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martedì 10 maggio 2022

Il messaggio e la profezia di Fatima - Segni dei tempi e “Dio-incidenze”

 

Il messaggio e la profezia di Fatima

Segni dei tempi e “Dio-incidenze”

(Seconda Parte)

 di Saverio Gaeta

 



Che il messaggio di Fatima sia «un appello urgente alla preghiera, soprattutto alla recita meditata del Rosario e alla pratica della comunione riparatrice» è stata la valutazione anche del claretiano Joaquin María Alonso, che dal 1967 lavorò per vent’anni sulle fonti documentali delle apparizioni e che perciò è ritenuto il maggior esperto di Fatima: «La devozione al Cuore di Maria non era certamente nuova nella Chiesa. Tuttavia, il messaggio di Fatima le ha dato un interesse e una vita che prima non aveva, sotto due aspetti: per il carattere escatologico del mistero del Cuore di Maria per la Chiesa e per il mondo; e per le pratiche riparatrici e consacratorie che esso ha suscitato».

 

Per questi motivi la richiesta di Nostra Signora di consacrarle la Russia è indubbiamente uno dei fulcri attorno cui ha ruotato l’attenzione di tutti i Pontefici che si sono susseguiti a partire dal 13 giugno 1929, quando suor Lucia ebbe a Tuy l’apparizione della Vergine che portava a compimento il preannuncio fatto il 13 luglio 1917: «Verrò a chiedere la consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato». La Madonna di Fatima le disse infatti: «È arrivato il momento in cui Dio chiede che il Santo Padre faccia, in unione con tutti i vescovi del mondo, la consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato, promettendo di salvarla con questo mezzo».

 

È un lungo elenco, quello degli atti di consacrazione e di affidamento che i Papi hanno compiuto: Pio XII il 7 luglio 1952 nella lettera apostolica Sacro vergente anno; Paolo VI il 21 novembre 1964 a conclusione della terza sessione del concilio Vaticano II; Giovanni Paolo II il 7 giugno 1981 con un messaggio registrato fatto ascoltare nella basilica di Santa Maria Maggiore, il 13 maggio 1982 durante il pellegrinaggio a Fatima, il 25 marzo 1984 in San Pietro al termine del Giubileo delle famiglie, il 13 maggio 1991 durante un nuovo pellegrinaggio a Fatima, l’8 ottobre 2000 in San Pietro nel corso del grande Giubileo; Francesco il 13 ottobre 2013 in occasione della Giornata mariana a San Pietro e, finalmente, il 25 marzo scorso, quando per la prima volta è stato dato pieno adempimento alle tre condizioni indicate da suor Lucia.

 

Dobbiamo essere chiari, fino in fondo: non c’è alcun meccanicismo nelle vicende soprannaturali, ossia non c’è una dinamica di causa-effetto, cosicché, se io faccio qualcosa, immediatamente dopo succede qualcos’altro. Nel contempo, la perentoria affermazione «Fatima è senza dubbio la più profetica delle apparizioni moderne», pronunciata nella conferenza stampa del 2000 per la presentazione del terzo Segreto, ha segnato indelebilmente la consapevolezza della comunità ecclesiale riguardo a un evento che da più di un secolo accompagna la storia dell’umanità.

 

Incredibilmente, invece, il mondo dei “sapienti” non sembra essersene accorto, almeno a giudicare dai più autorevoli repertori di storia degli ultimi decenni, dalla Storia d’Europa Einaudi (1996) all’Atlante storico Garzanti (2012), dalla Cronologia universale Vallardi (1994) a quelle Utet (2002) e Rizzoli (2013). Per quanto possa sembrare assurdo, fra decine di migliaia di citazioni di eventi di ogni genere (molti dei quali davvero bizzarri o assolutamente inconsistenti), sprecare un paio di righe per le apparizioni di Nostra Signora di Fatima non è stato ritenuto opportuno.

 

Di fatto, la sfida di Fatima è stata colta in particolare dalle persone comuni, che hanno intravisto negli interventi soprannaturali l’attivo coinvolgimento del Cielo nelle faticose vicende umane e hanno riconosciuto nelle manifestazioni della Madonna la tenerezza di una mano materna che cerca di salvaguardare la Terra dall’autodistruzione. Perciò è essenziale comprendere che il Segreto di Fatima non è una profezia che intende incutere paura, bensì un avvertimento che illumina ciò che gli uomini potrebbero compiere continuando a camminare sulla strada del male.

 

Lo sintetizzò perfettamente san Giovanni Paolo II: «Osservando i segni dei tempi in questo XX secolo, quello di Fatima appare come uno dei più grandi, anche perché annuncia nel suo messaggio molti dei segni successivi e invita a vivere i loro appelli. Segni come le due guerre mondiali, ma anche grandi assemblee di nazioni e di popoli sotto il segno del dialogo e della pace; l’oppressione e le agitazioni vissute da diversi Paesi e popoli, ma anche la voce e le opportunità date a popolazioni e a genti che nel frattempo si levarono nell’arena internazionale; le crisi, le diserzioni e le tante sofferenze dei membri della Chiesa, ma anche un rinnovato e intenso senso di solidarietà e di reciproca dipendenza nel Corpo mistico di Cristo».

 

Lo scrittore Anatole France diceva che il caso è «lo pseudonimo di Dio quando non vuol firmare per esteso». Dunque, sarà “un caso”, ma proprio il 13 ottobre 2016, 99° anniversario del miracolo del sole a Fatima, l’allora presidente degli Stati Uniti Barack Obama firmò uno dei suoi ultimi ordini esecutivi, per «preparare gli Stati Uniti e motivare governi di altre nazioni, per creare comunità che siano più resistenti agli effetti sull’ambiente derivanti dalle tempeste magnetiche solari». Uno degli eventi che gli studiosi associano alle profezie di Fatima.

 

Ma questa data simbolica non è che una delle tante, come qualcuno le definisce, “Dio-incidenze”: dall’esplosione del 13 maggio 1984 a Severomorsk (un mese e mezzo dopo la consacrazione al Cuore Immacolato di Maria fatta da Giovanni Paolo II), nella quale vennero distrutti due terzi degli armamenti della flotta sovietica, agli incendi del maggio 1988 (a metà dell’Anno mariano 1987-88), quando due fabbriche di combustibili per missili, una statunitense in Nevada e l’altra sovietica in Ucraina, furono rase al suolo; dallo smembramento dell’Unione Sovietica (l’8 dicembre 1991) all’ammainabandiera sul Cremlino (il successivo 25 dicembre), in due date che soltanto per la Chiesa cattolica sono la festa dell’Immacolata Concezione e il Natale, mentre quella ortodossa russa non festeggia l’Immacolata e celebra il Natale il 7 gennaio, secondo il calendario giuliano.

 

Saverio Gaeta

 


Assisi, 07 maggio 2022, XVI Convegno di "Medjugorje Misericordia"

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