LA CONSACRAZIONE
PREPARA IL TERRENO A UNA NUOVA PERESTROJKA
Anche san Giovanni Paolo II aveva
consacrato sia l’Ucraina che la Russia.
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Fatta la Consacrazione della Russia e dell’Ucraina al
Cuore Immacolato di Maria, tutti aspettavano per il giorno dopo la fine della
guerra e nuovi cambiamenti in Russia. Ma il Signore ha i suoi tempi, che non
sono i nostri, e noi non dobbiamo dubitare che Lui abbia accettato questa
consacrazione.
È stato così anche nel passato.
A marzo del 1984 (il 25 marzo 1984) Giovanni Paolo II
consacra il mondo e in particolare la Russia al Cuore Immacolato di Maria, e a
marzo dell’anno seguente diventa Segretario generale del Partito Comunista dell’Unione
Sovietica (PCUS) Gorbaciov: da quel momento ha inizio la “perestrojka” che
portò alla dissoluzione dell’impero sovietico senza spargimento di sangue.
Più volte e da più parti sono state sottolineate le
strane coincidenze collegate con questa dissoluzione.
Le richiamiamo qui brevemente:
1984 - Giovanni Paolo II credette al messaggio di Fatima, e il 25 marzo 1984
consacrò pubblicamente la Russia, anche se non ne pronunziò il nome, e senza la
collegialità richiesta dalla Madonna (la consacrazione doveva essere fatta
insieme a tutti i vescovi del mondo).
Nota Bene: tra il 1983 e il 1984 il mondo rischiò una guerra atomica: era la
famosa crisi degli euromissili. Il Cremlino allora aveva preso sul serio
l’opzione atomica. Ma due mesi dopo la consacrazione fatta dal papa avvenne un
incidente che mise fuori uso l’apparato missilistico sovietico che controllava
l’Atlantico: l’esplosione dell’arsenale missilistico di Severomorsk, nel mare
del Nord. Ebbene, questa esplosione avvenne il 13 maggio 1984, anniversario
delle apparizioni di Fatima.
1985 - L’anno successivo ebbe inizio la perestroika con l’arrivo di Gorbaciov
al potere.
1987 Anno Santo mariano
straordinario
Nel 1987 il papa Giovanni Paolo II indisse un anno santo mariano.
L’8 dicembre 1987, festa dell’Immacolata Concezione, Gorbaciov firma
con gli Stati Uniti il primo trattato di non proliferazione nucleare.[1]
1988 - Si conclude l’Anno Santo Mariano, e in occasione del millennio della
conversione della Russia al cristianesimo, Giovanni Paolo II consacrò di nuovo
la Russia, stavolta in modo esplicito, al Cuore Immacolato di Maria.
1989 Caduta del muro di Berlino.
Nel giro di poco tempo avviene il crollo dell’Unione Sovietica, e il
disfacimento dell’impero comunista, senza spargimento di sangue.
1991 - Il 25 agosto del 1991 a Medjugorje Maria chiese una novena per
realizzare ciò che aveva annunciato a Fatima: «Il mio piano di pace ha cominciato a realizzarsi. Preghiamo perché
quello che ho cominciato sia realizzato completamente».
Così fu: l’8 dicembre del 1991 Solennità dell’Immacolata Concezione scompare definitivamente l’URSS che diventa
CSI (Comunità degli Stati Indipendenti) con la firma dell'Accordo di Belaveža.
Il 25 dicembre 1991, giorno di Natale, veniva definitivamente
ammainata la bandiera comunista dal Cremlino.
Giovanni Paolo II aveva consacrato anche lui sia l’Ucraina
che la Russia, durante l’Anno Mariano indetto nel 1987, settantesimo
anniversario delle apparizioni di Fatima.
Anche se l’Anno Mariano (1987 - 1988) venne indetto da
san Giovanni Paolo II, come lui stesso afferma all’inizio dell’enciclica «Redemptoris
Mater», in vista del Millennio della nascita di Gesù, tuttavia conteneva una
motivazione nemmeno tanto nascosta, far
coincidere quell’anno col Millennio della conversione della Russia al
cristianesimo, come il papa stesso spiegò nella Lettera Apostolica «Euntes in
mundum», con la quale ricordava questo evento all’inizio del 1988 (25 gennaio):
“Una speciale
espressione della nostra unione e partecipazione al Millennio del Battesimo
della Rus', come anche dell'ardente desiderio di arrivare alla piena
e perfetta comunione con le Chiese sorelle orientali, è costituita dalla
proclamazione stessa dell'anno mariano, come è esplicitamente detto
nell'enciclica «Redemptoris Mater»: «Anche se ancora sperimentiamo i
dolorosi effetti della separazione, avvenuta più tardi . . ., possiamo dire che
davanti alla Madre di Cristo ci sentiamo veri fratelli e sorelle nell'ambito di
quel popolo messianico, chiamato ad essere un'unica famiglia di Dio sulla
terra» («Redemptoris Mater», 50).” (Lettera Apostolica «Euntes
in mundum» del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II per il Millennio del “Battesimo"
della Rus' di Kiev).
La vigilia della Pentecoste del 1987 (6 giugno), primo
sabato del mese, nella solenne veglia con cui dava inizio alle celebrazioni
dell’Anno Santo Mariano, il Papa recitò la preghiera da lui stesso scritta per
tutto l’Anno Mariano, in cui c’era l’affidamento dei popoli che avrebbero
festeggiato il millennio della conversione della Russia:
“A
te, Madre dei cristiani,
affidiamo
in modo speciale
i
popoli che celebrano,
nel
corso di quest’Anno Mariano,
il
sesto centenario o il millennio
della
loro adesione al Vangelo.
La
loro lunga storia
è
segnata profondamente
dalla
devozione verso di te.
Volgi
ad essi il tuo sguardo amorevole;
da’
forza a quanti soffrono per la fede”.
(Preghiera
del Santo Padre Giovanni Paolo II per l’Anno Mariano, Basilica di Santa Maria
Maggiore - Sabato, 6 giugno 1987, n. 3).
È
questa la consacrazione o affidamento che, come nella consacrazione effettuata
da papa Francesco, comprendeva anche allora i popoli dell’Ucraina, della Russia
e della Bielorussia. Il popolo che avrebbe dovuto, che anzi stava festeggiando
già il sesto centenario di adesione al Vangelo, era la Lituania (1387 – 1987). Se
queste nazioni non sono menzionate esplicitamente in questa preghiera, lo erano
già invece nella Lettera Enciclica «Redemptoris Mater» uscita il 25 marzo
precedente, e successivamente nella Lettera Apostolica «Euntes in mundum» del
25 gennaio 1988.
L’anno
successivo, 1989, abbiamo assistito al crollo del muro di Berlino.
Dico
questo perché sono convinto che dobbiamo attenderci una nuova “perestrojka”.
"Non temere, Sion, non lasciarti cadere
le braccia!
Il
Signore, tuo Dio, in mezzo a te
è
un salvatore potente.
Gioirà
per te,
ti
rinnoverà con il suo amore,
esulterà
per te con grida di gioia". (Sof 3, 16-17).
Allo
stesso modo tanti si aspettavano che passati i biblici 40 anni di apparizioni a
Medjugorje, subito sarebbero iniziati i segreti.
Ma
siamo sicuri che non siamo entrati nel tempo dei segreti?
A
detta dei veggenti di Medjugorje da tempo siamo già entrati nell’area dei segreti.
(continua)
Franco
Sofia
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