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sabato 16 aprile 2022

“I VOSTRI DOLORI DIVERRANNO LUCE E GLORIA”

 




“I VOSTRI DOLORI DIVERRANNO LUCE E GLORIA”      

(2 settembre 2017).

 

Nei messaggi ai suoi Apostoli la Madonna, a scanso di equivoci, si riferisce proprio ai dolori, spesso citando insieme sofferenze e dolori.   

 

Dolori e sofferenze fanno parte della vita di ogni persona, e quindi di ogni Apostolo della Regina della Pace, per chi più e per chi meno: “Ogni essere umano, in maggior o minor misura, ne farà esperienza.” (2 settembre 2017). Il disegno della Gospa è condurre i suoi Apostoli a trasformare il dolore in preghiera e in offerta al Padre per coloro che non conoscono il suo Amore; e a sfruttarlo fino a farlo diventare strumento privilegiato per giungere al Trionfo del suo Cuore Immacolato e per la definitiva sconfitta del Male:

figli miei, pregate per conoscere la Verità, per avere una fede salda, che guidi i vostri cuori e sappia trasformare le vostre sofferenze e i vostri dolori in amore e speranza.” (2 febbraio 2016).

 

Da questo punto di vista il dolore è addirittura la “preghiera più grande[1]:

Il dolore eleva ed è la preghiera più grande. Mio figlio ama in modo particolare coloro che patiscono dolori.” (2 aprile 2016)
.

 

Gli Apostoli, che soffrono e offrono i loro dolori e le loro sofferenze al Signore per coloro che non conoscono l’Amore di Dio, entrano anche con pieno diritto nella schiera dei giusti. Entrano cioè tra coloro che fanno pendere la bilancia dalla parte del Bene, permettendogli di prendere il sopravvento sul Male. Sono inoltre tra i primi che hanno il diritto di godere a pieno del trionfo del Cuore Immacolato di Maria:

“Mio Figlio mi ha promesso che il male non vincerà mai, perché qui ci siete voi, anime dei giusti: voi, che cercate di dire le vostre preghiere col cuore; voi, che offrite i vostri dolori e sofferenze a mio Figlio; voi, che comprendete che la vita è soltanto un battito di ciglia; voi, che anelate al Regno dei Cieli.” (2 novembre 2014). 

 

Nel suo insegnamento la Gospa si sforza di farci comprendere che c’è un disegno dietro tutto ciò che ci accade. Sta a noi non sprecare nulla, né il dolore e né la gioia, né la sofferenza e né l’amore: “nulla è casuale” (2 settembre 2016), “sono tutte grazie che mio Figlio vi dona” e che vanno fatte fruttificare con “l’amore e «la preghiera in Lui»”.

“Amare e pregare in Lui vuol dire — come Madre voglio insegnarvelo — pregare nel silenzio della propria anima, e non soltanto recitare con le labbra. Lo è anche il più piccolo bel gesto compiuto nel nome di mio Figlio; lo è la pazienza, la misericordia, l’accettazione del dolore ed il sacrificio fatto per gli altri.” (2 settembre 2016).

 

Negli ultimi anni della sua azione nei confronti dei suoi Apostoli, dunque, la Madonna ha insistito sull’importanza del dolore fisico, proprio quello che la nostra società odierna, al contrario, tende a sfuggire in tutti i modi.

 

Nella formazione dei suoi Apostoli, la Gospa ha dedicato perfino alcuni messaggi quasi esclusivamente al dolore. Ripetiamo, dolore fisico. E perché questo concetto ci fosse chiaro la Madonna, ha utilizzato una espressione inequivocabile. Riferendosi al dolore redentivo di Gesù ha parlato di “doloroso sacrificio” (2 marzo 2018). E poi più volte ha legato il dolore alla redenzione. È nel messaggio del 2 settembre 2017, che io definirei il poema del dolore, che Lei si è soffermata sul dolore come non ha fatto finora in nessun altro messaggio, invitando i suoi Apostoli all’accettazione e alla sopportazione: “per mezzo dell’Amore di Dio, dovete accettare il dolore e sopportarlo”. Fino a mostrarci ciò a cui i nostri occhi e la nostra mente non possono arrivare da soli:

“Mio Figlio ha portato il dolore perché ha preso su di sé i vostri peccati. Perciò voi, figli miei, Apostoli del mio amore, voi che soffrite: sappiate che i vostri dolori diverranno luce e gloria. Figli miei, mentre patite un dolore, mentre soffrite, il Cielo entra in voi, e voi date a tutti attorno a voi un po’ di Cielo e molta speranza”.[2]

            In questo messaggio la Regina della Pace mostra ai suoi Apostoli in che modo Lei stessa ha affrontato il dolore, in condivisione con quello del Figlio, come parte del progetto della redenzione degli uomini:

"Cari figli, chi potrebbe parlarvi meglio di me dell’amore e del dolore di mio Figlio? Ho vissuto con lui, ho patito con lui. Vivendo la vita terrena, ho provato il dolore, perché ero una madre. Mio Figlio amava i progetti e le opere del Padre Celeste, il vero Dio; e, come mi diceva, era venuto per redimervi. Io nascondevo il mio dolore per mezzo dell’amore. Invece voi, figli miei, voi avete diverse domande: non comprendete il dolore, non comprendete che, per mezzo dell’Amore di Dio, dovete accettare il dolore e sopportarlo…”

Per inciso, è l’amore che permette di superare qualsiasi forma di masochismo. Non l‘amore semplicemente umano, ma l’Amore di Dio. A questo proposito, e a scanso di equivoci, si ben chiaro che la Madonna non si sostituisce ai medici, i quali possono e debbono aiutare le persone a superare, anche attraverso antidolorifici, i loro dolori. Lo stesso Apostolo della Regina della Pace accetterà i suoi limiti nell’accettazione del dolore. Questo significa però che più grande è l’unione con ‘Amore di Dio, più si rimane disponibili ad accettare il dolore, come è successo nella vita di tanti santi.

 

Nel messaggio del 2 marzo 2018 spiega come sopportare il dolore e sublimarlo, vivendolo col Padre mediante la fede: “Il dolore vissuto ed offerto a Dio, eleva”. “La fede aiuta nel dolore, mentre il dolore senza fede porta alla disperazione”. E anche con la Madre. Poiché il dolore vissuto in questo modo ci assimila al dolore redentivo di Gesù:

“Mio Figlio non ha forse redento il mondo per mezzo del suo doloroso sacrificio? Io, come sua Madre, nel dolore e nella sofferenza sono stata con lui, come sono con tutti voi. Figli miei, sono con voi nella vita: nel dolore e nella sofferenza, nella gioia e nell’amore. Perciò abbiate speranza”.

 

Nel messaggio successivo torna ad accostare dolore e fede:

“Cari figli! La mia vita terrena era semplice. Amavo e gioivo per le piccole cose. Amavo la vita, dono di Dio, anche se dolori e sofferenze trafiggevano il mio cuore. Figli miei, avevo la forza della fede e una fiducia immensa nell'Amore di Dio. Tutti coloro che hanno la forza della fede sono più forti. La fede ti fa vivere secondo il bene, e la luce dell'Amore di Dio arriva allora sempre nel momento desiderato. Questa è la forza che sostiene nel dolore e nella sofferenza. Figli miei, pregate per avere la forza della fede, confidate nel Padre Celeste e non abbiate paura.” (18 marzo 2018).

 

Franco Sofia

(Cfr. Franco Sofia, Medjugorje. Apostoli della Regina della Pace. Ultima chiamata, Ed. MIMEP, 2020. Capitolo Nono)


[1] Nel periodo in cui la Gospa ha affrontato il tema del dolore e della sofferenza, Ella arriva ad affermare: “Pregare significa amare, dare, patire ed offrire. Invito voi, figli miei, ad essere Apostoli della preghiera e dell’amore.” (2 novembre 2016). Nei messaggi dolore e sofferenza tante volte vengono assimilati dalla preghiera. Per questo si veda il paragrafo “La preghiera” del Capitolo Ottavo di Franco Sofia, Medjugorje. Apostoli della Regina della Pace. Ultima chiamata, Ed. MIMEP, 2020.

[2] “I nostri lamenti e gemiti attuali stanno creando in noi una maggiore capacità di gioia per l'avvenire. Il Nostro Beato Signore, per rappresentare questo cambiamento della Croce in Gloria, e della sofferenza in gioia, paragona la vita a una madre che mette al mondo un bambino. Il travaglio della mortificazione è il precursore della resurrezione e della gioia.

Notate come il dolore nasce dalla stessa radice della gioia. Le due cose non si scontrano l'una contro l'altra, ma si fondono l'una nell'altra. Le nostre gioie più pure e nobili sono dolori trasformati.

Il dolore di un cuore contrito diventa la gioia del figlio perdonato. Ogni colpo dell'aratro, e ogni oscuro giorno d'inverno, sono rappresentati negli ampi campi che ondeggiano di grano dorato. Nella sofferenza, Cristo ti prende nelle Sue Mani, come un povero, opaco blocco di marmo, ma con il Suo scalpello Egli modella in te il Suo scopo.

(Beato Fulton J. Sheen, da "Ispirazioni quaresimali e pasquali")

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IL DOLORE DI MARIA - “MENTRE SOFFRITE, IL CIELO ENTRA INVOI”  (III PARTE)

IL DOLORE DI MARIA -  “IVOSTRI DOLORI DIVERRANNO LUCE E GLORIA”      (IV PARTE)




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