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mercoledì 11 maggio 2022

Fatima - Nel Segreto sono indicate realtà del futuro della Chiesa

 

Il messaggio e la profezia di Fatima

Nel Segreto sono indicate realtà del futuro della Chiesa

(Terza Parte)

di Saverio Gaeta 

 


Il 26 giugno 2000, parlando a braccio nel “botta e risposta” con i giornalisti dopo la divulgazione della terza parte del Segreto, l’allora cardinale Ratzinger precisò che «non è intenzione della Chiesa imporre una interpretazione: non esiste una definizione, o interpretazione ufficiale, della Chiesa di tale visione». Ma subito dopo si è registrata questa inequivocabile risposta: «Si può affermare che questo messaggio concerne solo il passato? Che la visione è ormai compiuta e che non c’è pericolo per il futuro? Penso di sì. Qui si tratta di una storia molto specifica di persecuzione, di violenza, di distruzione delle città e dell’essere umano. Penso che questo mondo delle distruzioni, delle violenze e delle guerre – culminante finalmente nell’attentato al Papa attuale – è il contenuto concreto di questa visione, che non indica il percorso della storia futura».

 

Divenuto Papa Benedetto XVI, è sembrato compiere un vistoso cambio di rotta durante il pellegrinaggio del maggio 2010 a Fatima. Nell’incontro con i giornalisti durante il volo, aveva precisato che nel Segreto «oltre questa grande visione della sofferenza del Papa, che possiamo in prima istanza riferire a Papa Giovanni Paolo II, sono indicate realtà del futuro della Chiesa che man mano si sviluppano e si mostrano». E un’accentuazione particolare l’aveva riservata alla questione della fede che «in ampie regioni della terra, rischia di spegnersi come una fiamma che non viene più alimentata». Nella Messa del 13 maggio sul sagrato del santuario, si lasciò poi andare a parole difficilmente prevedibili: «Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa».

 

 

Diamo allora uno sguardo al contenuto della profezia di Fatima, quel Segreto diviso in tre parti che venne rivelato da Nostra Signora ai pastorelli nell’apparizione del 13 luglio 1917. Le prime due parti furono redatte da Lucia dapprima nella Terza memoria, fra il 26 luglio e il 31 agosto 1941, e successivamente nella Quarta memoria, fra il 7 ottobre e l’8 dicembre del medesimo anno: entrambi i testi vennero consegnati a monsignor José Alves Correia da Silva, vescovo di Leiria, immediatamente dopo la stesura.

A rendere per primo noti questi documenti fu padre Luis Gonzaga da Fonseca, nella quarta edizione del suo Le meraviglie di Fatima pubblicata ad aprile del 1942. Ma il testo venne ritoccato in due punti essenziali, relativi alla Russia e alla sua consacrazione, per motivi legati alla situazione politica e alla guerra in corso. La versione originale comunque fu reintegrata il successivo 13 ottobre, quando in Portogallo uscì la terza edizione della biografia Jacinta. Il fiore di Fatima del canonico José Galamba de Oliveira, con la prefazione del patriarca di Lisbona, il cardinale Manuel Gonçalves Cerejeira.

 

Questa è la traduzione ufficiale del Vaticano, tenendo conto che nella stesura di Lucia non c’è una distinzione netta fra la prima e la seconda parte: «La Madonna ci mostrò un grande mare di fuoco, che sembrava stare sotto terra. Immersi in quel fuoco, i demoni e le anime, come se fossero braci trasparenti e nere o bronzee, con forma umana che fluttuavano nell’incendio, portate dalle fiamme che uscivano da loro stesse insieme a nuvole di fumo, cadendo da tutte le parti simili al cadere delle scintille nei grandi incendi, senza peso né equilibrio, tra grida e gemiti di dolore e disperazione che mettevano orrore e facevano tremare dalla paura. I demoni si riconoscevano dalle forme orribili e ributtanti di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti e neri. Questa visione durò un momento. E grazie alla nostra buona Madre del Cielo, che prima ci aveva prevenuti con la promessa di portarci in Cielo (nella prima apparizione), altrimenti credo che saremmo morti di spavento e di terrore. In seguito, alzammo gli occhi alla Madonna, che ci disse con bontà e tristezza: “Avete visto l’inferno dove cadono le anime dei poveri peccatori”».

 

A questo punto la Vergine dettagliò il piano divino: «Per salvarle, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. Se faranno quel che vi dirò, molte anime si salveranno e avranno pace. La guerra sta per finire; ma se non smetteranno di offendere Dio, durante il pontificato di Pio XI ne comincerà un’altra ancora peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segno che Dio vi dà che sta per castigare il mondo per i suoi crimini, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre. Per impedirla, verrò a chiedere la consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se accetteranno le mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace; se no, spargerà i suoi errori per il mondo, promovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte. Finalmente, il mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un periodo di pace». Nella Quarta memoria, subito dopo questa frase, Lucia proseguì con un’ulteriore citazione della Vergine: «In Portogallo, si conserverà sempre il dogma della fede; ecc. Questo non ditelo a nessuno. A Francisco, sì, potete dirlo».

 

Il timore che Lucia potesse morire senza aver comunicato la terza parte del Segreto spinse sul finire del 1943 il vescovo Correia da Silva a chiederle per obbedienza di mettere tutto per iscritto. Quando le forze glielo permisero, provò a eseguire l’ordine per ben cinque volte, fra novembre e dicembre, senza risultati. Soltanto il 3 gennaio 1944 avvenne la risolutiva svolta, con la stesura del testo dopo aver ricevuto un’ulteriore apparizione della Vergine.

 

In quel momento Lucia ebbe una nuova visione interiore: «Sentii lo spirito inondato da un mistero di luce che è Dio e in Lui vidi e udii: - la punta della lancia come una fiamma che si allunga fino a toccare l’asse terrestre; - e questa sussulta: montagne, città, paesi e villaggi con i loro abitanti vengono sepolti; - il mare, i fiumi e le nubi escono dagli argini, debordano, inondano e trascinano con sé in un vortice un numero incalcolabile di case e persone: è la purificazione del mondo dal peccato in cui si è immerso; - l’odio, l’ambizione provocano la guerra distruttrice!; - quindi nel palpito accelerato del cuore e nel mio spirito udii risuonare una voce soave che diceva: “Nel tempo, una sola fede, un solo battesimo, una sola Chiesa, santa, cattolica, apostolica. Nell’eternità, il Cielo!”».

 

Questa è la traduzione ufficiale vaticana dall’originale portoghese: «Dopo le due parti che già ho esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui (si ritiene più plausibile che la Madonna stenda la mano non contro l’Angelo bensì contro le fiamme): l’Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: “Penitenza, Penitenza, Penitenza!”. E vedemmo in una luce immensa che è Dio: “qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti” un Vescovo vestito di Bianco “abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre”. Vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi [di arma da fuoco] e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c’erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio».

 

Comunque, alla fine di questo percorso, dobbiamo essenzialmente fare nostre le concrete sollecitazioni della Vergine. Come chiediamo nel canto Santa Maria del cammino: «Vieni Maria quaggiù». Lei ci ascolta e viene realmente: prendiamola sul serio!

 

Saverio Gaeta

 

Assisi, 07 maggio 2022, XVI Convegno di "Medjugorje Misericordia"

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