchia/?fbclid=IwAR2zjSBWX8AUYRCASzpLxhaKf4q3LBd9fIxrykeRszXceRC1LNqXc_zN1_Y#.YgD9YMb1_t4.facebook
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