Il
messaggio e la profezia di Fatima
Segni
dei tempi e “Dio-incidenze”
(Seconda Parte)
Che il
messaggio di Fatima sia «un appello urgente alla preghiera, soprattutto alla
recita meditata del Rosario e alla pratica della comunione riparatrice» è
stata la valutazione anche del claretiano Joaquin María Alonso, che dal 1967
lavorò per vent’anni sulle fonti documentali delle apparizioni e che perciò è
ritenuto il maggior esperto di Fatima: «La devozione al Cuore di Maria non era
certamente nuova nella Chiesa. Tuttavia, il messaggio di Fatima le ha dato un
interesse e una vita che prima non aveva, sotto due aspetti: per il carattere
escatologico del mistero del Cuore di Maria per la Chiesa e per il mondo; e per
le pratiche riparatrici e consacratorie che esso ha suscitato».
Per questi
motivi la richiesta di Nostra Signora di consacrarle la Russia è
indubbiamente uno dei fulcri attorno cui ha ruotato l’attenzione di tutti i
Pontefici che si sono susseguiti a partire dal 13 giugno 1929, quando suor
Lucia ebbe a Tuy l’apparizione della Vergine che portava a compimento il preannuncio
fatto il 13 luglio 1917: «Verrò a chiedere la consacrazione della Russia al mio
Cuore Immacolato». La Madonna di Fatima le disse infatti: «È
arrivato il momento in cui Dio chiede che il Santo Padre faccia, in unione con
tutti i vescovi del mondo, la consacrazione della Russia al mio Cuore
Immacolato, promettendo di salvarla con questo mezzo».
È un lungo
elenco, quello degli atti di consacrazione e di affidamento che i Papi hanno
compiuto: Pio XII il 7 luglio 1952 nella lettera apostolica Sacro vergente anno; Paolo VI il 21
novembre 1964 a conclusione della terza sessione del concilio Vaticano II;
Giovanni Paolo II il 7 giugno 1981 con un messaggio
registrato fatto ascoltare nella basilica di Santa Maria Maggiore, il 13 maggio
1982 durante il pellegrinaggio a Fatima, il 25 marzo 1984 in San Pietro al
termine del Giubileo delle famiglie, il 13 maggio 1991 durante un nuovo
pellegrinaggio a Fatima, l’8 ottobre 2000 in San Pietro nel corso del grande
Giubileo; Francesco il 13 ottobre 2013 in occasione della Giornata
mariana a San Pietro e, finalmente, il 25 marzo scorso, quando per la prima
volta è stato dato pieno adempimento alle tre condizioni indicate da suor
Lucia.
Dobbiamo
essere chiari, fino in fondo: non c’è alcun meccanicismo nelle vicende
soprannaturali, ossia non c’è una dinamica
di causa-effetto, cosicché, se io faccio qualcosa, immediatamente dopo succede
qualcos’altro. Nel contempo, la perentoria
affermazione «Fatima è senza dubbio la più profetica delle apparizioni moderne»,
pronunciata nella conferenza stampa del 2000 per la presentazione del terzo
Segreto, ha segnato indelebilmente la consapevolezza della comunità ecclesiale
riguardo a un evento che da più di un secolo accompagna la storia dell’umanità.
Incredibilmente,
invece, il mondo dei “sapienti” non sembra essersene accorto,
almeno a giudicare dai più autorevoli repertori di storia degli ultimi decenni,
dalla Storia d’Europa Einaudi (1996)
all’Atlante storico Garzanti (2012),
dalla Cronologia universale Vallardi
(1994) a quelle Utet (2002) e Rizzoli (2013). Per quanto possa sembrare
assurdo, fra decine di migliaia di citazioni di eventi di ogni genere (molti
dei quali davvero bizzarri o assolutamente inconsistenti), sprecare un paio di
righe per le apparizioni di Nostra Signora di Fatima non è stato ritenuto
opportuno.
Di fatto, la sfida di Fatima è stata colta in
particolare dalle persone comuni, che hanno intravisto negli interventi soprannaturali
l’attivo coinvolgimento del Cielo nelle faticose vicende umane e hanno
riconosciuto nelle manifestazioni della Madonna la tenerezza di una mano
materna che cerca di salvaguardare la Terra dall’autodistruzione. Perciò è
essenziale comprendere che il Segreto di Fatima non è una profezia che
intende incutere paura, bensì un avvertimento che illumina ciò che gli
uomini potrebbero compiere continuando a camminare sulla strada del male.
Lo
sintetizzò perfettamente san Giovanni Paolo II: «Osservando i segni dei tempi
in questo XX secolo, quello di Fatima appare come uno dei più grandi,
anche perché annuncia nel suo messaggio molti dei segni successivi e invita a
vivere i loro appelli. Segni come le due guerre mondiali, ma anche grandi
assemblee di nazioni e di popoli sotto il segno del dialogo e della pace;
l’oppressione e le agitazioni vissute da diversi Paesi e popoli, ma anche la voce
e le opportunità date a popolazioni e a genti che nel frattempo si levarono
nell’arena internazionale; le crisi, le diserzioni e le tante sofferenze dei
membri della Chiesa, ma anche un rinnovato e intenso senso di solidarietà e di
reciproca dipendenza nel Corpo mistico di Cristo».
Lo
scrittore Anatole France diceva che il caso è «lo pseudonimo di Dio quando non
vuol firmare per esteso». Dunque, sarà “un caso”, ma proprio
il 13 ottobre 2016, 99° anniversario del miracolo del sole a Fatima, l’allora presidente
degli Stati Uniti Barack Obama firmò uno dei suoi ultimi ordini esecutivi, per
«preparare gli Stati Uniti e motivare governi di altre nazioni, per creare
comunità che siano più resistenti agli effetti sull’ambiente derivanti dalle
tempeste magnetiche solari». Uno degli eventi che gli studiosi associano alle
profezie di Fatima.
Ma
questa data simbolica non è che una delle tante, come qualcuno le definisce,
“Dio-incidenze”: dall’esplosione del 13 maggio
1984 a Severomorsk (un mese e mezzo dopo la consacrazione al Cuore Immacolato
di Maria fatta da Giovanni Paolo II), nella quale vennero distrutti due terzi
degli armamenti della flotta sovietica, agli incendi del maggio 1988 (a metà
dell’Anno mariano 1987-88), quando due fabbriche di combustibili per missili,
una statunitense in Nevada e l’altra sovietica in Ucraina, furono rase al
suolo; dallo smembramento dell’Unione Sovietica (l’8 dicembre 1991)
all’ammainabandiera sul Cremlino (il successivo 25 dicembre), in due date che
soltanto per la Chiesa cattolica sono la festa dell’Immacolata Concezione e il
Natale, mentre quella ortodossa russa non festeggia l’Immacolata e celebra il
Natale il 7 gennaio, secondo il calendario giuliano.
Saverio Gaeta
Assisi, 07
maggio 2022, XVI Convegno di "Medjugorje Misericordia"
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