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sabato 20 agosto 2022

IPOCRISIA E SEMPLICITÀ

 

IPOCRISIA E SEMPLICITÀ

“Solo nella semplicità dei vostri cuori c’è la vostra salvezza. Io sarò con voi e vi guiderò. Grazie.” (2 settembre 2007).



L’ipocrisia è il peccato meno confessato in assoluto, l’ha detto padre Raniero Cantalamessa. Ma è il peccato più denunciato da  nostro Signore Gesù Cristo. Con l’ipocrisia

        “Quello che è sulla faccia non è quello che c’è nel cuore.

Essa è fare della vita un teatro in cui si recita per un pubblico; è indossare una maschera, cessare di essere persona per diventare personaggio.

Il personaggio non è altro che la corruzione della persona.

La persona è un volto, il personaggio una maschera.

La persona è nudità radicale, il personaggio è tutto abbigliamento.

La persona ama l’autenticità e l’essenzialità, il personaggio vive di finzione e di artifici.

La persona ubbidisce alle proprie convinzioni, il personaggio ubbidisce a un copione.

La persona è, umile e leggera, il personaggio è pesante ed ingombrante.” (P. Raniero Cantalamessa, Prima Predica di quaresima alla Casa Pontificia, 2019).

La virtù che si oppone all’ipocrisia è la semplicità.

«Per San Tommaso la semplicità è il primo degli attributi di Dio.

La Bibbia esprime questa stessa verità in maniera concreta, per mezzo di immagini: ”Dio è luce e in lui non ci sono tenebre” (1 Gv 1, 5). L’assenza di qualsiasi mescolanza è anche uno dei molteplici significati del titolo divino Qadosh, Santo.

[…] La semplicità di Dio è “pura pienezza”; a lui, dice la Scrittura, “nulla può essere aggiunto e nulla tolto” (Sir 42, 21). In quanto è somma pienezza, niente gli può essere aggiunto; in quanto è somma purezza, niente gli deve essere tolto.

In noi le due cose non sono mai unite; l’una contraddice l’altra. La nostra purezza è ottenuta sempre togliendo qualcosa, purificandoci, “togliendo il male dalle nostre azioni” (cf. Is 1, 16)». (P. Raniero Cantalamessa, Prima Predica di quaresima alla Casa Pontificia, 2019).

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Un riflesso della semplicità di Dio si può vedere nella vita della Madonna, che Lei richiama nei messaggi ai suoi Apostoli:

 

“Cari figli! La mia vita terrena era semplice. Amavo e gioivo per le piccole cose.” (18 marzo 2018).

 C’è chi si scandalizza, scambiando la semplicità presente nei messaggi con la banalità. Ma è proprio questo lo stigma, il marchio, della loro veridicità. Se fossero pomposi ci sarebbe da preoccuparsi. Una madre che parla ai figli deve per forza essere semplice:

 “Cari figli, io vi parlo come Madre: con parole semplici, ma colme di tanto amore e sollecitudine per i miei figli, che per mezzo di mio Figlio sono affidati a me.” (2 ottobre 2017).

Cari figli, le mie parole sono semplici, ma colme di amore materno e preoccupazione.” (2 settembre 2018).

 Questa vita semplice, questo modo di essere semplici senza complicazioni, vuole la Madonna per i suoi figli, perché vuole anche la loro felicità.

Infatti, c’è un messaggio dei primi tempi in cui questo concetto è ribadito con chiarezza:

  “Se volete essere felici, fatevi una vita semplice ed umile. Pregate molto e non vi preoccupate troppo dei vostri problemi: lasciateli risolvere a Dio e abbandonatevi a Lui!” (4 gennaio 1982).

E nel 1996:

“Ognuno di voi diventerà, nella semplicità, simile ad un bambino che è aperto all'amore del Padre.” (25 luglio 1996).

E in un messaggio ai suoi Apostoli:

“Io con il mio amore vi insegnerò la semplicità della vita e la ricchezza della Misericordia e vi guiderò a mio Figlio.” (2 maggio 2008). 

Ma, come faceva notare padre Raniero Cantalamessa, noi possiamo tendere alla semplicità solo togliendo, solo attraverso un processo di purificazione. Per questo motivo, quando la Madonna lascia gli inviti alla semplicità ai suoi Apostoli, spesso vi accosta termini che richiamano la purificazione.

Datemi i vostri cuori semplici, purificati con il digiuno e la preghiera. Solo nella semplicità dei vostri cuori c’è la vostra salvezza. Io sarò con voi e vi guiderò. Grazie.” (2 settembre 2007).

E in un altro messaggio:

“[…] figli miei, dovete essere poveri in spirito e pieni d’amore e di misericordia. Dovete avere cuori puri e semplici, ed essere sempre pronti a servire. Figli miei, ascoltatemi! Io dico tutto questo per la vostra salvezza.” (18 marzo 2016). 

Come si  vede, qui a “poveri di spirito” corrispondono “cuori puri e semplici”; e a “pieni d’amore e di misericordia”, l’“essere sempre pronti a servire”.

Allo stesso modo i “cuori puri e semplici” corrispondono ai “cuori puri e umili”.

In questi messaggi si rincorrono i richiami alla semplicità, alla purezza, alla povertà di spirito, alla piccolezza. Non c’è nessun invito a rendersi la vita complicata, ma semmai a semplificarsi la vita.

Anche l’approccio al Vangelo e alla Verità per gli Apostoli deve essere semplice: “Non perdete tempo pensando troppo; vi allontanereste dalla Verità. Accogliete la sua Parola con cuore semplice e vivetela.” (2 agosto 2015).

Ma di questo aveva già parlato alcuni mesi prima, nel messaggio del 2 gennaio 2015 quando aveva  affrontato il discorso della “conoscenza della Verità”, e messo in guardia dalle “false verità”; allora aveva dato un suggerimento curioso riguardo all’ “unica Verità che ha lasciato mio Figlio”: “Non avete bisogno di esaminarla molto”.

E come mai? Perché le elucubrazioni e gli esercizi virtuosi di certi ragionamenti, puramente intellettuali e rivestiti di scientificità, rischiano di portare fuori strada, e di essere piuttosto un’espressione dell’orgoglio e della vanagloria umana, delle quali è bravo ad approfittare Satana. Per questo la Madonna in questi messaggi insiste molto sull’umiltà e sulla semplicità. Sembra riecheggiare la scelta di san Francesco del vangelo “sine glossa”:

“Vi vengono offerte molte false verità. Le supererete con un cuore purificato dal digiuno, dalla preghiera, dalla penitenza e dal Vangelo. Questa è l’unica Verità ed è quella che mio Figlio vi ha lasciato. Non avete bisogno di esaminarla molto: vi è chiesto di amare e di dare, come ho fatto anch’io. […]”  (2 gennaio 2015).

 

Franco Sofia


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